Ci voleva il post de @Il Gladiatore per sbloccarmi e dare una bella chiusura al cerchio ciclo della mia vita.
Felicissimo ti sia piaciuto
@teokrazia, è un gioco che ho sempre associato al tuo modo di videogiocare ed ero sicuro del tuo gradimento.
Da parte mia, come hai visto, l'ho amato e mi è cresciuto dentro sia nel corso dell'esperienza che dopo. La sua caratteristica (forse limite oppure qualità, non saprei) consiste nel rivolgersi a un particolare tipo di giocatore, identificabile su scala temporale. Quel giocatore di epoca pre-PSX, abituato a farsi durare un gettone da sala giochi il più possibile e che quindi scorge nella ripetitività del gesto l'attestazione della sua competenza. Quel giocatore abituato a fissare per 5 minuti il loading colorato dei giochi C64, a cui spesso corrispondeva un minuto scarso di gioco a causa della difficoltà incredibile. A quel giocatore di ambiente Amiga, forgiato da mille battaglie di giochi malamente equilibrati e bilanciati, quello che ha fatto della pazienza e di ogni nuovo inizio uno stile di vita.
Ecco, io credo che quel genere di giocatore, anche per motivi sbagliati per carità, abbia qualcosa di diverso, quella pazienza umile di farsi entrare dentro un gioco e di piegare la rigidità del codice con la forza di volontà di un intelligenza che sappia apprendere e mettere in atto.
Returnal è tutto questo. E a 3 anni dall'inizio di questa discutibile generazione rimane il gioco da giocare per chiunque e una delle poche esperienze autenticamente originali in contesti AAA. Un piccolo capolavoro.