L'unica cosa che non concepisco è quella di lasciare i pazienti a casa finché non sono così gravi da richiedere l'ospedalizzazione (chi decide quanto è il grave abbastanza?).
Non stupiamoci poi se abbiamo mortalità più alte che altrove, perché se in Germania trattano già sul territorio o ospedalizzano pazienti meno gravi è anche ovvio che ne salvano un numero maggiore.
C'è di mezzo una serie di comma 22, mischiati a direttive banali e di buon senso.
L'ospedale deve servire per situazioni di rischio effettivo per la vita, o per situazioni in cui non è possibile fornire altrimenti la prestazione necessaria.
Così come non si manda in ospedale un influenzato a meno che non sia grave, lo stesso si fa per COVID. Il quale oltretutto, fino a tampone positivo, non è dimostrabile. Non lo è neanche l'influenza, ma sappiamo quali sono i criteri epidemiologici classici dell'influenza, mentre in questi giorni si sono visti pazienti con quadro COVID pressoché conclamato e poi il tampone è risultato negativo. Inoltre, nel caso dell'influenza, il criterio epidemiologico è così forte che la stragrande maggioranza dei casi non vengono testati: si diagnostica "sindrome influenzale" e tutti contenti, comprese le statistiche. Con un virus nuovo non ce lo si può concedere.
Le istruzioni erano chiare: non recarsi in ospedale né negli ambulatori se si hanno sintomi sospetti; triage telefonico; anamnesi di contatti sospetti/passaggio in zone sospette dirimente nelle prime fasi, poi prevalenza dei sintomi una volta applicato il lockdown totale; niente contatti diretti con pazienti sospetti se non si hanno i DPI completi; ricovero solo per casi con crisi respiratoria acuta o altri parametri indicativi di compromissione sistemica (grave ipotensione, ecc).
Quindi la maggior parte dei casi sospetti
non potevano essere valutati per stabilirne la gravità. E d'altra parte, io sospetto che, se ce ne fosse stata la possibilità, moltissimi casi non davvero gravi sarebbero stati mandati comunque in ospedale: per il classico "non si sa mai", per la paura di denunce, o per un fondato sospetto di possibile rapido peggioramento, specialmente non essendoci una terapia specifica.
Ho difficoltà a credere che anche la Germania si possa concedere il lusso di ricoverare i meno gravi - sempre nel contesto della mancanza di una terapia specifica, soprattutto nelle fasi iniziali dell'epidemia.
Lungi da me fare polemica ma vorrei capire: mascherine e altri DPI, i medici di base, non ce li dovrebbero avere "di base"? E' una cosa che deve per forza passare lo stato, oppure c'è una parte di responsabilità personale se uno lavora nel campo ed è sprovvisto di attrezzature del genere? Per dire, lo stetoscopio lo fornisce lo stato oppure il medico di base (quindi non quelli che lavorano in ospedale, per l'orspedale) va al negozio di stetoscopi e se lo compra da sè?
Non è paragonabile (e so che lo sai
).
Lo stetoscopio è dotazione quotidiana.
Gli altri DPI "normali", pure. Una scorta di mascherine chirurgiche e di guanti monouso la si deve avere.
Una scorta analoga di mascherine FFP2-3 o di camici monouso, o di visiere? No. Perché la probabilità che possa servirne più di un ridottissimo numero è del tutto eccezionale. E si può immaginare che, nel rarissimo caso che un medico del territorio si ritrovi al domicilio di qualcuno con una malattia infettiva contagiosa e pericolosa, nel momento in cui il medico sospetta una malattia del genere, contatta i centri di malattie infettive. A quel punto medico e malato vengono isolati, sorvegliati e trattati come va fatto, e la cosa finisce lì.
Qui stiamo parlando di una situazione in cui lo stesso medico avrebbe dovuto visitare quotidianamente decine di persone indossando materiale monouso.
Il post di EGO é piuttosto illuminante: ci siamo fatti trovare impreparati e con le braghe abbassate dal virus. É toccato a noi, poteva toccare alla Germania.
Questo é molto grave, IMHO, perché sta a certificare che il sistema Italia non prevedeva un protocollo d'emergenza per un'epidemia su larga scala. O se lo prevedeva era ampiamente abbandonato, e non finanziato.
Io credo che questa non sia una visione corretta.
La mancanza di DPI
sul territorio si verificherebbe con qualsiasi epidemia in cui i DPI fossero
davvero indispensabili.
Il problema è stato, a mio parere, trovarsi di fronte a una cosa nuova, dall'epidemiologia sconosciuta, con sintomi per lo più vaghi nei casi non gravi, e che richiede una lunga degenza nei casi gravi. Questo ha portato alla saturazione (tra l'altro, ricordiamolo: limitata a poche aree) dell'offerta sanitaria.
Come ho già scritto, se si trattasse di malattie anche più gravi, ma note e più facilmente identificabili, gli interventi sarebbero probabilmente più rapidi, efficienti e risolutivi.
La Germania non la conta giusta, fine del discorso. Non esiste una "terapia precoce" per COVID, e non era nemmeno immaginabile a fine febbraio/inizio marzo, perciò la storia che "hanno trattato prima e meglio" non regge. Cosa stiamo insinuando? Che avevano più posti letto e quindi hanno ricoverato gente non grave, attaccandola ai ventilatori che chissà come avevano in sovrabbondanza? Hanno avuto prima di tutto il mondo l'intuizione di usare farmaci vecchi come il cucco per trattare una condizione nuova, con risultati solo positivi? 🤔