Mi fa ridere una cosa che finalmente sta venendo a galla come un problema anche per la politica:
Molti gridano alla dittatura sanitaria ma probabilmente molti di più, spinti dal bombardamento quotidiano di notizie, di dati e statistiche per cui sempre ringraziamo televisioni e radio, sono diventati più realisti del re e più cattolici del papa. Ci si inventano regole e autoimpongono costrizioni non richieste.
Per cui (e non dico il caso di Cryu visto il contatto diretto più sintomi eccezionali) per un raffreddore si va a fare un tampone. Un mio collega di lavoro mi ha detto che ogni due settimane si fa un tampone così, per prudenza, mentre un altro mi ha detto che una sua zia trivaccinata ha preteso il tampone da tutti gli ospiti per il pranzo di Natale (lui non c'è andato).
In questo modo ci credo che si formano file incredibili per fare i tamponi rendendo complicato il servizio a chi davvero ne ha bisogno.
Il tampone è un presidio medico deve essere gestito come tale.
Hai il raffreddore, indossi con cura la mascherina e eviti di starnutire in faccia al tuo prossimo.
Hai la febbre? Stai a casa e vedi come evolve. Ti passa subito? Apposto.
C'è qualcosa di insolito nel decorso della malattia (sintomi particolarmente acuti, durata insolitamente lunga, perdita di gusto/olfatto?) Contattare il medico di famiglia che quasi certamente vi prenota un tampone "ufficiale".
L'eccesso di prudenza serve a pulirsi la coscienza ma sta facendo altrettanti danni dei positivi asintomatici/pauci sintomatici che se ne stanno andando in giro a spargere il virus, effetto che era stato messo in conto istituendo il Green Pass.