La domanda sulle condizioni dei pazienti infetti deceduti va posta al contrario: sarebbero morti senza contrarre il covid-19? Sarebbero morti se avessero contratto il virus dell'influenza stagionale?
Risposta difficile e, sotto certi aspetti, inutile. Perché non parliamo di un virus che ammazza i vecchi e basta, ma di una malattia manda in rianimazione chiunque, anche i 18enni.
Mi pare che molti siano anche asintomatici, quindi chiunque in rianimazione anche no. La domanda è scaturita dall'infervorare della diatriba "con il virus, o per il virus?".
Sì ma ci stanno anche tanti giovani che stanno male male, tipo il paziente 1 di Codogno. Poi magari non muoiono come gli ultraottantenni, ma non è che non fanno testo.
Probabilmente molti dei morti sono con il virus, ma i giovani stanno male per il virus.
Vero. E il 10-15% di terapie intensive è lì a dimostrarlo. È un'enormità.
È già stato detto e ridetto, ma vale la pena ripeterlo: per l'influenza stagionale è una cosa tipo 0,002%. E praticamente tutti vezzi moribondi. Una differenza abissale.
Tutte queste persone vengono letteralmente salvate da morte certa con l'ausilio di questa procedura, che non è semplice e il cui utilizzo richiede competenze che non si imparano in una settimana per corrispondenza. Si tratta di una condizione estrema.
Fossero stati contagiati non più di qualche decennio fa, probabilmente erano già tutti morti.
E a questo vanno aggiunti i tagli alla sanità con le scellerate privatizzazioni degli ultimi decenni (soprattutto in Lombardia, soprattutto con la Lega, ma non solo), che ci portano ad avere una carenza cronica di rianimatori, ovvero la figura chiave per la gestione della terapia intensiva.