Finito.
Ultimo boss, boh, fa scena, mi ha anche messo addosso pressione, ma mi è venuto giù abbastanza easy.
E poi non so, avrei preferito qualcosa di più dinamico rispetto a questa roba che pare pescata dal cestone delle cozze di seconda fascia di Bloodborne.
Tant'è che l'apice credo si sia raggiunto col boss del secondo livello bioma, sebbene non mi siano affatto dispiaciuti quelli un po' gimmick e sempre tanto cozze del terzo e del quarto. Anzi, di quest'ultimo a me bastava sentire riecheggiare la musica in lontananza per avere i brividi, anche quando sceglievo di imboccare una shortcut.
Mi sento colpito da un tram in faccia ma anche confuso, che mica ho ben capito se quello fosse un tram.
Non penso di aver afferrato tutto, insomma, per cui mi cercherò qualche video-spiegone.
Ma il viaggio, pur con qualche flessione, è stata una bomba anche ben oltre le mie aspettative.
E non è affatto poco, dato che in realtà del gioco avevo sempre visto pochissimo, quasi zero, facendo galoppare la mia immaginazione sull'onda dei pareri entusiasti. E nel confrontarsi con questa mio disegno fumoso, per diversi aspetti idealizzato, in cui nemmeno sapevo in cosa consisteva esattamente il gameplay loop e quanto e come di narrativo c'era, Returnal non ha sfigurato, anzi.
Prova eccezionale di Housemarque, che capitalizza sul suo pregresso di grandissimo rispetto per lanciarsi in un territorio per lei nuovo, assestando un colpaccio enorme, dando prova di una maturità esemplare.