Le reazioni sono le più disparate ma penso che si debba prendere atto di un aspetto: i grandi club sono in crisi, con centinaia di milioni di debiti, e le proposte della Uefa non ne stanno tenendo conto. L'istituzione di un circuito almeno in parte chiuso, con un certo tipo di distribuzione degli introiti, è ciò che permette di autoimporsi dei salary cap, di stabilire regole condivise sui trasferimenti, giocando per risanare, guadagnare ed investire in infrastrutture, diversamente da quanto è storicamente accaduto nel calcio a quei livelli, con i magnati a scialacquare fior fiori di fantastiliardi, altri a fallire, altri a lasciare buchi inenarrabili e rivendere le società.
Il Fair Play Finanziario lo possono stabilire solo loro, su introiti prestabiliti, non un ente terzo, che da un lato immagina punizioni, dall'altro fa come gli pare ed invita comunque a scannarsi per i soldi della Champions.
Non penso neppure che sia un caso se le inglesi abbiano aderito in massa. Non dipende solo dagli investimenti americani in parte di esse. Hanno una ripartizione più equa nella Premier, ma ogni anno qualcuna di loro è fuori dalla Champions, malgrado le spese, senza paracaduti di ogni genere. Ballano troppi soldi tra esserci o non esserci, ed in prospettiva ne ballerebbero sempre più, vedendo quanto sono cresciuti i proventi dai diritti.
Pensavo che per adesso fosse solo un rumor per stanare la Uefa in un momento cruciale, di riforma della Champions, ma visti i presupposti annunciati (ed i bilanci previsti quest'anno) è chiaro perché abbiano scelto di forzare la mano.
Oggi sono le istituzioni quelle che si fanno i soldi senza il benché minimo rischio economico, ed anche per questo sono le prime ad opporsi.
Da anni si chiede che venga ridotto il numero di squadre nella prima divisione di ciascuna delle maggiori leghe, ed invece in un certo momento sono pure aumentate. Da anni le big si lamentano dei troppi impegni delle nazionali e la Uefa si è inventata pure la Nations League.
Il problema non è del calcio, ne delle squadre di medio livello, che punterebbero comunque a vendere i giocatori alle big coinvolte ed a raggiungere l'Europa League della situazione, senza squadre troppo grandi in mezzo, come invece accade soprattutto nella fase finale attuale, che ha ben poco senso.
Se le big dovessero schierare in campionato delle squadre B, rischiando magari di retrocedere, sarebbe un problema loro.
Ognuna delle parti in causa sta difendendo i propri interessi, non quelli dello sport in senso assoluto. Lo sport va avanti sia senza Nations League che con la Juve in B. Però la bolla c'è, non si può far finta di niente, il covid sta accelerando processi di cambiamento. Quanto avvenuto in Cina, con i campioni uscenti lasciati fallire, salary cap ai minimi e svincolamenti da tutti le parti, è solo un lato della bolla.