E dopo 95 minuti di battaglia con il coltello tra i denti, finisce a reti inviolate tra Lazio e Verona. Uno 0-0 come non se ne vedevano da anni: non un attimo di tregua, intensità altissima, ma tasso tecnico altrettanto considerevole.
Il Verona ha giocato un calcio veramente di qualità, dando la sensazione di sapere sempre come muoversi. Merito di Juric, sicuramente, ma merito anche della squadra che si è ritrovato tra le mani. Un undici di giocatori con i piedi buoni, a tratti molto buoni (a parte quella sega di Borini), che hanno mostrato una padronanza palla al piede a tratti pari a quella del centrocampo della Lazio.
Da par suo, la Lazio non è riuscita a sfondare per una serie di prestazioni sottotono. Immobile, inizialmente ispirato, ha trovato sempre meno spazio con il passare dei minuti. Caicedo quasi impalpabile. Viceversa, buono l'apporto di Milinkovic e stratosferico questa sera Luis Alberto, autore di 3-4 conclusioni pazzesche, con due pali annessi.
Ma alla fine il Verona esulta e la Lazio suka. Ancora una volta, la differenza la fa la panchina, perché se Inzaghi avesse avuto un dodicesimo titolare (o Correa, per dire), magari riusciva persino a portarla a casa.