Oggi il commento di Lab24 merita una lettura. Avanzano la proposta di permettere gli allentamenti delle misure di contenimento solo se la regione/PA fa una reale attività di tracciamento, in modo che i dati non vengano "pilotati" per favorire le riaperture.
Cogliamo con soddisfazione i segnali che arrivano dalla settimana epidemiologica appena conclusa (8-14 maggio). Per una maggiore tranquillità dovremo aspettare anche la chiusura della settimana in corso (15-21 maggio): ma finora l’effetto trascinamento delle restrizioni attuate a inizio primavera, insieme alle prime ricadute della campagna vaccinale, sta prevalendo su quello dei recenti allentamenti. L’ultima settimana epidemiologica, a livello nazionale, si è chiusa con 53.998 nuovi positivi individuati, in calo del 22,9% dai 70.123 del periodo precedente. La media dei casi giornalieri scende da 10.017 a 7.714. In forte calo (-25,1%) anche il totale dei nuovi ingressi in terapia intensiva, con 664 nuovi pazienti a livello nazionale contro gli 887 della settimana precedente. L’arretramento del contagio si conferma anche nelle principali Regioni che abbiamo monitorato negli ultimi mesi: in Lombardia 8.035 nuovi casi (-26,1%); in Veneto 3.031 (-33,4%); in Emilia Romagna 4.130 (-21,7%); in Campania 8.055 (-18,8%). I valori di Rt, pur senza mostrare una riduzione rapidissima, si confermano ampiamente sotto la soglia critica di 1.0 e testimoniano che fino al termine del periodo considerato l’epidemia sta attraversando una fase di costante riduzione. Il calcolo di Rt istantaneo eseguito con il metodo Kohlberg-Neyman ha espresso, nell’ultima settimana epidemiologica, i seguenti valori (indichiamo il range minimo - massimo): Italia (0.79-0.89); Lombardia (0.77-0.91); Veneto (0.74-0.90); Emilia Romagna (0.84-0.87); Campania (0.82-0.92). Restano da considerare, tuttavia, alcuni segnali di attenzione: 1) Il valore medio dei positivi giornalieri rimane ancora molto superiore ai 4.311 casi (50 alla settimana ogni 100.000 abitanti) che permetterebbero la ripresa delle attività di tracciamento: l’unico modo per avere il controllo dell’epidemia invece di inseguirne le mosse. 2) Gli oltre 300.000 “attualmente positivi” (332.830 alla sera del 15 maggio) nascondono un numero reale almeno doppio, come abbiamo visto più volte: in totale potrebbero quindi essere 6-700.000 gli italiani oggi in grado di trasmettere il virus, in pratica uno ogni cento abitanti. Un dato che ci fa capire come la circolazione del Sars-CoV-2, per quanto in riduzione, resti su livelli molto elevati. 3) L’ultima settimana epidemiologica si è chiusa con un calo del 4% dei tamponi effettuati: la speranza è che le Regioni, come è accaduto in passato, non riducano progressivamente il numero dei test effettuati. Condizione che comporterebbe un minor numero di positivi individuati e, di conseguenza, ulteriori allentamenti. Abbiamo più volte ricordato negli ultimi mesi come le fasi di riapertura debbano essere accompagnate da un incremento dei test, al fine di individuare il maggior numero possibile di positivi e limitare al massimo le possibilità di ripresa dell’epidemia. 4) Dobbiamo purtroppo segnalare, a proposito dell’effettivo numero di test eseguiti, che il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, si è ieri limitato a registrare come “tre Regioni sono scese sotto la soglia dei 50 casi per 100.000 abitanti, soglia che recupera il tracciamento”. Le Regioni sono Friuli, Molise e Sardegna. Il dato, riportato come elemento statistico senza ulteriori commenti, non segnala che due Regioni (Molise e Sardegna) nell’ultima settimana (8-14 maggio) hanno effettuati pochissimi test: registrando rispettivamente un -59,9% e -39,2% rispetto alla media nazionale dei tamponi totali eseguiti ogni 100.000 abitanti. Il dato del Friuli, al contrario, è figlio di un numero di test che supera del 13,1% la media nazionale. Ci limitiamo ad avanzare qualche dubbio sull’attendibilità di un risultato ottenuto cercando il virus sul territorio in modo così distonico rispetto al resto del Paese. E a ribadire quanto più volte sostenuto e suggerito in questi mesi: uno dei parametri per la valutazione delle singole Regioni dovrebbe considerare il numero minimo dei test da eseguire in rapporto alla popolazione, suddiviso per tipologia (molecolari e antigenici rapidi). Senza centrare questo parametro la singola Regione non traccia in modo sufficiente il virus sul territorio e, di conseguenza, non può ottenere allentamenti. Ma di questi temi, e della riduzione in atto dei contagi, parleremo in modo approfondito con ulteriori dati a supporto nel corso della prossima analisi settimanale. (M.T.I.)