Autore Topic: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani  (Letto 1316 volte)

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Offline Laxus91

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[Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« il: 17 Lug 2021, 09:12 »
 :tired:
Ciò detto, io credo che la Difference esista ancora.
Caro @Turrican, vorrei rispondere al pregiatissimo post, però temo l'off topic violento. C'è uno spazio tematico corente dove proseguire questa discussione?

Beh ve lo creo, @Il Gladiatore e @Turrican
Del resto il tema mi interessa molto (mi ritengo un fan Nintendo che cerca di essere consapevole di ciò che va e ciò che non va) e Ivan ha unificato sezioni Theory e Play quindi perché no?

Personalmente se penso a questo tema non posso non mettere in conto la storia N, per quanto si parli della N attuale credo sia ovvio e normale uno sguardo al passato coaudiuvato dalla dimensione personale del ricordo, gioco un nuovo Mario anche in quanto ricordo la grandezza di un Mario passato, magari sperando di ritrovarla o semplicemente per una ragione spesso sottovalutata ma che mi è cara: una sorta di affetto e riconoscenza per quella storia alla quale abbiamo partecipato e per quelle esperienze che ci ha regalato.
Poi il senso critico può e deve intervenire ma questa era una premessa per me imprescindibile al tema.

Ora che l'ho fatta vengo al punto: N oggi rispetto al passato? Stessa cosa o ha perso smalto?

È sicuramente una N diversa, su quello non c'è dubbio, ma mi sembra che anche le concorrenti abbiano subito cambiamenti rilevanti dalla gestione delle proprie piattaforme alla comunicazione e mille altri aspetti.

La N attuale è quella che azzecca commercialmente concept della sua console ibrida e con hardware da portatile dopo il fallimento della precedente (home) ma non necessariamente in quanto home bensì per aspetti già analizzati ampiamente, è quella che trova la via di riproporre remastered a prezzo pieno (sfruttando in primis i titoli wii u penalizzati dall'insuccesso della console ma guardando anche dietro, e non poco, come stiamo vedendo con skyward e così via) e farle accettare alla sua fanbase quando altrove esiste il concetto di smart delivery o anche solo retrovompatibilità, in quest'ultimo caso spezzata da switch rispetto lle precedenti, ma che finché rilascia titoli come Botw ti tiene comunque dentro perchè quelli sono appunti ai quali un videogiocatore non può mancare.

È stato detto varie volte che non ci si può aspettare un Botw o un' Odyssey all'anno ma il fan lo comprende e accetta, resta però perplesso (almeno a mio avviso) da cose come programmazione delle uscite o, più semplicemente, caratura media dei first party o prodotti esclusivi che non siano Botw o Odyssey, titoli spesso ottimi anche se 'minori' (che van benissimo in quanto tali, dato che non si vive di soli AAA) ma nei quali non è che sia immediato scorgervi la cosidetta N Difference.

O ancora, ma qui vado sul soggettivo, sull'alternanza qualitariva delle annate (immagino ognuno abbia una sua idea, per me 2017 fantastico, 18 non tanto, 19 ottimo, 20 malino, 21 già potenzialmente interessante ma lo dico affidandomi a Dread e soprattutto ai Mercury Steam che comunque han fatto titoli altalenanti e da loro ci si deve aspettare un salto qualitativo notevole in funzione del fatto che hanno cra le mani una saga fondamentale per l'identità di Nintendo).
E nel mentre, pochissime nuove IP (di notevoli direi solo Arms, che Splatton era Wii U, ma pare abbia avuto il fiato un pò corto magari per la sua natura di titolo picchiaduro privo però della profondità di uno Smash o di altri brand storici).

Quindi N difference? Non è la stessa, forse c'è ancora (di certo c'è nel polish delle meccaniche di un Odyssey o in Botw, ma ci vuole anche altro, vediamo Prime) ma è un attimino frammentata.

Se poi la domanda è, vale la pena sperarci, continuare a crederci, insistere?
La mia risposta, non scontata, è SI
« Ultima modifica: 17 Lug 2021, 09:27 da Laxus91 »

Offline Laxus91

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #1 il: 17 Lug 2021, 09:54 »
Ho deliberatamente omesso la discussione sul lato tecnico degli hardware N, quindi vale come spunto di discussione seguente, però aggiungo solo una cosa breve:

Ok, prendiamo atto che dal post Gamecube N ha cominciato a tirarsi indietro dalla competizione tecnica facendo un passo di lato (qui cito Turri e ci si riallaccia anche al discorso di visione).

Ora, è chiaro che questa cosa alla lunga ha generato uno scontento in alcuni fan Nintendo, che oggi bramano una Pro e potenza maggiore (), ma a chi non approva quella scelta e le sue ripercussioni si può obiettare che esistono vantaggi e svantaggi.

Gli svantaggi sono ovvi, con una visione diversa si avrebbe oggi una situazione diversa (ma ignota), non si avrebbe questa fane di upgrade, magari quella potenza extra avrebbe aiutato gli sviluppatori (avremmo un Astral Chain a 60 fps o forse un Hyrule Warriors 2 che non vada sub 20 fps o zero problemi tecnico in Xeno 2? Non possiamo dirlo con certezza perché entrain campo l'ottimizzazione di chi ci ha lavorato ma probabilmente un pò di cavalleria extra avrebbe aiutato questi e altri casi), magari l'equilibrio di utenza e porting multipiattaforma sarebbe diverso (anche se sono onesto, riconosco gli sforzi ed è bello constatare che su switch ci gira un Doom Eternal piuttosto che un TW3)

Ma i 'vantaggi' ci sono anch'essi, perchè l'essersi tirata fuori da quel toipo di competizione è ciò che consente a N di giocare su un campionato tutto suo, che non si combatte a suon di risoluzione, 4K e botte di RT.

Ma qui entrano in gioco altre considerazioni, ossia il fatto che N può permettersi di farlo in funzione della 'forza' delle sue IP storiche (non solo Zelda ma Animal Crossing, Pokemon, ultimamente direi Splatoon, Snash e vari suoi titoli multiplayer) e perchè appunto con Switch ha poca/nulla concorrenza vera (no, Steam Devk non lo sarà, inutile iludersi a riguardo  ;D ).

Ma tutto questo, compresi i vantaggi, compresa l'unificazione dell'biente portatile home e portatile (ciao 3ds) ha portato davvero a un miglioramento della qualità dei giochi, della line up e in ultima analisi al preservare la N difference?
E qui forse colgo il dubbio di Il Gladiatore, se non ho capito male.

A voi  :D

Offline Il Gladiatore

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #2 il: 17 Lug 2021, 10:57 »
Premetto che per i miei gusti / tipo di giocatore che sono (o forse meglio, "che sono diventato"...) l'apice creativo di Nintendo sta nella generazione Wii (e DS). Li metto assieme e ritengo sia corretto farlo nell'ambito della discussione perchè seppur con notevoli differenze nel budget (e tipologia) medio, Switch rappresenta l'odierna fusione di quelle due linee prodotto, pertanto imbastire un confronto del genere penso sia sensato.
Beh, su Wii abbiamo speso fiumi di parole, soprattutto in merito al rapporto tra qualità software (altissima, credo sia tra le console N con maggiore qualità) e la peculiare interfaccia di controllo e movimento che, come sai, non mi ha visto entusiasta. Ma non a causa dello svilimento del vg a favore di nonna Teresa di Pordenone, anni 72 che grazie a Wii s'è avvicinata ai videogiochi, di quello a me frega zero. Mi riferisco alla questione prestazionale e alla bontà del tutto che, nel mio caso, ha inficiato utilizzo e piacere. Ma siamo nel campo del soggettivo. Così come DS, console stupefacente per qualità e quantità che io ho sempre provato a recuperare per vie traverse visto che odio le console portatili, anche se di fatto non mi sono mai fatto mancare nulla. Ma, anche qui, visione personale di qualcosa di cui conveniamo sulla qualità oggettiva
Il mio pensiero malizioso è sempre stato quello di considerare il nintendaro medio come assolutamente disinteressato alla tecnica DA WII IN POI, visto che prima, con il benestare concessivo del gaming PC ha sempre dettato legge PROPRIO GRAZIE ALLA SUA SUPERIORITA' TECNICA (metto in maiuscolo in modo da impressionarti  :P  :D :-* scherzo ovviamente  ;D ) che poi le ha permesso di creare capolavori immortali. Ne hanno anche Wii-WiiU e Switch? Certo ma personalmente ne ho una considerazione di questo stato di cose quasi ed esclusivamente dal punto di vista del gameplay e dell'offerta ludica (intendiamoci, sempre le cose più importati eh, quindi missione compiuta in questo senso e hai ragione...) ma sono anni che Nintendo non mi stupisce più (o non troppo) sul piano della costruzione "integrale" dei suoi giochi e quindi anche per la tecnica. BOTW lo abbiamo citato e lo citiamo ma per quanto io gli voglia bene quello che vedo lì dentro è imparagonabile a, che so, il deserto di Assassin's Creed Origins oppure alle praterie di Valentine di Red Dead Redemption 2, provando a cavarsela con stile.
Ora, il discorso sul gameplay lo abbiamo già fatto ma secondo me, generalmente, il nintendaro (di cui adesso parlo come proiezione immaginifica senza rivolgermi a te che hai ovviamente un tuo pensiero autonomo e discrezionalità) è assolutamente convinto che quell'altro modo sia sempre e comunque meglio, soprattutto in virtù dei titoli citati che lo fanno rabbrividire. Dimostrando ignoranza (= poca conoscenza) per me.
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Troppa, troppa carne al fuoco (e chissenefrega se il mercato era letteralmente inondato di pattume... in ultima analisi perchè mai dovrei preoccuparmi della percentuale di titoli meritevoli in rapporto all'offerta se poi questi, in termini assoluti, sono tantissimi? Non ho mai apprezzato particolarmente questo metro di giudizio) in quegli anni, specialmente in termini di titoli fuori dagli schemi: una manna per un giocatore di vecchia data abbastanza insofferente di fronte alla riproposizione della medesima sbobba videoludica.
Il fatto è che la medesima sbobba ludica a volte non è, appunto, la medesima. In questo senso, come avevo avuto modo di scrivere qualche tempo fa, per me esiste un parallelismo, ad esempio, tra il fruitore di indefesso di indie e il consumatore seriale di AAA. Esula un attimo dal discorso "nintendo" in sé ma fa comprendere la prospettiva.

Il primo è convinto che la preziosità di determinati valori ludici sia ereditato e raccolto da giochi dal mero contenuto artistico ma a volte incapaci di offrire meccanismi ludici adeguati. Quindi, mi scarico "Sheep Adventure" con disegni di Jacob Pecoroni del Paris College of Art in cui devo premere il tasto "A" ogni tanto per contare gli umani (perché sì, in Sheep Adventure, le pecore contano gli umani per addormentarsi, GENIOH!!!") e questo è molto meglio di qualsiasi altra cosa io passa trovare in The Last of Us 2 che è: "sony + AAA + fotorealistico + pubblicizzato per motivi alieni al videogioco = MERDA ASSOLUTA. Anche se non lo conosco, anche se non ci ho giocato. E magari Sheep l'ho pagato 39.90 euro ma quello non è un problema, ognuno conferisce valore alle cose che vuole.

Dall'altra parte abbiamo il sonaro/xboxaro che cerca il prossimo AAA con spasmodica tenacia, perché appena legge "indie" crede che si tratti sempre di videogiochi sottosviluppati per sottosviluppati, ignorando che, prendiamo il caso del 2020, sono usciti talmente tanti indie di qualità da surclassare spesso e volentieri la produzione AAA. Anche e soprattutto se si ha qualche anno in più e si ricerchi una giocabilità vecchio stile più rigorosa e gratificante che spesso manca alle produzione odierne. Anche di Nintendo eh, che il problema della latitanza della "difference" è in gran parte quello.
Concludendo: ci sono AAA eccezionali e AAA che fanno pena, così come ci sono indie irrinunciabili e indie intollerabili. Fin quando questi due mondi non comunicheranno adeguatamente con informazione, cultura e conoscenza siamo destinati a rimanere fazioni cieche e mute.
Tutto questo discorso, ovviamente, senza che ripeta la solita solfa che ognuno gioca a quello che vuole, come vuole e perché vuole. Oltre questo, però, se si concettualizza, si devono portare idee che vadano oltre la mera attestazione dei gusti propri e altrui, altrimenti siamo all'opinione che è il grado nullo della discussione.
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Ciò detto, io credo che la Difference esista ancora. Per quel che mi riguarda è quella strana alchimia che mette assieme da un lato una cura per il videogioco (a sua volta un misto tra un certo modo di pensarlo e di realizzarlo) che ha pochi eguali sul mercato, e dall'altro una dose non banale di imprevedibilità sia nel software che nell'hardware. Questo, per inciso, è uno dei motivi per cui non mi strappo le vesti di dosso per la console unica e anzi sono felicissimo che in quel di Kyoto abbiano scelto di non omologarsi a Sony ed MS, che ormai da tempo si fotocopiano a vicenda su tante, troppe cose, proprio a cominciare dall'hardware. Anche con un occhio a Mamma se necessario (coff Kinect coff Move). Ma non divaghiamo troppo.
La "difference" intesa come prodotto curato, finito e carezzato per me c'è ancora e sono molto d'accordo. Così come, nonostante le mie idee, accetto, capisco e anche promuovo l'idea di non trasformare lo sviluppo di vg in opere smisurate che richiedano anni di sviluppo. Il mio dubbio è sul merito di queste esperienze, ossia secondo me Nintendo, da Wii in poi, ha trasformato le sue IP, anche come nomenclatura, in "family game" e questo si ripercuote sul peso specifico di determinate opere. In soldoni, per me il giocatore maturo, esperto e se vuoi, anche navigato (pur senza ammettere professionalità e superiorità, beninteso) con la recente produzione Nintendo non si trova benissimo. latitano sfida e approfondimento a denuncia di un certo alleggerimento commerciale della sue offerta. Se vuoi magari ci mettiamo a disquisire caso per caso e gioco per gioco (anche interessante, magari mi sfuggono cose e questioni) ma se ti dico "Super Mario Odyssey" per me ci capiamo al volo. E attenzione, pur convenendo con te sui capolavori di Mario Galaxy 1 e 2 non è che in tal senso ce la cavassimo meglio...E che cosa possa ricavare da Luigi Mansion 3 o da Paper Mario Origami King se non immenso piacere estetico e contestuale?
Secondo me è lì che abbiamo perso un certo tipo di "difference".
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L'interrogativo che mi pongo (nuovamente) semmai è: ma siamo sicuri sicuri sicuri che determinate strade non siano percorribili in quanto fuori dalla portata dell'hardware... oppure per una moltitudine di motivi si sceglie di fare diversamente?
Esempio concreto, uno dei miei pallini da tempo immemorabile: l'interazione ambientale. Abbiamo visto in BotW tutta una serie di sistemi di simulazione/fisica che nel complesso funzionano molto bene e per quanto mi riguarda hanno rappresentato uno degli aspetti più divertenti del gioco. Tutto questo può ragionevolmente essere traslato anche in altri titoli ma mi pare che ad oggi nessun titolo interno lo abbia fatto in maniera altrettanto estesa e sistematica. Perchè?
Perché in BOTW funziona dove vuole lui e dove dice lui, guarda il topic del Giudizio Universale per comprendere come la critica alla fisica di Zelda, così come il suo plauso, spesso non siano perfettamente equilibrate gioco alla mano. Hai giocato a Control, ad esempio? Altro che fisica, lì trovi un mondo manipolabile e utilizzabile.
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Secondo me in due aspetti.
Il primo sono le decine di milioni di utenti che non sempre, ma - evidentemente - molto spesso trovano nei loro prodotti qualcosa che non c'è altrove. Probabilmente alla maggior parte degli utenti di TFP (e non solo) di Nintendo interessa solo Zelda 3D e forse i Metroid Prime. Ma per fortuna c'è tutto un mondo là fuori (a partire da Mario Kart passando per Splatoon e finendo con Smash Bros, giusto per citarne tre che spesso sono relativamente ignorati qua dentro) che ritengo giustifichi il più delle volte il loro modus operandi. 
Io non li ignoro ma se parliamo di "medesima sbobba videoludica" su Mario Kart, Smash Melee ecc. qualcuno potrebbe azzardare lo stesso discorso. Sono tutti diversi e basta giocarci? Certo, ma perché TLOU1 e 2 sono il medesimo gioco o sono diversi come il giorno e la notte?
Sulla scelta poi di Nintendo sono d'accordo però ecco, non abbiamo alternative nel senso che se vuoi giocare i loro titoli ti devi dotare di certe attrezzature e infatti siamo qui a parlarne perché non possono essere confusi con qualsiasi altro sviluppatore.
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Il secondo (ma non secondario! ;D) è la sostenibilità del loro approccio. Perchè sì, non siamo azionisti, ma è inevitabile che la gestione di un'azienda abbia delle ricadute importanti anche sull'utente finale. Non so che farmene di una Nintendo che trasforma ogni singolo prodotto (ma anche "solo" la maggioranza eh!) nel classico AAA con budget a 8 zeri che se non piazza almeno 10-15 milioni di copie son dolori (e licenziamenti a palla). Anche, per non dire soprattutto, perchè poi questo quasi certamente porterebbe alla sparizione dei cosiddetti titoli minori o comunque più rischiosi. No grazie.
Come sai sono d'accordo sulla sostenibilità, però Nintendo è anche quella che ti piazza tre porting fatti male di mario a 60 euro e la gente compra e ricompra spesso lo stesso gioco con immensa portata per culo e circonvenzione d'incapace (tra cui mi annovero  ;D ) e mi sa che Skyward Sword è tipo il prossimo, vediamo che effetto mi fa una volta iniziato. Insomma, sostenibilità sì, però setta autoriferita a volte pure... ;D

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Non ho giocato nessuno dei due titoli. Alyx posso facilmente intuire perché venga citato (anche se sospetto la parte del leone la faccia il sistema visore-controlli evoluti, e qua si potrebbe aprire un'altra parentesi da vaso di Pandora), mentre per TLOU2 ti chiederei sinceramente di approfondire un pochino, se puoi senza spoiler perchè non si sa mai che un giorno mi venga voglia di giocarlo. ;D
E' il senso di tutto il mio intervento: ci sono tante "difference" ma se rimaniamo nel nostro mondo, anche per scelte di tempo/senso/opportunità/filosofia che bada, RISPETTO TUTTE, spesso è difficile capirsi e mettere in prospettiva le cose.
Nei topic di Alyx e TLOUS2 trovi pagine e pagine di riflessioni.
Brevemente, per Alyx, dopo la rivoluzione del 3D degli anni ’90 il videogioco attende la sua prossima rivoluzione copernicana che, nel mio pensiero, corrisponde alla soggettivizzazione e all’interiorizzazione a mezzo interfaccia dell’esperienza videoludica. HLA è un nuovo passo sulla luna (anzi, su Marte che è più attuale), si affranca dalle precedenti esperienze in VR variabilmente intese e pone fisica e interattiva alla base del processo conoscitivo del giocatore e le possibilità interattiva di quello che è il futuro possibile del videogioco. Non è un titolo perfetto, non è un gioco impeccabile, è fortemente perfettibile e presenta diverse criticità ma questo non può negargli lo status di titolo coraggioso e pioneristico. Coraggioso come tutti gli esordi e già dignitoso nella sua offerta.  Certo, giocarci in modo ottimale non è davvero semplice e per ora pone diversi interrogativi sulla sostenibilità e diffusione, diciamo che la sfida sarà quella di rendere tutta questa straordinarietà come ordinaria.

TLOU2, con l’accorgimento di settare la difficoltà a Sopravvissuto, i micro e macro livelli ludici di TLOU2 sono dotati di una raffinatezza unica, fatta di agenti e reagenti che è bello stressare e testare con tutte le variabili del caso. Non so quante volte ho rigiocato gli encounter solo per il piacere di provare nuove soluzioni e “giocare” effettivamente con AI e arene. La cosa bella è determinata dalle interazioni imprevedibili che i programmatori hanno inserito, roba che ci rimani male per la cura maniacale, aspetti che poi possono essere riversati nella propria condotta di gioco. Con il poderoso precedente di MGSV TTP, quest’anno il titolo da spremere in termini di gameplay è senz’altro questo. Ecco, la questione del livello di difficoltà non è secondario, da buona IP Sony la necessità di rendere accessibile il sistema di gioco a chiunque vincola e limita l’eccezionalità del tutto, in fondo alcuni giochi prevedono dinamiche e agevolazioni rassicuranti per il giocatore e sprecare l’unicità di TLOU2 è davvero un peccato capitale.
« Ultima modifica: 17 Lug 2021, 11:37 da Il Gladiatore »
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Il Gladiatore

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #3 il: 17 Lug 2021, 11:00 »
Grazie a @Laxus91 per aver creato il topic!
@Ivan F. facciamolo moderatore!  :yes:
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Laxus91

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #4 il: 17 Lug 2021, 11:25 »
Si ma prima devo recuperare Sheep Adventure  :(

Offline Il Gladiatore

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #5 il: 17 Lug 2021, 11:27 »
Si ma prima devo recuperare Sheep Adventure  :(
39.90 su Nintendo Shop, se aspetti il 2026 dovrebbe andare a 34.90.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Laxus91

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #6 il: 17 Lug 2021, 12:40 »
Si ma prima devo recuperare Sheep Adventure  :(
39.90 su Nintendo Shop, se aspetti il 2026 dovrebbe andare a 34.90.

Oppure lo attendo su qualche pass!
No beh, torando seri, il raggiungere uno stato di piena consapevolezza di tutto, dello stato del videogioco, è impresa ardua e per pochissimi, un qualcosa a cui ben pochi tendono ma ancor di meno raggiungono pienamente (e quando la raggiungi si riparte comunque da capo, una lotta ciclica che non ha mai fine, che per comodità usiamo chiamare backlog o in altri modi).

Questo per molteplici ragioni, dalle preferenze personali pur sempre legittime (esemplificate sopra, nessuna fatica a immaginare chi non giochi roba Sony per ripicca della sua occidentalizzazione, snobbismo, disinteresse o altro, ma si potrebbe dire lo stesso in altri casi, compreso il gaming pc) a motivi più pratici quali impegni, tempo libero, aotri interessi e così via

Oltretutto non è affatto detto che sussista proprio un interesse nel diventare esperti, escludendo l'ambito professionale (credo che un recensore debba necesariamente esserlo, debba andare oltre la superficie, se vuole fare analisi che abbiano una validità e che superino anche la prova del tempo), può interessare o meno e non posso biasimare nessuno da questo punto di vista visto che si tratta di passione e che ognuno ha il proprio modo di viverla

Quindi preferisco vederla come un piacere personale e un continuo conoscere per sé stessi e secondo possibilità e opportunità, ma conscio dei limiti (a dirla tutta io, come altri, ho comunque la mia lista di arretrati e le mie belle lacune più o meno sanabili, tempo pernettendo, pur puntando ad essere utente multipiattaforma)

Tornando a N e alla difference e volendo evitare la deriva filosofica del discorso, riflettevo, potranno emergere vari dubbi nel discorso di merito e proprio sui contenuti, è stata citata la sfida che un pò latita (che non è necessariamente un problema sul singolo gioco perchè spesso vi sono tanti altri aspetti collaterali apprezzabili, del buon level design lo puoi apprezzare anche in assenza di sfida ad esempio; può già essere un problema nel momento in cui è una direzione generale che per forza di cose lascia insoddisfatto il giocatore navigato che è stato citato, che desidera di più) in Odyssey ma pure in Botw dopo aver recuperato una certa spada ed essersi potenziati a dovere, con i curativi sempre accessibili senza cooldown o malus dal comodo menu che inficiano il bilanciamento e possibilmente azzerano la difficoltà.

Oppure si può citare il senso di stupore derivante dallo sfruttamento hardware (non che non ci sia, ma che in qualche modo è legato a pochi e specificissimi titoli e che colpisce sempre meno rispetto al passato), o ancora vere e proprie rivoluzioni dal potenziale della VR (che magari ora sta pian piano uscendo da una prima fase acerba ma sicuramente è uno step potenzialmente importante per il videogioco, per me ancora in buona parte ignoto, e N se ne esce col suo Labo).

Però.. l'imprevedibilità? La non omologazione? Non è forse quello un lato della 'difference' che permane ancora oggi?

No perchè N sa essere non scontata, imprevedibile, negli annunci, nelle novità e revisioni (nel bene e nel male), è in grado di spiazzare e di uscirsene con genialate, è ancora in grado di farlo.

Per me anche quello è un valore e un qualcosa che non puoi trovare altrove

Switch stessa lo è stata, Paper Mario annunciato così 'out of the box' lo è stato, uscirsene con la Oled lo è stato, gli esempi non mamcano.
E sono convinto che non sia un discorso banale, oltre a creare un legame quasi intimo con l'utenza, contribuisce a creare eccitazione per quel che sarà, mentre altrove tendenzialmebte sai già cosa aspettarti (incrementi nominali)
« Ultima modifica: 17 Lug 2021, 12:44 da Laxus91 »

Offline Jello Biafra

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #7 il: 17 Lug 2021, 15:33 »
E' profondamente cambiato il mercato dei videogiochi, oggi la "difference" (cioè le tappe dove passa l'evoluzione del videogioco) non sono più i titoli single player grandi e grossi, ma i multiplayer on-line.

Volenti o nolenti i vari Minecraft, Fortnite, ecc... sono i nuovi Zelda, Mario, ecc...

Inoltre di rivoluzioni radicali da fare non ne rimangono granché, oggi si può solamente potenziare ed espandere quanto già c'è: interazione ambientale, complessità e vastità dei mondi di gioco, interazione fra giocatori, ecc... Discorso che vale anche per la VR che in più ha la barriera dell'essere una periferica invasiva, scomoda e costosa.

Aggiungiamoci la crisi devastante del videogioco giapponese dovuta al passaggio all'HD ed ecco che la "difference" (posto che sia mai esistita, per me era semplicemente la capacità di fare videogiochi colossali che mostravano la via agli altri ed in questo Nintendo è sempre stata maestra) non può esistere più come concetto.

Poi, vabbè, è anche una questione di investimenti ed ambizione: Switch era partito bene con BotW e Odyssey ma anche con cose nuove e freschissime come ARMS e Splatoon, poi siamo arrivati alle raccolte di ISO spacciate per giochi nuovi... E' chiaro che se non investi e vai solo sul sicuro con progettini a basso costo e basso rischio, nemmeno innovi o rivoluzioni.

Offline Turrican3

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #8 il: 26 Lug 2021, 10:19 »
Il mio pensiero malizioso è sempre stato quello di considerare il nintendaro medio come assolutamente disinteressato alla tecnica DA WII IN POI, visto che prima, con il benestare concessivo del gaming PC ha sempre dettato legge PROPRIO GRAZIE ALLA SUA SUPERIORITA' TECNICA (metto in maiuscolo in modo da impressionarti  :P  :D :-* scherzo ovviamente  ;D ) che poi le ha permesso di creare capolavori immortali. Ne hanno anche Wii-WiiU e Switch? Certo ma personalmente ne ho una considerazione di questo stato di cose quasi ed esclusivamente dal punto di vista del gameplay e dell'offerta ludica (intendiamoci, sempre le cose più importati eh, quindi missione compiuta in questo senso e hai ragione...) ma sono anni che Nintendo non mi stupisce più (o non troppo) sul piano della costruzione "integrale" dei suoi giochi e quindi anche per la tecnica. BOTW lo abbiamo citato e lo citiamo ma per quanto io gli voglia bene quello che vedo lì dentro è imparagonabile a, che so, il deserto di Assassin's Creed Origins oppure alle praterie di Valentine di Red Dead Redemption 2, provando a cavarsela con stile.

Hey @Il Gladiatore eccomi qua, chiedo venia per il ritardo nella risposta ma non potevo esimermi. ;D

Allora, qua secondo me bisogna cominciare... dall'inizio.

E quindi ricordare che storicamente Nintendo ha avuto questa bizzarra (?) realtà commerciale nella quale, da quando ha sdoppiato l'offerta in home e portatile, ci siamo ritrovati sistematicamente con i portatili che erano piuttosto modesti dal punto di vista tecnico e dettavano legge sul mercato, mentre dall'altro lato le home via via stentavano sempre di più come vendite, a fronte però di un comparto tecnico al passo coi tempi e di un'attenzione complessiva (leggi: quantità, qualità, investimenti) ben superiore da parte dei gruppi interni più blasonati.

Con il Wii questo vortice apparentemente infinito di negatività si spezza e finalmente torniamo ad avere gli sforzi creativi premiati come si deve dal mercato. Ed anche decisamente ispirati, per quanto mi riguarda. Nulla è cambiato invece sul versante portatili, con macchine sempre piuttosto indietro rispetto alla concorrenza... fino a Switch, ennesima mossa inattesa (e di rottura, seppur assai diversa concettualmente da Wii/DS) di quei volponi di Kyoto che li ha riportati dove meritano di stare. ;D

Ora, un vecchietto come me (specie con quel nick, legato a quello che ancora oggi ritengo il personal computer più innovativo della storia, l'Amiga) non può certo liquidare come se niente fosse la questione tecnologica.

Sfortunatamente è qui che arriva il mio classico PERO'.

Perchè qua il punto (dalla discussione nel precedente thread, in cui si parlava di visione) rimane l'analisi del peso della tecnologia ai fini di un concreto "portare avanti" il videogioco.
(a conferma di quanto siamo anziani e ripetitivi :D ricordo bene che qualche tempo fa abbiamo discusso di tematica vagamente simile)

E proprio il mio adorato Amiga è una dimostrazione da manuale di come la tecnologia sia condizione necessaria, ma assolutamente non sufficiente a tal fine: hardware fine-di-mondo e rivoluzionario per l'anno di uscita? ODDIO SI' quanto è vero che esiste un dio del silicio, SI'!!!! Ma il K-parametro dei platform era (giustamente) Super Mario World, non certo Superfrog.

Attenzione che non si tratta di volpuvismo: come ho avuto modo di scrivere più volte sul forum, da qualche tempo mi sono un po' riavvicinato al mondo del PC gaming. Possiedo quindi una macchina che non solo mi garantisce l'accesso ad un buon 90-95% dell'offerta AAA moderna ma che dal punto di vista meramente tecnico disintegra letteralmente Switch. Ebbene, da marzo 2017 a occhio e croce l'avrò acceso un 4/5 volte l'anno.

NB: per riallacciarmi all'esempio di Mario64 (ma anche Zelda OOT), allora vuol forse dire che la tecnologia non ha MAI avuto un ruolo di peso nel videogioco? Assolutamente NO. Quel che sostengo però, come accennato nella precedente discussione, è che col tempo gli sviluppatori hanno avuto a disposizione hardware (e hanno dovuto loro malgrado fare i conti con vincoli di altro genere, i due aspetti temo vadano a braccetto) che ha reso via via sempre più complicato fare la differenza con la stessa facilità (?) di 30 anni addietro. Anche Switch lo dimostra, dal basso della sua per nulla banale distanza in termini di forza bruta da PS4/XB1 "lisce" (figuriamoci Pro/X) ma non è la prima piattaforma a farlo e di sicuro non sarà l'ultima.

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Ora, il discorso sul gameplay lo abbiamo già fatto ma secondo me, generalmente, il nintendaro (di cui adesso parlo come proiezione immaginifica senza rivolgermi a te che hai ovviamente un tuo pensiero autonomo e discrezionalità) è assolutamente convinto che quell'altro modo sia sempre e comunque meglio, soprattutto in virtù dei titoli citati che lo fanno rabbrividire. Dimostrando ignoranza (= poca conoscenza) per me.

Eh guarda, io sui titoli citati sono ignorante sul serio, nel senso che a stento ho giochicchiato un pochino di AC2 e di RDR (il primo!).

Però dai, anche questo mi sembra un fenomeno abbastanza trasversale e presente in abbondanza anche nella fazione opposta. In ultima analisi per quanto si possa avere una discreta apertura mentale, credo che tendenzialmente ciascuno di noi sappia fin troppo bene cosa è (ma soprattutto cosa NON è) nelle proprie corde, e questo influenzi pesantemente le rispettive scelte.

Epperò, pur ben sapendo che si sfocia tanto per cambiare nel filosofico, io sono assolutamente convinto della "supremazia" del gameplay. Sia sulla eventuale parte narrativa (che ritengo possa rappresentare al più la ciliegina sulla torta in un media, l'unico, che può contare sull'interazione) che su quella strettamente tecnologica che è sempre di più - a mio modo di vedere, per carità! - condizione nè necessaria, nè tantomeno sufficiente per raggiungere l'eccellenza.
(mi preme sottolineare che questo vale per tutti, Nintendo inclusa: se ritenessi fondamentale la parte tecnica metterei sul podio Odyssey o 3D World anzichè i due Galaxy, per dire)

Questa mia convinzione ai confini del dogmatico è giustificata dal fatto che in generale l'approccio basato sulle meccaniche/interazione (che se vuoi è in massima parte figlio dell'era coin-op, forse non a caso quella in cui mi sono formato) mi sembra invecchiare infinitamente meglio. Ed io credo che in questo campo, molto ma molto più di altri media quali musica o cinema ad esempio, il fattore-tempo ci dica davvero tanto sul reale valore di un titolo.

A tal proposito, e premesso che forse per me che sono pressochè immune alla macchina dell'hype è più semplice, ma davvero credo farebbe bene a tutti (ri)prendere un gioco a 10 o più anni dall'uscita e vedere che effetto fa. Sospetto che i risultati sarebbero sorprendenti.
[la mia è una mezza provocazione: so fin troppo bene che un gioco anche con molti meno anni sul groppone è visto come "vecchio", superato ed in un ultima analisi inutile da percentuali bulgare delle masse, se è vero come è vero che per queste ultime non ha più senso perdere tempo (?) su qualcosa che non sia il titolo del momento, per tacere del valore meramente pecuniario percepito/attribuito... ma qua nascerebbe un altro OT :D]

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Il mio dubbio è sul merito di queste esperienze, ossia secondo me Nintendo, da Wii in poi, ha trasformato le sue IP, anche come nomenclatura, in "family game" e questo si ripercuote sul peso specifico di determinate opere. In soldoni, per me il giocatore maturo, esperto e se vuoi, anche navigato [...] con la recente produzione Nintendo non si trova benissimo. latitano sfida e approfondimento a denuncia di un certo alleggerimento commerciale della sue offerta. Se vuoi magari ci mettiamo a disquisire caso per caso e gioco per gioco [...] ma se ti dico "Super Mario Odyssey" per me ci capiamo al volo. E attenzione, pur convenendo con te sui capolavori di Mario Galaxy 1 e 2 non è che in tal senso ce la cavassimo meglio...E che cosa possa ricavare da Luigi Mansion 3 o da Paper Mario Origami King se non immenso piacere estetico e contestuale?
Secondo me è lì che abbiamo perso un certo tipo di "difference".

Hmm, qui non sono sicurissimo di condividere il parere, men che meno se i titoli portati ad esempio sono quelli citati.

Per il primo aspetto, quello della trasformazione dell'offerta, ed al netto di un mercato che nell'arco di decenni non può che mutare, e le aziende con esse (la Sony delle prime due generazioni, prevalentemente a trazione giapponese è MOLTO diversa da quella che è via via cresciuta dalla terza generazione in poi e tuttora dominante, nella quale è lampante lo spostamento del baricentro commerciale a Occidente), credo sia d'obbligo ricordare che il NES si chiamava Family Computer in terra d'origine. E che Nintendo anche da prima dell'era Wii/DS - ripeto, fermo restando che il videogioco prima della discesa in campo di Sony era indubitabilmente differente - non è che fosse sinonimo di From Software, per citare un nome-simbolo di un certo modo di approcciarsi al videogioco.

Ma al di là di questo, le mie critiche a Odyssey e Luigi's Mansion (ad Origami King onestamente non saprei cosa contestare, l'ho trovato a dir poco fantastico e con una scrittura divina per il tipo di gioco che vuole essere) nulla avevano a che vedere con il tasso di sfida e/o l'approfondimento.

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Perché in BOTW funziona dove vuole lui e dove dice lui, guarda il topic del Giudizio Universale per comprendere come la critica alla fisica di Zelda, così come il suo plauso, spesso non siano perfettamente equilibrate gioco alla mano.

Eh ma questa è quasi una non-risposta. :-[
La domanda era "perchè non la vediamo implementata a tappeto - o comunque in un numero estremamente più significativo di titoli?", cosa che per inciso ritengo vada ben oltre BotW, è un discorso che allargherei all'industria intera (a tal proposito, qua un interessante approfondimento di Eurogamer del 2017)
 
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TLOU2, con l’accorgimento di settare la difficoltà a Sopravvissuto, i micro e macro livelli ludici di TLOU2 sono dotati di una raffinatezza unica, fatta di agenti e reagenti che è bello stressare e testare con tutte le variabili del caso. Non so quante volte ho rigiocato gli encounter solo per il piacere di provare nuove soluzioni e “giocare” effettivamente con AI e arene.

Ecco, qua chiudiamo il cerchio ripartendo dal dilemma iniziale: ma noi siamo sicuri sicuri sicuri che tutto questo - grafica esclusa, su quello non ci piove - sia stato possibile solo grazie alla potenza di PS4? E soprattutto, ti aspetti un netto salto in avanti su PS5, alla luce del fatto che (a quel che ci dicono) c'è di nuovo una CPU come si deve sotto il cofano?

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BONUS per la tematica della solita solfa videoludica, il parere di un creativo speciale, Dene Carter:

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #9 il: 26 Lug 2021, 11:46 »
Io concordo in larghissima parte con Turri, anche (come dicevo) il passaggio su gusti e preferenze, si può essere spinti a provare e conoscere tutto ma lo si deve fare su propria volontà, se sussiste, per chi la vive come 'passione' non vi sono obblighi veri e propri.
Poi trovo anche io che l'apertura mentale e l'uscire dalla comfort zone sia positiva, ma anche all'interno della medesima piattaforma (ossia ad esempio giocare qualcosa che prima non avremmo comsiderato... è chiaro però che solo accedendo ad altro si può avere piena consapevolezza, ma appunto serve anzitutto volontà)

Io rigioco cose dal passato abitualmente (l'ultimo che mi è passato sotto è stato Enslaved qualche giorno fa: in quel caso bel setting ma il gioco, limitatissimo nell'esplorazione così come nel platforming e combat, non è invecchiato benissimo anche se bisogna sempre contestualizzare all'uscita e per me era un pò offlimits già allora) e trovo che sia spesso illuminante.
Ecco, se devo dire, il fattore di amore personale (ossia rigiocare un titolo che al di là di un analisi oggettiva, ci stava già nel cuore) è probabilmente quello più incisivo, giusto o sbagliato che sia (dato che in teoria sarebbe errato omettere difetti di varia natura in funzione dell'ammore per quel gioco, ma è un discorso complicato e non siamo recensori)

Letto l'ultimo articolo linkato e in effetti ha i suoi punti però mi pare una visione fin troppo pessimistica dello stato attuale del vg, non che abbia torto ma personalmente trovo che oggi l'offerta sia così ampia da permettere a chiunque di trovare qualcosa di suo gusto, quello in cui mi ritrovo è sullo stallo creativo che però per me è conseguenza della questione tale per cui ormai 'si è inventato tutto', soprattutto in fatto di generi.

Tornando su N, la bontà di questi punti di vista però bisogna applicarla al caso di Switch, per me resta un dato di fatto che la frequenza e cadenza di giochi INEDITI ed INCREDIBILI da parte di N (e non devono essere AAA necessariamente, solo interessanti, per me un Metroid Dread ha le carte per esserlo pur non presentandosi come un AAA, per me molti titoli della softeca Wii lo erano tranquillamente e non tutti erano esattamente il Top tecnicamente) sia un attimino in calo o in discussione, credo che il punto sia un pò quello e come ciò si relazioni con altri aspetti fra cui il lato tecnico.

Da questo punto di vista però cosa aggiungere? Continuerò a seguire N per ragioni già esplicitate in qualche post precedente, vedremo gli sviluppi e sono molto curioso in questo

PS: ah sul discorso supremazia del gameplay, pardon se il tema è un pò OT (neanche poi molto visto che N storicamente ha quasi sempre portato avanti il mantra del 'gameplay first' su moltissime serie e IP anche di punta o meno) ma definitivamente, io da sempre ritengo che il gameplay e l'interazione sono ciò che distingue questo medium da tutti gli altri.

Credo dunque che un buon gameplay possa anche giustificare altre componenti (narrativa ad esempio) carenti, assenti, invasive, o semplicemente mediocri.

Però, e questo il mio punto, credo anche che ci sia spazio per altro, che ci sia spazio per titoli solamente narrativi, esperienze prettamente audiovisive, titolo con ambizioni tecniche differenti (magari sfruttando la potenz bruta della next gen attuale? Certo, i dubbi ci sono, ma si può sperare visto che è appena iniziata) e così via.
Per cui non auspico e chiedo che la linea del 'gameplay first' sia seguita con rigore da tutti, anche per un discorso di possibilità e capacità diverse dei team di sviluppo, auspico che ci sia spazio per sperimentare terreni poco esplorati, anche se poi il risultato non dovesse essere propriamente di mio pieno gradimento

Offline Turrican3

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #10 il: 26 Lug 2021, 12:42 »
non è invecchiato benissimo anche se bisogna sempre contestualizzare all'uscita e per me era un pò offlimits già allora

Accenno brevissimamente: forse si è già intuito ma ammetto di fare molta fatica per quel che concerne questo specifico aspetto.

Può sembrare forse paradossale per una persona che afferma che il reale valore di un videogioco emerge nel tempo, ma pur riconoscendo che il titolo XYZ all'epoca dell'uscita fosse rivoluzionario/innovativo/quel che è (non potrei fare diversamente, vorrebbe dire negare la storia), se lo riprendo e pad alla mano non mi soddisfa tendo ad essere molto MOLTO critico. O forse troppo.
 
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Però, e questo il mio punto, credo anche che ci sia spazio per altro, che ci sia spazio per titoli solamente narrativi, esperienze prettamente audiovisive, titolo con ambizioni tecniche differenti [...] e così via.
Per cui non auspico e chiedo che la linea del 'gameplay first' sia seguita con rigore da tutti, anche per un discorso di possibilità e capacità diverse dei team di sviluppo, auspico che ci sia spazio per sperimentare terreni poco esplorati, anche se poi il risultato non dovesse essere propriamente di mio pieno gradimento

Aspè non mi fraintendere, mi sta benissimo una pluralità dell'offerta. Direi che è ampiamente dimostrato che un mercato esiste per prodotti che non siano SOLO (o prevalentemente) puro distillato di gameplay, ed è anche bello sostanzioso. Poi io sono da sempre un convinto assertore della teoria che un comparto sia davvero in buona salute quando c'è più di un soggetto che si ricava la sua bella fetta, anche per questo seppur al netto della precedentemente citata deriva ad occidente (e dell'esplosione dei budget...) ritengo che la generazione PS360Wii(/PSPDS) sia stata fenomenale per l'utente finale.

Semplicemente ad oggi e fino a prova contraria (MAI dire mai! ;D) sono dell'idea che più ci si allontana da quella filosofia, più il fiato di un prodotto tende ad essere corto, proprio in particolare andandolo a riprendere dopo che ha smesso di far notizia se così possiamo dire. Ma non escludo sia almeno in parte un mio bias.
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Offline EGO

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #11 il: 26 Lug 2021, 13:32 »
BONUS per la tematica della solita solfa videoludica, il parere di un creativo speciale, Dene Carter:

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I rarely see a AAA game now where I say: "Ooh! I wonder what the hell that's all about!" And that's by design. You're not supposed to wonder. You're supposed to know. It's the value-proposition. If you don't already know how it's going to play the marketing has 'failed'.

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So. What do I think of modern AAA? If I see one more fucking gun 1/3rd of the way across the bottom of my screen, I may well scream and throw something. If I see another license largely indistinguishable from its movie source material I shall pick up a book instead.
Next Gen will revolutionise nothing, except the ability to use movie studios' raw CG assets and pretend that is a 'good thing' for everyone. If we want better games we need to vote with our wallets. Looking at the charts we're a long way from that.
Back in 1987, I predicted that engines would become irrelevant and that game-worlds and stories would become the differentiating factor in consumer decision-making. I didn't know how horribly right I was going to be.

Impossibile dargli torto, anche se gliene darei qui:

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If anyone wonders why diversity is important, *this* is why. While we have the same white, Western, cis-men who love their comics and action movies in charge of the creative direction in games, most AAA games will reflect those values. It's why there're so many 'brotagonists'.
Hire people from theatre. Hire puppeteers. Hire boardgame nerds. Hire romance novelists. Hire people who aren't like you. Make games a source of delight and wonder and *the unexpected*.
Perché i grandi creativi del videogioco non sono stati burattinai, sceneggiatori di teatro o romanzieri (benché parecchi siano stati boardgame nerds). Sono stati, e ancora sono, gente non cresciuta in una cultura di massa omologata che prevede di consumare, attivamente o passivamente, lo stesso genere di entertainment, e/o che ha avuto il coraggio di non voler creare quello stesso tipo di cultura una volta preso il timone.
Se sono stati dei burattinai a creare Puppeteer, sconsiglio di assumere burattinai. Perché non basta il guizzo creativo fine a sé stesso. Qualcuno potrebbe dire che Puppeteer viene dalla stessa radice di Yoshi’s Island; ma la differenza di “manico” tra chi ha creato i due giochi non potrebbe essere più grande, e il semplice piacere di giocare un gioco ben fatto ce l’hai con YI, ma non con “puppetto”, proprio no.

In vari momenti storici di omologazione, prima dell’esplosione indie, Nintendo è stata la Pixar dell’industria, uscendo con Wind Waker quando tutti volevano Max Payne e Hitman, sfornando Mario Galaxy nell’era di God of War, Oblivion e Mass Effect.
D’altra parte, Nintendo non ha mai deluso tanto come quando ha cercato di scimmiottare i trend del momento, rinunciando contemporaneamente alle innovazioni di gameplay e game design: vedi Twilight Princess.

Nintendo stessa ha dimostrato più di una volta che il sense of wonder non basta, e il cel-shading nemmeno, se il gameplay di fondo non regge (e in WW, per esempio, non regge). Come lo dimostrano parecchi indie. Il nucleo di fondo è sempre il gameplay. Quello Nintendo è generalmente solido, anche negli esperimenti non del tutto riusciti, e una buona parte della Difference sta (ancora) qui. E insieme al gameplay, non nuoce un’idea brillante di partenza; idea che non potrà mai essere la storia. Un gioco che parte dal presupposto “racconto una storia, con qualsiasi mezzo” parte male: nessuno ama il disco 2 di Xenogears.
Un’industria interattiva che basa le sue aspettative sulla narrativa è fallata alle fondamenta. È come un’industria dello sport professionistico basata sulla qualità della telecronaca, piuttosto che sulle azioni in campo. Per questo la critica “Nintendo è arretrata perché Mario deve salvare la principessa” è una minchiata colossale: a noi deve interessare come Mario corre, salta, si trasforma; la struttura dei livelli, il design visivo e strutturale, il sistema di controllo, il divertimento. Non mi interessa che Mario uccida Dio e abbia una relazione “complicata” con Bowsette. Rispetto al legno di alcuni giochi AAA, già qui c’è una gran bella Difference.

La tecnologia serve, ma per dire, Pixar non ha fatto i suoi film migliori se non dopo che ormai l’animazione in CG era diventata la norma. Un gioco bello in 4K (l’inutile, stramaledetto 4K) è bello anche in FHD.

Offline Xibal

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #12 il: 26 Lug 2021, 14:11 »
You're not supposed to wonder by design.
Me la metto in firma da quanto è attuale e trasversale.
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
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Offline SisselMarston

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #13 il: 26 Lug 2021, 14:41 »
Posso entrare solo per dire che personalmente da fan del genere gioco con più piacere Pupeteer che un qualsiasi Yoshi, pur riconoscendone la qualità?
« Ultima modifica: 27 Lug 2021, 13:14 da SisselMarston »

Offline Laxus91

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Re: [Theory] La Nintendo Difference oggi e domani
« Risposta #14 il: 26 Lug 2021, 19:20 »

Accenno brevissimamente: forse si è già intuito ma ammetto di fare molta fatica per quel che concerne questo specifico aspetto.

Può sembrare forse paradossale per una persona che afferma che il reale valore di un videogioco emerge nel tempo, ma pur riconoscendo che il titolo XYZ all'epoca dell'uscita fosse rivoluzionario/innovativo/quel che è (non potrei fare diversamente, vorrebbe dire negare la storia), se lo riprendo e pad alla mano non mi soddisfa tendo ad essere molto MOLTO critico. O forse troppo.

Beh quello posso capirlo, idealmente si potrebbero fare due valutazioni separate se si rigioca qualcosa che ha diversi anni alle spalle e quindi prescindendo da riedizioni/remake che generalmente tendono a limare e levigare controlli e aspetti critici, una valutazione di tenuta a lungo termine ed un'altra il più possibile centrata sull'immaginare di essere nello stesso anno (per quanto arduo se... non la si è vissuta in quel preciso periodo storico anche per un'idea delle tendenze e correnti del momento).

Io tendo più alla seconda e cerco di scontare qualcosa a un titoli con parecchi anni che magari ha delle qualità ma non ha le comodità e snellimenti dei titoli odierni, ma sicuramente è ben più sorprendente quando il titolo passa il test del tempo e risulta attuale ancora oggi, da questo punto di vista molti titoli N (2D ma non solo) mi sembrano regger bene ma può valere un pò per tutti

Aspè non mi fraintendere, mi sta benissimo una pluralità dell'offerta. Direi che è ampiamente dimostrato che un mercato esiste per prodotti che non siano SOLO (o prevalentemente) puro distillato di gameplay, ed è anche bello sostanzioso.

Semplicemente ad oggi e fino a prova contraria (MAI dire mai! ;D) sono dell'idea che più ci si allontana da quella filosofia, più il fiato di un prodotto tende ad essere corto, proprio in particolare andandolo a riprendere dopo che ha smesso di far notizia se così possiamo dire. Ma non escludo sia almeno in parte un mio bias.

Tutto chiaro e ci intendiamo, del resto esistono prodotti che possono non interessare ma che sarebbe un peccato, magari per altri, vedere declinare e scomparire, oppure può capitate di volersi affacciare a determinate esperienze come titoli di 'stacco' fra un gioco impegnativo (o comunque ciccioso, per contenuti, costanza richiesta, impegno)  l'altro, io passo più tempo a stabilire cosa alternare anche per non appesantire il tutto, ed esistomo titoli che più di altro possono risultare validi in questo senso.

Poi sul fiato corto di alcuni di essi: può essere e lo é in certi casi, ma può starmi tranquillamente bene e posso talvolta accettare che un dato titolo resti significativo solo per quegli attimi, in maniera fugace, per poi dimenticarmene a mesi a distanza; e al contempo ce ne saranno altri che vorrò ripercorrere anche a distanza di tempo (generalmente giochi con una certa profondità di meccaniche tendo a riprenderli perché so che anche dopo ore e ore potrebbero esserci aspetti che erano sfuggiti e che ho da studiare e padroneggiare, in caso contrario tendo ad archiviare ciò che ha esaurito in breve la sua offerta ma magari resto colpito per quanto vissuto e ne conservo un buon ricordo)

Sull'articolo e i punti riportati da EGO, appunto, ha i suoi punti e non nego siano in larga parte condivisibili, semplicemente non mi ritrovo nella visione pessimistica secondo cui tutto è in malora e solo gli indie sono i presunti salvatori (esagero per esemplificare e chiarire meglio il mio punto di vista, logico che non dice solamente questo l'autore) perché, sempre per mia esperienza personale, ho avuto soddisfazioni da titoli di vario tipo per cui sarei più favorevole a distinguere fra titoli ben fatti o meno a prescindere dai valori produttivi