parlando dell'Atalanta
Le favole non s'impongono
di Fabio Piscopo
Ognuno parteggia per chi gli pare ma l'articolo è comunque ingeneroso.
I meriti sportivi, in rapporto alle dimensioni attuali e storiche di un club, se ci sono ci sono, c'è poco da sminuire.
Come se per una società con le risorse dell'Atalanta fosse normale raggiungere i risultati, progressivamente sempre più importanti, ottenuti negli ultimi anni, da quel quarto posto, passare quel girone di EL, la finale di coppa Italia raggiunta eliminando per strada la Juve, due terzi posti ed ora i quarti di Champions, con le altre in vacanza [cit.]. Come se fosse banale per un esordiente di quarta fascia strappare un punto al City e battere Shakthar e Valencia a casa loro. E passi che la retorica giornalistica sia stata eccessiva, ma siamo nel paese dei "Ronaldo nella Juve farebbe il tornante", suvvia.
Che l'Atalanta sia parte delle logiche e del giro di favori fatti a finalità di bilancio era chiaro anche prima di Muratore. L'Inter gli ha praticamente finanziato i lavori per lo stadio prendendogli Bastoni a 31 milioni, quando era ancora in primavera.
Prima di giudicare le loro scelte sui giovani però ci andrei cauto, questi sono tre anni che vincono il girone unico di primavera, senza che li alleni Gasperini
Altre, come il Milan prima ed il Napoli poi, dalla Primavera 1 sono retrocesse.