Finito questo pomeriggio. Abbastanza inaspettatamente devo dire, in quanto non mi ero reso conto di essere quasi alle battute finali, anche se col senno di poi era ovvio.
Ho fatto quasi tutte le subquests nelle quali mi sono imbattuto, con l'eccezione di una decina circa che non completato per svariati motivi. Ci sono poi naturalmente missioni che sono sicuro di aver completamente mancato per via delle mie scelte.
Che dire per sintetizzare il tutto.
Tanto per liquidare subito i lati negativi, il porting PS4 è tutt'altro che accettabile ed è anzi uno dei titoli più tecnicamente problematici che abbia giocato da un bel pò di tempo a questa parte. La fanno da padrone crash non infrequenti, e numero e lunghezza di tempi di caricamento francamente scandalosi.
Non so di preciso quanto ci ho messo a finire il gioco (forse poco più di 20/25 ore?) e direi che un paio di questi o giù di lì sono stati spesi fissando schermate di caricamento. Forse esagero, ma non di tanto.
Avrei dei rilievi da fare al gioco stesso, ma sarebbero più su elementi che personalmente avrei magari implementato in maniera diversa (ad esempio il modo in cui i skill-check sono gestiti) piuttosto che difetti oggettivi. Il gioco è un'opera estremamente autoriale, e anche lì dove non concordo con certe scelte, capisco però perché siano state fatte, e tutto sommato approvo.
Per il resto, Disco Elysium è un gioco che per me ridefinirà i parametri di ciò che mi aspetto da un videogioco d'ora in poi. Un metro di paragone con il quale misurare le opere che la seguiranno, come nella mia vita di videogiocatore ho raramente incontrato.
Questo perché prende un genere di cui oramai pensavamo di conoscere perfettamente i confini (l'RPG videoludico), toglie il 70% di quello che generalmente lo costituisce ovvero il combattimento, e ci dimostra che forse tutto sommato non era così necessario? Se ci sono riusciti loro, perché devo necessariamente passare decine di ore nel prossimo GDR a massacrare topi, schiere anonime di nemici e scheletri col cervello spento?
E forse de-costruire il videogioco, analizzare i suoi punti fermi, metterli in dubbio e rovesciarli su sè stessi e non fermarsi al "Facciamo così perché così è sempre stato fatto" è uno dei modi più interessanti in cui il medium si può evolvere.
Narrativamente parlando, Disco Elysium è un racconto divertente, tragico, politico, onirico, profondamente umano e terra a terra anche nei suoi voli più pindarici. I suoi personaggi agiscono in modi che possiamo non condividere ma che possiamo capire. E anche quando rischiano di passare per semplici macchiette stereotipate, si rivelano invece archetipi che possiamo apprezzare o detestare, ma che raramente lasciano indifferenti.
Il mondo in cui si muovono è assieme lontano e vicino, metafora e specchio del nostro e di determinati tumultuosi periodi storici che l'umanità ha attraversato.
Ma non si limita a riproporci un riflesso un pò sfocato del nostro universo, ed ha il coraggio di portare il proprio tocco personale, evitare il dejà-vu scontato e prevedibile. Ed ha la bravura necessaria per riuscirci, arrivando a ricreare qualcosa di familiare, ma ai margini c'è sempre qualcosa di strano, diverso, forse sbagliato, sicuramente inatteso.
E non ultimo, riesce convintamente a tratteggiare seppur ad ampie pennellate i contorni di un mondo molto vasto ed intricato del pezzetto entro il quale ci muoviamo.
Ci sono piccole quests, totalmente avulse dal filo narrativo principale, che sono tra i migliori esempi di scrittura videoludica che io ricordi. Riescono ad indurti in quel falso senso di sicurezza del videogiocatore che ormai sa cosa aspettarsi e ne sa una più del diavolo, fanno finta di seguire il sentiero battuto, poi fanno una piccola quasi impercettibile deviazione che ti lascia lì con l'aria un pò stupida di quello che non c'era arrivato, ma in fondo sei contento di essere stato destabilizzato.
Ci sono personaggi a cui ti approcci come fossero il solito NPC da videogioco, utili solo a ripetere una litania acritica di informazioni, ignari ed indifferenti alle motivazioni del giocatore. Però poi ti fanno capire che anche loro hanno motivazioni, preferenze e pensieri propri, e che in fondo di te giocatore a loro importa poco o nulla. Se vuoi informazioni o anche solo uno scorcio nel loro animo devi guadagnartelo.
Cerco sempre di evitare l'iperbole, più che altro perché conscio di a volte abusarne, ma anche scorrendo la lista dei videogiochi che ho giocato negli ultimi anni, con l'eccezione di The Last of Us e sequel (seppur su piani e generi totalmente diversi), fatico a nominare un gioco scritto meglio.
Non c'è proprio paragone.
Sembrerà che abbia trascurato il gameplay in questo panegirico, ma la cosa bella di Disco Elysium è che molte delle cose a cui ho accennato sono il gameplay.
Ed è qualcosa che non avrei pensato possibile fino a qualche settimana fa.
Dire di più sarebbe fare un torto a chi dovesse ancora approcciarvisi. Certe cose vanno vissute senza preconcetti, lasciandosi guidare dal flow.
Capolavoro.