Che livello, amici, che livello.
La prima parte è straordinaria nell'esaltare al massimo, rendendola essenziale, una caratteristica da sempre tipica della serie: la necessità di attaccare in modo chirurgico senza sprecare o sbagliare un colpo, intimamente legata alla natura delle varie armi.
In Reusurrection questo elemento, nei livelli precedenti è presente ed importante, ma qui, in un incredibile scatto in avanti, è assolutamente fondamentale e sa regalare scariche di adrenalina pazzesche. Non è solo la trappola più insidiosa che attiva tale meccanica, ma anche la conformazione del livello stesso, i nemici normalmente presenti e soprattutto quelli che appaiono se si "sbaglia", che sono tutt'altro che casuali ma sempre scelto in relazione ai primi due elementi.
Bellissima anche l'ambientazione, ispirata ad un livello di Cho Makaimura ma che poi va per la sua strada con lisergica visionarietà senza pari.
E' altresì incredibile come siano riusciti a fare un gioco così difficile ed a farlo reggere al massimo dei giri per così a lungo. Mai un calo, mai un cedimento, sfida e voglia di migliorarsi sempre alle stelle.