Io nel frattempo sono a 55 ore, l’ho finito e ricominciato e a questo punto credo che lo giocherò 3 o 4 volte per vedere tutto ciò che il gioco ha da offrire.
Per quanto mi riguarda, questo gioco è un sogno che si realizza. E sono piacevolmente colpito dal fatto che, più che rappresentare un tributo didascalico a
Tactics Ogre (che purtroppo non ho mai giocato) e a
FF Tactics (che ho giocato svariate volte) si tratta di un gioco con una sua identità molto forte. Non cade quindi nell'errore di certi giochi-tributo, indie e non, che prendono uno stile grafico e ludico di un classico del passato e imbastiscono un’esperienza che però non può davvero competere con il gioco originale di riferimento.
A dispetto del suo aspetto, infatti, mi pare che questo gioco, più che rappresentare un moderno FFT, sia in realtà la risposta di Square a due tattici più recenti:
Fire Emblem Three Houses e
The Banner Saga, due giochi che ho apprezzato davvero tanto.
Dal punto di vista ludico, infatti, il gioco è molto lontano dai sopracitati tattici custom di Matsuno e soci. Presenta infatti delle unità con abilità specifiche, tutte interessanti da giocare sin da subito, proprio come un FE o come Banner Saga. E francamente è un modello che io preferisco rispetto a quello dei tattici custom, che offrono grande profondità alla lunga, ma sono inevitabilmente più lenti ad ingranare e che, almeno all’inizio, hanno unità tutte simili tra loro.
Narrativamente parlando, da
FE Three Houses, Triangle riprende la struttura a 4 percorsi ma la svolge infinitamente meglio. In TH la scelta del percorso è unica e compiuta dal giocatore ad inizio gioco, quando non ha nessun elemento da valutar se non la simpatia verso la casata da scegliere, e tale scelta non può più essere modificata. Inoltre le diverse run di FE sono estremamente lunghe e piene di contenuti ripetuti. In Triangle i bivi sono continui, come in
The Banner Saga e tengono il giocatore sempre investito nella vicenda. Come in The Banner Saga il gioco ha quell’interessante taglio per cui ad ogni scelta che fai, le cose vanno sempre peggio e sei sempre convinto di aver preso la decisione sbagliata

. Ma, ancor meglio che in Banner Saga, le scelte portano a diramazioni importanti, sia in termini di mappe/missioni nuove che di ambientazioni e vicende.
Il tono generale della scrittura è in chiaroscuro e ci sono zero concessioni ai trope da anime per rincoglioniti che purtroppo piagano anche i migliori fire emblem. In ogni caso, è bene che il giocatore che si avvicina a questo gioco sappia che per mole di scritto si tratta quasi di una visual novel con i combattimenti stretgici. Anche qui, però, la noia è scongiurata dal fatto che il gameplay presenta una certa varietà di fasi: non solo combattimenti e dialoghi, ma anche esplorazione e fasi "investigative".
La colonna sonora, poi, è davvero interessante. Come spesso succede quando i giappi assoldano un compositore dall’industria degli anime, lo stile non ha molto a che vedere con le classiche OST da jrpg. In ambito VG raramente questi compositori funzionano, secondo me, ma qui abbiamo una OST con un numero sorprendente di brani memorabili, particolarmente quelli delle battaglie. Ma anche diversi brani malinconici legati alle fasi esplorative lasciano una profonda impressione.
La grafica è uno dei selling point del gioco. Continuo a pensare che sarebbe potuta essere un pelo più leggibile, ma lo stupore e il piacere che si prova ogni volta che si vede un nuovo “diorama” è costante anche in run successive alla prima, grazie al fatto che i bivi nella storia sono sono bivi “veri”.
Ora, io non so se queso gioco possa essere chiamato capolavoro. Un difetto che potrei citare sarebbe legato alla scrittura a tratti ridondante e con relativamente pochi acuti che può far sì che il gioco non venga ricordato come memorabile. Va detto, però, che quest’ultima non è una critica di cui sia pienamente convinto, visto che il gioco riesce a stupire discretamente grazie alle scelte “minori” e la mia prima run ha avuto almeno due colpi di scena “maggiori” ed emotivamente segnanti.
In ogni caso, questo gioco contribuisce a creare un momento d’oro per gli appassionati del genere. Un clima inaugurato da FE Three Houses che valorizza narrative indirizzate ad un pubblico mediamente più adulto assieme a giochi ludicamente e strutturalmente non eccessivamente debitori e riverenti verso i classici del passato.
Un clima che oltre a questi giochi nuovi e a budget medio-alto ci sta già portando una pletora di progetti minori come i remake dei primi due Front Mission, col secondo che non è mai arrivato in occidente, per non dire delle presunte remaster di FFT/TO (indicate nel famoso Nvidia leak) che sembrano più verosimili che mai.