Una cosa atipica e che la dice lunga sul valore delle idee sopra la tecnica, è che è difficile capire davvero dove ci si trovi e cosa si stia guardando.
Il gioco te lo indica direttamente in realtà: sei proprio in quel punto lì.
Ma gli spazi sono talmente dilatati e completamente fuori da ciò che consideriamo come canonico, da creare confusione, talvolta straniamento.
È praticamente impossibile collegare l'informazione logistica appena recepita, con ciò che si sta osservando.
Ci si riesce solo dopo molte ore, grazie al viaggio, alla penetrazione di quei luoghi, che luoghi in realtà non sono.
Ed è un risultato eccezionale, poiché testimonia la tremenda padronanza da parte di Monolith, non solo dello spazio in se stesso, dei rapporti tra pieni e vuoti, delle proporzioni, ma soprattutto di cosa e come attiri la mente umana, spingendola verso una dimensione archetipica.
Mi è capitato talvolta addirittura di commuovermi, da strozzatura in gola, senza respiro, una volta realizzato dove fossi effettivamente.