Autore Topic: Calcio - Stagione 20/21: Torniamo Allegri!  (Letto 190892 volte)

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Offline Gold_E

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1575 il: 26 Nov 2020, 09:20 »
L'unica spiegazione è che alla famosa riunione di questa estate la società lo abbia messo di fronte alla scelta di andarsene gratis o restare fino a fine contratto. Ma se è questo il risultato, è conveniente? Capisco il non voler pagare la buonuscita per licenziarlo, visto che hai ancora anche Spalletti sotto contratto, ma sicuri che non ci si perde più così? Al di là che da tifoso mi interessano solo i risultati, se la si guarda dal punto di vista economico, salvo miracoli sei già fuori dalla Champions, quindi hai già perso il soldi degli ottavi che probabilmente da soli valgono una annualità di Conte, in più stai svalutando i tuoi giocatori per non parlare che se va tutto in vacca rischi anche di non entrare nelle prime 4 e perdere la prossima Champions. Forse, se i rapporti si son rotti converrebbe correre ai ripari prima che sia troppo tardi..
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Offline Raiden

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1576 il: 26 Nov 2020, 10:51 »
Beh, Conte è rimasto fermo per lo stesso motivo col Chelsea, è anche andato in causa col suo vecchio club perché non voleva rinunciare alla buonuscita.

Inoltre, non ci sarebbe stato neanche il tempo di trovarsi un'altra panchina, e l'Allegri di turno andava pagato un sacco di soldi.

Secondo me è vero quanto dici, dalla riunione è emerso quello ma una sorta di agreement sul mercato lo trovarono, ma alle prime difficoltà sono andate a mancare quelle poche motivazioni che c'erano.

Hakimi è in difficoltà (però non si può buttare sempre tutto in caciara per alcune partite sbagliate), Vidal e Kolarov un disastro, Eriksen ha fatto solo danni nel rapporto tra allenatore e società... Non voglio immaginare che ambientino ci sia nello spogliatoio.
Conte ha sempre addossato colpe alla società, oggi stanno girando male i suoi pupilli, difficile che possa alzare i toni e si barrica dietro le solite frasi di rito...

...Peccato che ieri il Real aveva una marea di assenti, una squadra inventata, l'Inter giocava in casa, le giustificazioni di Conte non stanno né in cielo né in terra.

Generalmente sono molto critico, ma in questo caso purtroppo è stato difficile uscire da un tale ginepraio economico e d'immagine, per tutti: la vera colpa è stato assumerlo, ma anche lì col senno di poi...
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Offline atchoo

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1577 il: 26 Nov 2020, 11:04 »
Mi chiedo chi potrà azzardare il suo ingaggio dopo l'esperienza Inter. Non che sia su una strada, ad averceli io i suoi problemi. 😅
Fermo restando che non siamo neppure a dicembre e che magari arriverà un piccolo triplete, con campionato, coppa Italia ed Europa League.

Offline Shape

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1578 il: 26 Nov 2020, 11:12 »
Mi permetto di copiare la cosa più bella che ho letto su Maradona. L'ha scritta Gianni Minà sulla sua pagina facebook:

A DIEGO
di Gianni Minà

Con Maradona il mio rapporto è stato sempre molto franco.
Io rispettavo il campione, il genio del pallone, ma anche l’uomo, sul quale sapevo di non avere alcun diritto, solo perché lui era un personaggio pubblico e io un giornalista.
Per questo credo lui abbia sempre rispettato anche i miei diritti e la mia esigenza, a volte, di proporgli domande scabrose.
So che la comunicazione moderna spesso crede di poter disporre di un campione, di un artista soltanto perché la sua fama lo obbligherebbe a dire sempre di sì alle presunte esigenze giornalistiche e commerciali dell’industria dei media.
Maradona, che ha spesso rifiutato questa logica ambigua, è stato tante volte criminalizzato.
Una sorte che non è toccata invece, per esempio, a Platini, che come Diego ha detto sempre no a questa arroganza del giornalismo moderno, ma ha avuto l’accortezza di non farlo brutalmente, muro contro muro, bensì annunciando, magari con un sorriso sarcastico, al cronista prepotente o pettegolo “dopo quello che hai scritto oggi, sei squalificato per sei mesi. Torna da me al compimento di questo tempo.”
Era sicuro, l’ironico francese, che non solo il suo interlocutore assalito dall’imbarazzo non avrebbe replicato, ma che la Juventus lo avrebbe protetto da qualunque successiva polemica.
A Maradona questa tutela a Napoli non è stata concessa, anzi, per tentare di non pagargli gli ultimi due anni di contratto, malgrado le tante vittorie che aveva regalato in pochi anni agli azzurri, nel
1991 gli fu preparata una bella trappola nelle operazioni antidoping successive a una partita con il Bari, in modo che fosse costretto ad andarsene dall’ Italia rapidamente.
Eppure nessuno, né il presidente Ferlaino, né i suoi compagni (che per questo ancora adesso lo adorano) né i giornalisti, né il pubblico di Napoli, hanno mai avuto motivo di dubitare della lealtà di Diego.
Io, in questo breve ricordo, a conferma di questa affermazione, voglio segnalare un semplice episodio riguardante il nostro rapporto di reciproco rispetto.
Per i Mondiali del ’90, con l’aiuto del direttore di Rai Uno Carlo Fuscagni, mi ero ritagliato uno spazio la notte, dopo l’ultimo telegiornale, dove proponevo ritratti o testimonianze dell’evento
in corso, al di fuori delle solite banalità tecniche o tattiche. Questa piccola trasmissione intitolata “Zona Cesarini”, aveva suscitato però il fastidio dei giovani cronisti d’assalto (diciamo così...) che
occupavano, in quella stagione, senza smalto, tutto lo spazio possibile ad ogni ora del giorno e della notte. La circostanza non era sfuggita a Maradona ed era stata sufficiente per avere tutta la sua simpatia e collaborazione.
Così, nel pomeriggio prima della semifinale Argentina-Italia, allo stadio di Fuorigrotta di Napoli, davanti a un pubblico diviso fra l’amore per la nostra nazionale e la passione per lui, Diego,
mi promise per telefono: “Comunque vada verrò al tuo microfono a darti il mio commento. E tengo a precisare, solo al tuo microfono.”
La partita andò come tutti sanno. Gol di Schillaci e pareggio di Caniggia per un’uscita un po’ avventata di Zenga.
Poi supplementari e calci di rigore con l’ultimo, quello fondamentale, messo a segno proprio da quello che i napoletani chiamavano ormai “Isso”, cioè Lui, il Dio del pallone.
L’atmosfera rifletteva un grande disagio. Maradona, per la seconda volta in quattro anni, aveva riportato un’Argentina peggiore di quella del Messico, alla finale di un Mondiale che la Germania, qualche giorno dopo, gli avrebbe sottratto per un rigore regalato dall’arbitro messicano Codesal, genero del vicepresidente della Fifa Guillermo Cañedo, sodale di Havelange, il presidente brasiliano del massimo ente calcistico, che non avrebbe sopportato due vittorie di seguito dell’Argentina, durante l’ultima parte della sua gestione.
C’erano tutte le possibilità, quindi, che Maradona disertasse l’appuntamento. E invece non avevo fatto a tempo a scendere negli spogliatoi, che dall’enorme porta che divideva gli stanzoni
delle docce dalle salette delle tv, comparve, in tenuta da gioco, sporco di fango e erba, Diego, che chiedeva di me, dribblando perfino i colleghi argentini. C’era, è vero, nel suo sguardo,
un’espressione un po’ ironica di sfida e di rivalsa verso un ambiente che in quel Mondiale, non gli aveva perdonato nulla, ma c’era anche il suo culto per la lealtà che, per esempio, lo aveva fatto
espellere dal campo solo un paio di volte in quasi vent’anni di calcio.
Cominciammo l’intervista, la più ambita al mondo in quel momento, da qualunque network.
Era un programma registrato che doveva andare in onda mezz’ora dopo, perché più di trent’anni di Rai non mi avevano fatto “meritare” l’onore della diretta, concessa invece al cicaleggio più inutile.
Ma a metà del lavoro eravamo stati interrotti brutalmente non tanto da Galeazzi (al quale per l’incombente tg Diego concesse un paio di battute) ma da alcuni di quei cronisti d’assalto che già
giudicavano la Rai cosa propria e che pur avendo una postazione vicina ai pullman delle squadre, volevano accaparrarsi anche quella dove io stavo intervistando Maradona. El Pibe de Oro fu
tranciante: “Sono qui per parlare con Minà. Sono d’accordo con lui da ieri. Se avete bisogno di me prendete contatto con l’ufficio stampa della Nazionale argentina. Se ci sarà tempo vi accorderemo qualche minuto.” Aspettò in piedi, vicino a me, che terminasse l’intervista con un impavido dirigente del calcio italiano, disposto a parlare in quella serata di desolazione, poi si risedette, battemmo un nuovo ciak e terminammo il nostro dialogo interrotto. Quella testimonianza speciale, di circa venti minuti, fu richiesta anche dai colleghi argentini, e andò in onda (riannodate le due parti) dopo il telegiornale della notte.
Fu un’intervista unica e giornalisticamente irripetibile, solo per l’abitudine di Diego Maradona a mantenere le parole date.
Lo stesso aveva fatto per i Mondiali americani del ’94 quando aveva accettato per due volte di ritornare all’attività agonistica in nazionale prima per assicurare la partecipazione alla querida
Argentina nel match di spareggio contro l’Australia e poi giocando tre partite all’inizio dei Mondiali stessi, prima che lo fermassero. Eppure, val la pena ricordarlo, nel momento in cui, con un'accusa
ridicola era stato sospeso per doping dopo le prime due partite.
La Federazione del suo amato paese non aveva mandato nemmeno un avvocato a respingere legalmente l’imputazione che non stava in piedi: “Hanno preferito trafiggere con un coltello il cuore di un bambino” aveva commentato Fernando Signorini, il suo allenatore e consigliere, quando la mattina dopo ci eravamo incontrati.
L’intervista da un motel dove aveva soggiornato con i parenti l’avevo ottenuta io. I giapponesi l’avevano mandata in diretta e i francesi in differita, un po’ di ore dopo, non credendola possibile.
Così, insomma, questo modo di comportarsi da grande e da piccino lo ha portato a superare ogni avversità e pericoli - anche quelli che sembravano impossibili - della sua esistenza.
Dalla polvere di Villa Fiorito, nella provincia di Buenos Aires, dove è cominciata la sua avventura di più grande calciatore mai nato alla militanza politica nei partiti progressisti latinoamericani per i quali ha dato molte volte la propria faccia.
Nessun calciatore è mai arrivato a tanto.
Diego, per una ironia del destino, se n’è andato da questo mondo lo stesso giorno di un altro gigante, Fidel Castro.
Alla fine li rimpiangeremo, come succede a chi ha lasciato una traccia indelebile nel gioco del calcio e della vita.
E ora silenzio.
Il suo prezzo al mondo del pallone lo ha pagato da tempo.

Offline slataper

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1579 il: 26 Nov 2020, 11:16 »
Mi sa che l'apice della carriera di Conte è passato.
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Offline Raiden

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1580 il: 26 Nov 2020, 11:20 »
Bah, si poteva dire lo stesso di Lippi all'epoca e sappiamo tutti come sia finita.

Probabilmente Conte avrebbe bisogno dello stesso percorso.  :D

Quello che manca a Conte è quello che "velatamente" gli ha contestato la società, ovvero l'integralismo tattico. Zero intenzioni di mettere in discussione il suo credo tattico, non è accettabile nel calcio di oggi.

Comunque sembra che stiano finendo in serie B... Sono assolutamente in corsa per il campionato e continuano a essere i favoriti con la Juve, c'è la Coppa Italia da giocare, mal che vada resta l'Europa League (sempre che non riescano nell'impresa al contrario di arrivare ultimi).
Se il problema è di motivazioni, alcuni risultati utili di fila le fanno ritrovare in fretta.
Se il problema sono giocatori chiave bolliti, crisi interne di spogliatoio / rapporti tra entità allora è un altro discorso ancora.
Il livello del calcio italiano e la qualità della rosa, se recuperano i giocatori più in difficoltà, resta di livello. Ma vanno messi nella condizione di rendere tutti al massimo.
« Ultima modifica: 26 Nov 2020, 11:22 da Raiden »
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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1581 il: 26 Nov 2020, 13:56 »
Non vedo come si possa considerare favorita una squadra che non vince uno scontro diretto che sia uno.

Offline Raiden

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1582 il: 26 Nov 2020, 14:15 »
Non vedo come si possa considerare favorita una squadra che non vince uno scontro diretto che sia uno.
Semplicemente perché le cose cambiano, chi sta davanti non è una macchina da guerra implacabile, nessuna delle favorite corre come i matti e i punti di distanza non sono molti.

Si sono viste rimonte MOLTO più incredibili fatte da squadre molto inferiori.

Ricordo una Juve di Allegri in grossa difficoltà in questo stesso periodo che infilò tipo 27 vittorie di fila e vinse il campionato ad Aprile.
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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1583 il: 26 Nov 2020, 15:52 »
Le svolte definitive non arrivano mai per caso. Dietro c'è sempre un cambiamento, che sia di modulo, di equilibri, d'allenatore, di giocatori che vanno in campo.
In questo momento non vedo i presupposti per un cambiamento, di certo non mantenendo un allenatore mono modulo che ha preferenze evidenti nelle scelte degli 11 e che non si sta mettendo in discussione. In una stagione e un quarto questa squadra ha più e più volte toppato, mentalmente e tatticamente, negli appuntamenti che contavano maggiormente ed in cui gli avversari si sono dimostrati decenti. Non è questione di avere dei passaggi a vuoto, di fare bene uno scontro diretto e buscarle nel successivo.
Ci si è esaltati soprattutto per la prestazione nella semifinale di EL con lo Shakthar, ed oggi che gli ucraini hanno preso 10 gol fra andata e ritorno con il Borussia MG si sta mettendo in discussione anche il valore effettivo di quella partita.
Si è dato tempo e fiducia incondizionata alle prospettive di crescita di un progetto che oggi è già in una fase involutiva, contro avversari che ormai hanno ben chiari i limiti tattici di quest'Inter.
Nessuno sta dicendo che si retrocede, le gare con le piccole questa squadra le vincerà lo stesso, però non basta, non per raggiungere gli obiettivi societari.

Capisco che darla su a fine novembre possa apparire eccessivo ma è un discorso che si riferisce alle prospettive dell'Inter contiana, più ancora che alla negatività di certi risultati.

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1584 il: 26 Nov 2020, 16:14 »
Per quanto mi riguarda sono preoccupato non tanto per i risultati, ma come già detto proprio per l'atteggiamento di Conte. Sia in campo che fuori sembra un agnellino dimesso, non è lui e mi sembra che la squadra rispecchi perfettamente questo atteggiamento. Poi non lo sò se negli spogliatoi i giocatori li prende a schiaffi, ma non credo visto come reagiscono in campo. Il Conte vincente è sempre stato una feroce, vincente testa di cazzo. Insopportabile ma riconosciuto da tutti come bravo. Questo è una controfigura sbiadita. Se ci crede ancora deve dare un segnale forte, altrimenti la stagione finirà di merda come tante altre volte successo all'Inter.. Se c'è, credo che sia il momento di battere un colpo anche da parte della società..
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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1585 il: 26 Nov 2020, 18:59 »
In tutto questo mi spiace per l'assenza del pubblico perché dopo una gara come quella di ieri non se ne sarebbero stati zitti.

Ogni tanto una bordata di fischi ci vuole.

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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1586 il: 27 Nov 2020, 14:49 »
Pippaldo non parte per Benevento!

È finita! Perderemo! Piango!
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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1587 il: 27 Nov 2020, 17:41 »


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Re: Calcio - Stagione 20/21: L'anno dei vecchi!
« Risposta #1588 il: 27 Nov 2020, 18:43 »
Certo che questi assembramenti in tempi di Covid sono proprio geniali.

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« Risposta #1589 il: 27 Nov 2020, 18:48 »
Pippaldo non parte per Benevento!
Avete cercato di venderlo al Benevento ?