Gran collezione!
Io intanto ho finito tutto del primo Drakengard, compreso il quinto finale (fino al quarto tutto semplice, per sbloccare l'ultimissimo capitolo di gioco tocca ottenere tutte le 65 armi di gioco, impresa non da poco e che necessita per forza di una guida visto che le condizioni di sblocco delle armi sono del tutto arbitrarie e basate su uccidere tot nemici entro del tempo limite, segreti esplorativi impossibili da decifrare, trollate nefaste come dover attendere 25 minuti dall'avvio della missione per far spawnare il forziere
Fortunatamente non vanno maxate, in 40 e passa ore di gioco ne ho maxate 2/65, se erano da maxare tutte avrei preferito l'auto-flagellazione francamente).
Innanzitutto due parole sulla parte giocata: pensavo peggio.
Infinite volte peggio di Nier che pur nei suoi grossi limiti offriva gran varietà con ambientazioni, level design e boss fights mentre questo è un gioco ultra schematico e ripetitivo nelle fondamenta, è letteralmente suddiviso in sezioni a terra con mappe esplorabili e obiettivi spesso simili, ossia eliminare determinati comandanti o raggiungere alcuni punti chiave; sezioni evento in cui bisogma solo raggiungere un punto B partendo da un punto A; e sezioni in volo che ho abbastanza apprezzato a dire il vero: queste tre tipologie si ripetono praticamente in tandem alternate da dialoghi e filmati e... è tutto così, dall'inizio alla fine.
Le missioni a terra sono praticamente un musou ma senza la varietà dei musou data dalla selezione di una moltitudine di personaggi (qui la varietà sarebbe data dalle armi ma ne ho usate letteralmente solo due quindi non sono necessarie, e gli alleati ci sarebbero pure ma sono pochi ed implementati in maniera particolare, tra l'altro rompono il gioco, il che è anche un bene così da velovizzare le missioni!) eppure un pò di strategia e diversificazione c'è, vedasi le truppe resistenti alla magia o dotate di attacchi a distanza e così via.
Per me molto preferibili le fasi in volo che mi sono sembrate una sorta di Panzer Dragoon ma con movimento libero e tridimensionale del drago, semplice il gameplay (sparo singolo, sparo multi target, magia, schivate) ma vengono introdotte varie tipologie nemiche con punti di forza e debolezza quindi in ottica un pò arcade sono fasi sfiziose.
Venendo alla parte narrativa, questa (così come il gameplay) risulta inevitabilmente frammentatissima, non c'è la coesione fra aree che si ha in Nier, semore nei suoi limiti/caricamenti e così via, e questo si avverte tantissimo nei capitoli alternativi necessari per ottenere i primi 4 finali, con what if/versioni differenti degli eventi/percorsi alternativi/cuscenes ripetute ma con una manciata di differenze dovute all'intervento di un determinato e così via, riuscendo persino a confondere le idee allo spettatore a più riprese.
Però, ciò detto, dove brilla Drakengard é nella capacità di Taro, o comunqie del team e di chi ha contribuito alla scrittura, di indagare nelle emozioni umane più profonde, intime e in questo caso negative.
A me sembra quasi che tutto il plot del gioco, che si complica qui e lì ma tutto sommato ha una sua logica e si lascia seguire senza troppi sforzi, non sia altro che un pretesto per mettere in scena emozioni e sentimenti umani in maniera piuttosto profonda e senza freni o limiti su cosa rappresentare e come farlo.
I temi/emozioni trattati sono molteplici e tendono ad essere associati a personaggi ben precisi del gioco, dal protagonista ai vari comprimari, ognuno ha suo ruolo ben preciso e 'serve' a rappresentare qualcosa, e a far emergere i lati più oscuri dell'animo, o a mostrare la fallibilità e la caducità della speranza, della fede, dell'umanità stessa e non solo essa.
Infine non manca assolutamente il weird estremo e dissacrante
perchè vabbè, ritrovarsi a dover mazzolare bambini giganti definiti simpaticamente Aborti dal cielo o appunto Grotesqueries non è esattamente ordinaria amministrazione
però questi sono aspetti ai quali sono un pò impermeabile per abitudine e un pò di desensibilizzazione, del resto sono opere di fantasia, meno male che lo sono.
Davvero un viaggio oscuro, con pochissima luce (e pure quella poca che c'é si affievolisce ben presto) e tanta ombra, sicuramente un'opera controversa per certi aspetti ma decisamente inusuale.
Mi butterò sul 2 e poi lascerò passare un pò di tempo prina di passare al terzo capitolo che mi sembra più puramente divertente e vario da giocare e ha un'estetica che mi attira abbastanza (concept art compresa)