Mi scuserai, ma io tendo più a fidarmi di come la pensano persone come Paolo Spada, che di quello che scrivi tu:
Fai benissimo, mi sembra un' ottima persona, tanto che gli ho scritto un messaggio privato, spero abbia tempo e modo di rispondermi:
[Bla Bla...convenevoli di rito]
"Le chiedo, dottore, in ottica di una strategia a lungo termine, se non sarebbe ormai ora di prendere in considerazione, quanto sia plausibile continuare ad inseguire le mutazioni di un virus che per sua costituzione muta, e continua a farlo ad un ritmo che ha sfumature quasi quantistiche, cioè, mi si passi la battuta, più lo osservi, più sembra che muti, quando in effetti sappiamo che sia così un po' per tutti i virus ad RNA, senza che questo abbia mai reso necessario rinnovare la copertura anticorpale ogni 5-6 mesi.
Ora mi chiedo, è questo dovuto alla particolare, differente natura del virus, e di primo acchito sarei tentato di dire di no, perchè i fenomeni di immunità crociata grazie al contatto con altri coronavirus ci dicono che, a fronte di mutazioni continue (mai monitorate con questa puntualità, come dicevo sopra), la copertura resti comunque adeguata, oppure è la tecnologia dietro al vaccino, che fa si che si realizzi una stimolazione legata alla sola componente della proteina spike, quella la cui mutazione viene seguita con più interesse, di fatto ottenendo come risultato che per identificare ogni volta il nostro terrorista, si diffondano agli organi di polizia foto segnaletiche dei suoi vestiti, che appunto cambiano ogni volta, invece che dei suoi tratti somatici più o meno costanti, che lo renderebbero riconoscibile al di là dei suoi "travestimenti"?
Cosa pensa dello studio israeliano che conferma che un guarito, rispetto ad un vaccinato che non abbia mai contratto la malattia, abbia 10 volte in meno la possibilità di reinfettarsi?
https://www-ilmessaggero-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.ilmessaggero.it/AMP/salute/vaccino_anticorpi_quante_dosi_studio_israele_news_ultime_notizie-6082467.html?amp_js_v=a6&_gsa=1&usqp=mq331AQKKAFQArABIIACAw%3D%3D#aoh=16380976830864&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&_tf=Da%20%251%24s&share=https%3A%2F%2Fwww.ilmessaggero.it%2Fsalute%2Fricerca%2Fvaccino_anticorpi_quante_dosi_studio_israele_news_ultime_notizie-6082467.htmlForse sarebbe il caso che si iniziasse a valutare altre vie, magari più tradizionali, di profilassi vaccinale, invece di inseguire la lotteria delle mutazioni di una sola componente, ripeto, mai così importanti nel loro avvicendarsi, ed uscire da questo ciclo di richiami e innalzamenti temporanei della componente umorale della protezione, che sappiamo essere sempre stata, storicamente e scientificamente, la parte debole della risposta immunitaria ad un virus?
I vaccini ad mRNA sono una tecnologia importante ed interessante, che probabilmente nel futuro ci consentirà di sconfiggere anche i tumori, ma forse sarebbe il caso di ripensare alla loro concezione attuale, e concentrarsi, la sparo grossa, su mRNA che codifichi per un virus inattivato, cioè per tutto, tranne proprio la proteina spike, che oltre ad essere quella che muta maggiormente (ma solo perchè la stiamo guardando😬), è anche la responsabile dell'attivazione del meccanismo patogenetico.
Grazie del suo tempo, bla bla..."