1. Non si può ammazzare una ragazza. Sana. Innocente. Senza consenso. Né di lei né di genitori o altri. Quello che stavano facendo le luci sarebbe considerato illegale e immorale ovunque.
La madre di Ellie affida la figlia a Marlene, quindi tecnicamente si potrebbe dire che lei funge da "tutore legale" della ragazza.
Per tutto il resto (ad es. le reali chance di creare una cura), la storia va presa né più né meno per quello che viene raccontato. Trovo abbastanza inutile soffermarsi su alcuni dettagli (sul serio qualcuno si è messo a parlare di "credibilità" della ronda di Tommy?
) e soppesare il grado di probabilità/fattibilità di certi eventi. Insomma, è chiaro che è assolutamente irrealistico che in tutto il mondo solo il padre di Abby sia in grado di creare una cura, così come è irrealistico che Ellie sia l'unica immune. Ma la storia va presa per quella che è: un contesto sci-fi che è solo un pretesto per parlare di personaggi attraverso le scelte che operano difronte a diversi conflitti (interiori, personali, extra-personali).
Quindi se la storia dice che Ellie e il padre di Abby erano l'unica speranza per salvare l'umanità, allora va preso per buono che sia così, e ogni scelta dei personaggi va commisurata a questo.
Riguardo a Joel, chiunque si metta a parlare di "villain" in The Last of Us, mi sa che non ha ben afferrato il senso della storia. Non ci sono personaggi "buoni" e "cattivi", quantomeno non nei comprimari. Quello che si può dire nel suo caso, al massimo, è che ha un "moralità" molto pragmatica e basata su istinti primordiali (sopravvivenza personale e del suo nucleo familiare), che se da una parte gli impediscono di avere una visione d'insieme (il bene collettivo), dall'altra lo rendono immune da comportamenti autodistruttivi, come la vendetta fine a sé stessa.
La scena in cui salva Abby insieme a Tommy è tutto sommato poco indicativa del suo carattere (anzi, volendo persino contraddittoria, se si considera l'ingenuità di seguire una sconosciuta senza valutarne i rischi); ma la verità è che quella è una costruzione narrativa che serve per definire il personaggio di Abby - non di Joel - attraverso la scelta che opererà più tardi nel suo personale conflitto interiore (uccidere per vendetta un uomo che le ha appena salvato la vita).