Recentemente si leggeva di possibili problematiche legate alla risposta immunitaria che avrebbero potuto creare problemi sul medio lungo termine con i vaccini a vettore virale, sostanzialmente decretando la loro non utilizzabilità dopo poche somministrazioni poiché il suddetto vettore sarebbe stato bloccato anzitempo in quanto "riconosciuto" (chiedo venia per la semplificazione, io l'ho intesa così)
Mi domando se possa essere stato anche questo, forse oltre a qualche perplessità NON dichiarata nella stanza dei bottoni in merito alla sicurezza, a fare propendere UE per la scelta di puntare così forte sui vaccini ad mRNA.
Avresti un riferimento più preciso alla cosa?Da come la descrivi tu si tratterebbe letteralmente di un vero e proprio svarione progettuale, non mi sbalordisco più di niente, ma mi parrebbe strano.
Circa la sicurezza, almeno in linea teorica i vaccini ad mRna dovrebbero essere assolutamente sicuri, nel senso che, al contrario di altri che si servano di virus attenuati o spenti, introdurrebbero nella cellula solo l'informazione genetica necessaria a produrre la proteina virale da riconoscere, in parole povere è come se il corpo fosse una stampante, e il vaccino digitasse sulla sua tastiera le informazioni per stampare volantini con la faccia del ricercato in questione, di fatto eliminando dall'equazione altri elementi che possano interferire.
Il problema è che, secondo studi nemmeno troppo recenti, in alcuni casi si è visto che anche frammenti di Rna presumibilmente inerte, e soprattutto extracellulare, avrebbero scatenato reazioni estremamente simili a quelle da Covid 19, tagliando le gambe ad uno dei principi basilari su cui si fonderebbe la patogenesi delle malattie virali, cioè la necessità che il virus, per scatenare la sintomatologia specifica, debba penetrare nella cellula e usarne la stampante di cui sopra per replicarsi.
Questo significherebbe che un virus come Sars Cov 2, o sue parti, potrebbe causare sintomatologia anche senza raggiungere cariche infettanti, così come senza innescare una reazione immunitaria tale da poterlo fermare in tempo, e in quel caso persino il vaccino ad mRna potrebbe risultare in una sintomatologia tal quale, ma senza, tecnicamente, infezione, e senza i vantaggi tipici della vaccinazione classica (ti mostro il volto del ricercato, invece di fartelo incontrare dal vivo).
Recentemente hanno iniziato a studiare il perchè alcuni soggetti risultino immuni alla malattia, anche se circondati da positivi, ma io credo che, per l'ennesima volta, sia l'approccio sbagliato, perchè, a conti fatti, gli immuni sono la stragrande maggioranza della popolazione, e ciò che andrebbe indagato è il perchè, al contrario, molti si ammalino e muoiano, ma in minima parte rispetto alla popolazione totale.
Studi in merito sono condotti dall'Istituto Mario Negri, che seguendo ulteriori ricerche internazionali, crede di avere individuato in un particolare gene, lascito di una ascendenza neandethaliana in taluni individui, la causa dell'eccessiva risposta immunitaria in seguito al contatto col virus, che è quella responsabile del ricovero in caso di sintomatologia grave, e della morte per trombosi, che sia a livello respiratorio (perchè il virus te lo prendi respirando) o che sia a livello di circolo periferico, perchè virus, o sue parti, te le fai iniettare come profilassi.
Io spero che si arrivi da qualche parte in questo senso, perchè sarebbe importante sotto molteplici punti di vista, che si realizzasse che tale malattia non sia democratica, equamente distribuita e un pericolo per tutti, ma una evenienza con un target specifico, e che la cosa faccia indirizzare gli sforzi e le ricerche alla protezione di quel target.
Ma temo che qui entrino in gioco anche considerazioni politiche e sociali, che in un certo qual modo vogliono, magari anche in buona fede, che il male sia comune, affinchè anche il mezzo gaudio sia "inclusivo".