Autore Topic: Lingua e inclusività. Parliamonə  (Letto 50711 volte)

0 Utenti e 1 visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Cryu

  • Reduce
  • ********
  • Post: 31.411
  • Ninjerelli si nasce
    • Vertical Gaming Photography
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #360 il: 28 Lug 2022, 14:45 »
Nel frattempo, qui ci avviamo alla completa localizzazione in italiano di un videogioco con protagonista una persona non-binaria *SENZA* usare una singola schwa, asterisco o altri artifici.
Call of Ring VIII. "Alzati, Senzaduce!".

Scherzi a parte, ricordo un intervista a Bortolotti che, in situazione analoga, aveva contattato esponenti della minoranza di interesse per chiedere a loro che soluzione preferissero. Lo trovai premuroso, ma discutibile.
"non e' neppure fan-art, e' uno screenshot di un gioco, ci sono mesi e mesi di sudore di artisti VS uno scatto con un filtro instagram sopra."
www.verticalgamingphotography.com

Offline Ivan F.

  • Amministratore
  • Reduce
  • *********
  • Post: 38.580
    • The First Place
    • E-mail
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #361 il: 28 Lug 2022, 14:46 »
Aggiungo che da tre anni localizziamo i contenuti redazionali in italiano di un'importante società tecnologica, che soprattutto nell'ultimo anno ha cominciato a richiedere un linguaggio 110% inclusivo.

E quando dico 110%, intendo sottigliezze che voi non potete immaginare.
Intendo che non è possibile scrivere "i giocatori in squadra", per dire.
E ogni mese riceviamo un report delle eventuali sviste.

È giusto? Ovvio che è giusto, è la loro scelta comunicativa. È 110% legittimo.

Tutti questi discorsi che non dovrebbero riguardarci, quindi, alla fine ci riguardano? Ovvio che ci riguardano, per questo mi trovate spesso qui a parlarne.
TFP Yearbook - [2019] | [2020] | [2021] | [2022] | [2023]

Offline Gaissel

  • Eroe
  • *******
  • Post: 14.460
  • Massaia con la barba - In diretta dalla Porcilaia
    • E-mail
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #362 il: 28 Lug 2022, 14:55 »
Nel frattempo, qui ci avviamo alla completa localizzazione in italiano di un videogioco con protagonista una persona non-binaria *SENZA* usare una singola schwa, asterisco o altri artifici.

Tutto usando la lingua in modo neutrale, in modo invisibile.

Ancora ci sto lavorando, ma se ci riusciamo, campioni del mondo!

(Post da quotare quando qualcuno se ne esce con la cantilena che tutto questo è "innocuo" e non incide sugli altri. C'è chi con la lingua ci lavora.)
Bravi. Vi paghiamo per questo^
Il mio Yearbook 2022 - 2021 - 2020 - 2019 I miei Awards 2018
La mia All Time TOP-TEN

Offline Luv3Kar

  • Moderatore
  • Eroe
  • *********
  • Post: 17.132
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #363 il: 28 Lug 2022, 18:54 »
Ma qui si parlava di inserire la formula "senatori e senatrici", mica di ridisegnare la grammatica italiana. Tant'è che è perplesso anche Avvenire.

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/parita-genere-linguaggio-in-senato-respinto
Yearbook 2021 2022 2023 2024

Offline Ivan F.

  • Amministratore
  • Reduce
  • *********
  • Post: 38.580
    • The First Place
    • E-mail
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #364 il: 28 Lug 2022, 19:00 »
Dall'articolo del Post...

Citazione
Se la modifica fosse passata, nei documenti del Senato si sarebbe dovuto scrivere, ad esempio, «i senatori e le senatrici presenti» e non più «i senatori presenti», superando così il maschile sovraesteso, cioè l’uso del maschile come presunto neutro per indicare anche persone che maschi non sono.
TFP Yearbook - [2019] | [2020] | [2021] | [2022] | [2023]

Offline Luv3Kar

  • Moderatore
  • Eroe
  • *********
  • Post: 17.132
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #365 il: 28 Lug 2022, 19:51 »
Dall'articolo del Post...

Citazione
Se la modifica fosse passata, nei documenti del Senato si sarebbe dovuto scrivere, ad esempio, «i senatori e le senatrici presenti» e non più «i senatori presenti», superando così il maschile sovraesteso, cioè l’uso del maschile come presunto neutro per indicare anche persone che maschi non sono.

Sì, appunto, è una formula da usare in quel contesto. Non significa bandire il maschile sovraesteso, ma riconoscere che soprattutto in certi contesti è importante usare una lingua più granulare e precisa.

Proprio dall'articolo della Crusca che penso citasse @Cryu prima:

Citazione
La presenza del femminile plurale
Affiancare al maschile il femminile è senz’altro lecito e anzi, in certi contesti, sembra l’opzione preferibile (per esempio quando si indicano categorie professionali in cui la mozione al femminile ha stentato a imporsi). Nelle forme allocutive, in particolare, rappresenta indubbiamente, specie se a parlare o a scrivere è un maschio, un segnale di attenzione per le donne: bene dunque, per formule come care amiche e cari amici, cari colleghi e care colleghe, cari soci e care socie, carissime e carissimi, ecc. Anche nella tradizione dello spettacolo, del resto, chi presenta si rivolge al pubblico con signore e signori e i politici, specie in vista delle elezioni, parlano di elettori ed elettrici, cittadini e cittadine, ecc.

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/un-asterisco-sul-genere/4018

Peraltro tutto il saggio è equilibrato e ragionevole, ma adotta un punto di vista prettamente tecnico, non va a monte di quei meccanismi. Tralascia il fatto che una lingua non è ideologicamente neutra e che certi suoi aspetti, come il maschile sovraesteso, derivano da una visione patriarcale di fondo. Sono tratti incorreggibili in una lingua viva, forse inevitabili e ineludibili, perché come dice Cryu frutto di strati e strati di storia? Non so, può darsi, ma l'introduzione di certi accorgimenti porta fuori dall'implicito una parte significativa della popolazione che in quell'implicito evidentemente non ci sta bene.
Yearbook 2021 2022 2023 2024

Offline Xibal

  • Eroe
  • *******
  • Post: 15.243
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #366 il: 28 Lug 2022, 20:05 »
Dall'articolo del Post...

Citazione
Se la modifica fosse passata, nei documenti del Senato si sarebbe dovuto scrivere, ad esempio, «i senatori e le senatrici presenti» e non più «i senatori presenti», superando così il maschile sovraesteso, cioè l’uso del maschile come presunto neutro per indicare anche persone che maschi non sono.

Sì, appunto, è una formula da usare in quel contesto. Non significa bandire il maschile sovraesteso, ma riconoscere che soprattutto in certi contesti è importante usare una lingua più granulare e precisa.
Perchè è importante ricordare che una funzione senza genere, sia assolta, appunto, da entrambi i generi?
Il sostantivo è maschile non significa Il sostantivo è dei maschi, ed è il porre l'accento sulla questione che fa assumere alla cosa il tono molto poco neutrale di una richiesta di parità, che si realizza con entrambi che scendono finalmente dai rispettivi piedistalli, per assumere quello della rivalsa, in cui su quel piedistallo, fuori luogo, ci voglio salire pure io, invece di abbatterlo per entrambi con un bel neutro per tutte le funzioni che, come tali, siano svolgibili da qualunque persona fisica o giuridica, indipendentemente da razza, sesso, religione ecc...
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)

Offline Gaissel

  • Eroe
  • *******
  • Post: 14.460
  • Massaia con la barba - In diretta dalla Porcilaia
    • E-mail
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #367 il: 28 Lug 2022, 20:07 »
Impeccabile Accademia :)
Il mio Yearbook 2022 - 2021 - 2020 - 2019 I miei Awards 2018
La mia All Time TOP-TEN

Offline Tetsuo

  • Eroe
  • *******
  • Post: 10.264
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #368 il: 28 Lug 2022, 20:26 »
comunque oh,

si incarognisce con modalità cannarsiane

è una bomba
🏆

Offline fomento

  • Avviato
  • *
  • Post: 293
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #369 il: 28 Lug 2022, 20:36 »
Dall'articolo del Post...

Citazione
Se la modifica fosse passata, nei documenti del Senato si sarebbe dovuto scrivere, ad esempio, «i senatori e le senatrici presenti» e non più «i senatori presenti», superando così il maschile sovraesteso, cioè l’uso del maschile come presunto neutro per indicare anche persone che maschi non sono.

Sì, appunto, è una formula da usare in quel contesto. Non significa bandire il maschile sovraesteso, ma riconoscere che soprattutto in certi contesti è importante usare una lingua più granulare e precisa.

Proprio dall'articolo della Crusca che penso citasse @Cryu prima:

Citazione
La presenza del femminile plurale
Affiancare al maschile il femminile è senz’altro lecito e anzi, in certi contesti, sembra l’opzione preferibile (per esempio quando si indicano categorie professionali in cui la mozione al femminile ha stentato a imporsi). Nelle forme allocutive, in particolare, rappresenta indubbiamente, specie se a parlare o a scrivere è un maschio, un segnale di attenzione per le donne: bene dunque, per formule come care amiche e cari amici, cari colleghi e care colleghe, cari soci e care socie, carissime e carissimi, ecc. Anche nella tradizione dello spettacolo, del resto, chi presenta si rivolge al pubblico con signore e signori e i politici, specie in vista delle elezioni, parlano di elettori ed elettrici, cittadini e cittadine, ecc.

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/un-asterisco-sul-genere/4018

Peraltro tutto il saggio è equilibrato e ragionevole, ma adotta un punto di vista prettamente tecnico, non va a monte di quei meccanismi. Tralascia il fatto che una lingua non è ideologicamente neutra e che certi suoi aspetti, come il maschile sovraesteso, derivano da una visione patriarcale di fondo. Sono tratti incorreggibili in una lingua viva, forse inevitabili e ineludibili, perché come dice Cryu frutto di strati e strati di storia? Non so, può darsi, ma l'introduzione di certi accorgimenti porta fuori dall'implicito una parte significativa della popolazione che in quell'implicito evidentemente non ci sta bene.
A mio avviso i limiti dell'approccio cruschiano al tema sono nella sua – per forza di cose – autoreferenzialità circolare: l'evoluzione grammaticale prevede questo, quindi il nostro parere è quest'altro (perché la Crusca, comunque, rimane un'istituzione di sorveglianza con ruolo descrittivo e non prescrittivo). "Tralasciando" di conseguenza tutto il portato politico e ideologico di rivendicazione sociale* che c'è dietro, che è un risvolto non di poco conto, ecco.

*di una sua parte, certo.

Inviato dal mio RMX2001 utilizzando Tapatalk


Offline Andrea_23

  • Eroe
  • *******
  • Post: 13.649
  • Ho un problema col copincolla
    • Ventitre's Lair
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #370 il: 28 Lug 2022, 21:37 »
Nell'ultima stagione di This is us c'è un abbozzo di quello che dovrebbe essere in italiano.

Funzionerà, dovrà funzionare, ma non prima di un centinaio d'anni...
.....f|0w
-----------. Steam ID|B.net

Offline Tetsuo

  • Eroe
  • *******
  • Post: 10.264
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #371 il: 28 Lug 2022, 21:38 »
grazie a L*i noi non ci saremo più

Offline Andrea_23

  • Eroe
  • *******
  • Post: 13.649
  • Ho un problema col copincolla
    • Ventitre's Lair
.....f|0w
-----------. Steam ID|B.net

Offline Ivan F.

  • Amministratore
  • Reduce
  • *********
  • Post: 38.580
    • The First Place
    • E-mail
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #373 il: 28 Lug 2022, 22:14 »
Il figlio prende il cognome di entrambi i genitori? Quindi il figlio di questi ultimi avrà potenzialmente quattro cognomi? E il successivo figlio otto?

A un certo punto bisognerà decidere quali cognomi far decadere, immagino. Non vorrei essere nei panni di quei genitori :)

Sentenza importante, ma (se ho ben interpretato) piuttosto complicata.

Miei due centesimi? Un figlio dovrebbe prendere il cognome della madre, per un ovvio primato biologico.
TFP Yearbook - [2019] | [2020] | [2021] | [2022] | [2023]

Offline Devil May Cry

  • Reduce
  • ********
  • Post: 45.794
Re: Lingua e inclusività. Parliamonə
« Risposta #374 il: 28 Lug 2022, 22:16 »
No, massimo 2 ne potrà scegliere. Anche io mi ero posto il problema di primo acchito.