Di quelli la Protezione Civile non divulga i dati nelle sue conferenze stampa, ma le singole ASL/ULSS hanno i numeri dei "soggetti in sorveglianza attiva".
Wis rientra sicuramente tra questi, ma in teoria pure tutta la sua famiglia.
Quando Borrelli parla di positivi parla di persone positive al test. Wis, se ho capito bene, non rientra tra questi perchè non ha fatto il test. Idem mio zio milanese con febbre e tosse da una settimana.
Le cifre di Borrelli parlano di 40mila positivi al test dall'inizio dell'epidemia. Ebbene, anche solo contando quelli con sintomi non ancora sottoposti a test, sono probabilmente almeno il doppio.
Cosa abbiamo comprato a fare un milione di tamponi se poi li facciamo solo a chi sta così male da essere ricoverato? non basta avere i sintomi ed essere nelle zone del focolaio, bisogna pure stare così male da chiamare l'ambulanza (oppure essere un calciatore professionista).
A me questo modo di fare sembra un'assurdità, perchè passa un messaggio poco veritiero circa la gravità della situazione. Se stasera Borrelli dicesse "ci sono 200mila positivi in tutta Italia" invece che "sono sempre 30mila quelli positivi perchè 4mila so' morti", sarebbe tutt'altra storia.
Siamo 60 milioni di persone in Italia, di cui 10 milioni in Lombardia, 5 in Veneto e 5 in Piemonte. Due terzi della popolazione in 3 regioni.
Io non so quanti tamponi siano disponibili e quanto ci vorrebbe a ottenere i risultati se aumentassimo esponenzialmente il numero di test fatti. Fare test è importante, ma credo ci siano i razionali per poter immaginare il motivo per cui non si facciano tamponi a tappeto.
Wis era a casa malato. Se avesse fatto il tampone, positivo o meno, doveva rispettare la quarantena fino alla guarigione. Bisognerebbe capire (se si sa) quanto si rimane contagiosi dopo che i sintomi siano spariti, ma il motivo per cui si va verso il prosieguo della quarantena è proprio questo: costringere la gente (positiva o negativa sintomatica o asintomatica che sia) a stare a casa e guarire.
Il problema è che, da quel che percepisco dalla mia prospettiva lavorativa, è che troppe aziende non necessarie sono ancora aperte.
Il 40% della Lombardia che va in giro non credo che sia tutta per jogging, e non credo neanche lo siano perché lavorano tutti in aziende per la produttività nazionale (cosa, che ripeto, NON è chiara dal decreto e tanti stanno usando come cavillo per rimanere aperte con misure di sicurezza blande o inefficaci).