Visto, un altro pianeta.
Inizio proiezione, incrocio lo sguardo di una mamma con due bambini, mi guarda e mi dice:
"scusi, va bene per loro?"
no, signora, non va bene, ma come si dice, se non ti ammazza ti rende più forte.
Silenzio prolungato, sguardo vitreo. Probabilmente non ha capito.
Gunn mostra come si fa un cinecomix. Il film che si meritava la Suicide Squad e che ha ottenuto, finalmente. Il punto è che Gunn è un regista. È uno che non mette uno squalo su un camioncino e ti mostra tutta la capacità di raccontarlo solo con le immagini, d'accordo, mangia le persone ma ti viene voglia di abbracciarlo. Come disse qualcuno, non pistolotti one-self-man da un'ora ma la regola dello show, don'tell perfettamente esplicata. Forma e sostanza dunque. Un film casinaro con un gruppo di ripudiati, ma diretto con cervello. Arte e mestiere. Non ha quasi nulla a che vedere con il precedente film di Ayer, che era piuttosto zoppo.