A parte tutto, la questione è semplice:
Ci sono 12/15 club che credono di valere più € di quelli che gli sono riconosciuti (a torto o a ragione), e non sono d’accordo con le distribuzioni attuali.
No, non è solo questo.
Come spiegato sopra, questi club vogliono la certezza che una stagione andata male, perché può succedere a chiunque per mille motivi, non comporti perdite economiche fuori scala.
Alle squadrette da metà classifica, raggiunta la salvezza non cambia molto.
Ma 20 squadre, in Europa, investono per vincere, e un "mani appena dentro l'area" può fare molto male al bilancio.
Isolare il sistema ricco limita la redistribuzione ai “ricchi”.
I ricchi producono uno spettacolo e guadagnano da esso, è giusto.
Ma se leggi, si parla di usare questi fondi per rifocillare anche i campionati nazionali.
Questa è la differenza tra sport e intrattenimento.
Nello sport ci sta che Atalanta e Leicester sbanchino (che poi vuol dire che sul campo sono stati più forti), nell’intrattenimento alla fine non perde nessuno o, se vuoi, vincono tutti.
Come dicevo qualche post fa, è una questione di modello da applicare.
Personalmente quello dell’“intrattenimento”, business driven, non piace, non lo sento vicino ai valori che ritengo lo sport debba veicolare.
A ognuno il suo.
Che poi gli “investimenti” di cui si riempiono la bocca sono per la stragrande parte pagare di più i giocatori. Mica beneficenza o valore aggiunto per la comunità.
E visto che siamo oltre il livello “stipendio da fame”, potrebbe essere anche rivisto.
Ma ancora, è una questione di valori.