Molte delle fonti anti-trans si focalizzano su personaggi criminali, egocentrici o che si approfittano della situazione a triste discapito delle donne. Raramente peró si fa riferimento a tutte quelle persone che soffrono di disforia di genere e che vorrebbero vivere semplicemente la loro vita nel migliore dei modi senza far male a nessuno.
Basterebbe conoscerne una o due per capire tutte le difficoltá a cui vanno incontro quotidianamente, e la transizione non é staccare un biglietto per Disneyland.
Forse il punto non è essere anti-trans, ma dare peso proprio alla differenza tra una disforia, diagnosticata e accompagnata nel suo difficile percorso, e chi pretenda la bacchetta magica del furor di popolo al semplice dichiararsi in un modo o in un altro, che è ciò che viene spesso alimentato da chi voglia trasformare un complesso e difficile cambiamento, per tutti, della società, in un evento mediatico che faccia audience e riceva applausi indifferentemente.
L'esistenza di persone, passami l'espressione, nate nel corpo sbagliato, che vanno aiutate e supportate prima di tutto a capirsi, non esclude quella di menti sbagliate in qualsiasi corpo, e credo sia fondamentale distinguerle.
Così come bisogna distinguere chi richieda tale complessità e la sua corretta regolamentazione, da chi allo stesso modo di cui sopra pretenda di gridare al "malati depravati!" per tutti indistintamente.
Però per fare questo bisogna dare importanza al dubbio ed alle domande, l'entusiasmo della lotta che diventa intolleranza all'approfondimento per "non sentirsi diversi" o "processati", e che viene poi sfruttato da chi da questi carrozzoni mediatici ci guadagni, è secondo me il modo più impervio di affrontare la salita, che è una salita, e non diventa discesa solo perchè non vogliamo sia faticoso...