Preso da facebook da Fabio Sabatini, link in basso:
La Germania ha registrato finora circa 100.000 casi di #Covid19 e 1.600 vittime. In Italia, con circa 129.000 casi, abbiamo 16.000 vittime accertate, e il numero è certamente sottostimato.
Perché il tasso di letalità tedesco è più basso del nostro?
Thread
1) Prima dell'inizio della crisi, la Germania ha predisposto la produzione di massa di test kit per il #coronavirus. Secondo quanto riferisce Katrin Bennhold sul New York Times (
https://nyti.ms/2wjFogu), oggi in Germania si effettuano almeno 350mila test a settimana.
Il numero di contagi è inevitabilmente sottostimato, ma meno gravemente che in Italia, dove si stima che i casi "nascosti" siano almeno dieci volte i casi rilevati.
In Italia, la sottostima dei contagi fa sembrare più alto il tasso di letalità, che in Germania è invece calcolato in modo più affidabile.
Se si escludono le regioni in cui il sistema sanitario è arrivato alla saturazione impedendo a molti malati di ricevere cure appropriate, è probabile che il tasso di letalità italiano sia simile a quello tedesco, e che l'alto numero di vittime in Italia rifletta soprattutto un diverso stadio di progressione dell'epidemia.
Pertanto confrontare la situazione dei due paesi nello stesso istante di tempo non ha molto senso sul piano statistico. Tale aspetto è spiegato bene da Matteo Villa in diversi thread (
https://twitter.com/emmevilla) e da Cecilia Sala, Francesco Del Prato e Matteo Paradisi nella loro bella iniziativa "Stats in casa" (
https://bit.ly/39GI1q9).
L'Italia ha effettuato più test in rapporto alla popolazione, ma siamo in uno stadio più avanzato dell'epidemia e proprio nelle zone in cui i test sarebbero più urgenti abbiamo raggiunto la saturazione dei laboratori.
2) L'elevato numero di test ha consentito di identificare, isolare e curare precocemente i contagiati da Covid-19, spezzando le catene di contagio, rallentando l'epidemia e migliorando la prospettive dei malati.
3) Il personale sanitario è testato regolarmente, mentre in Italia medici e infermieri trovano grandi difficoltà nell'ottenere di essere sottoposti a tampone, anche quando mostrano sintomi dopo essere stati in contatto con casi conclamati. I nostri laboratori hanno raggiunto la saturazione e non riescono ad analizzare il numero di tamponi che sarebbe necessario (
https://bit.ly/2V1mcwh).
4) Il sistema sanitario tedesco ha sfruttato questi mesi per rafforzare la capacità dei reparti di terapia intensiva. Come spiega Katrin Bennhold (
https://nyti.ms/2UGPKQW), a gennaio in Germania c'erano 28.000 posti in terapia intensiva, 34 ogni 100.000 persone (in Italia sono 12). Oggi le terapie intensive tedesche possono accogliere fino a 40.000 pazienti.
Le cronache dalla Lombardia suggeriscono che la saturazione delle terapie intensive impedisca a molte persone di ricevere i trattamenti necessari. Molti pazienti muoiono in casa senza aver mai neanche visto un medico (
https://bit.ly/34g3UeP).
Una rete di reparti di terapia intensiva più capiente aiuta a prevenire i problemi di saturazione diminuendo il tasso di letalità.
5) Il governo ha comunicato in modo chiaro, univoco e trasparente la situazione e le misure intraprese, riscuotendo fiducia e piena collaborazione nei cittadini (
https://nyti.ms/2UGPKQW).
Non si può dire lo stesso della nostra comunicazione istituzionale, ma i dati del ministero dell'interno suggeriscono che i cittadini italiani siano stati parimenti cooperativi e rispettosi delle restrizioni.
6) Le autorità sanitarie pianificano di effettuare test sierologici su campioni casuali di 100.000 persone ogni settimana, per capire chi ha conseguito l'immunità (e allentare di conseguenza le restrizioni in modo mirato).
7) Può darsi che l'integrazione degli anziani nelle reti familiari abbia avuto un ruolo, come sostenuto da alcuni ricercatori tedeschi. Ma come spiegano Marianna Belloc, Paolo Buonanno, Francesco Drago, Roberto Rob Galbia e Paolo Pinotti qui
https://bit.ly/2x5l82j, questa tesi non è solidamente dimostrata dall'evidenza empirica ed è decisamente troppo presto per trarre conclusioni.
Spesso quando suggerisco l'utilità di strategie complementari al lockdown c'è qualcuno che commenta che nessuno ha fatto meglio di noi nel mondo occidentale ed è comunque inopportuno criticare le istituzioni proprio ora.
Premesso che il diritto di critica deve poter essere esercitato anche e soprattutto nelle situazioni di crisi e che il caso italiano è fortemente influenzato dall'anomalia lombarda, è con i modelli che funzionano che dobbiamo confrontarci, non con quelli che non funzionano.
La gestione della crisi da parte di Trump e i tentennamenti di Johnson (a proposito, auguri) non devono consolarci. Dobbiamo imparare da chi fa meglio di noi, come le democrazie dell'estremo oriente. Ma il caso della Germania mostra che anche dall'occidente abbiamo qualcosa da imparare.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10157591083274843&id=615614842