A me invece sta lasciando freddino (circa 35 ore di gioco).
Ho esplorato tutta la parte ovest e sud ovest della mappa, spingendomi a est fino all'area col cielo rosso sangue a cui si arriva con l'ascensore dal fiume Siofra.
Le cose che non sto apprezzando sono:
1)il modo in cui le dinamiche di base di Dark Souls si integrino con il ritmo, la struttura e la progressione a mondo aperto. L'approccio metodico, reiterativo, prudente e strategico del gioco madre mi affossa la frenesia, l'intensità e la mancanza di tempi morti che un open world fatto come si deve dovrebbe avere. Giro e rigiro, esploro e scandaglio provando ad avere un approccio differente ma è il gioco stesso, per come è pensato e costruito, a ricacciarmi indietro verso l'approccio classico della serie.
2)il tentativo di fondere il level design circolare ed interconnesso con quello aperto degli open world è riuscito a metà. Dark Souls era un meccanismo ad orologeria nel quale azione, esplorazione, crescita del personaggio e scoperta di nuove strade si incastravano alla perfezione grazie alla compattezza ed all'asciuttezza dell'insieme. Qui ci sono cose sulla carta bellissime (l'interconnessione fra sezioni sotterranee e di superficie, ad esempio) che però non riescono ad esprimersi al meglio perché questi enormi spazi vuoti rendono tutto dispersivo e poco interessante.
3)tutta la parte RPG di evoluzione del personaggio in un contesto opern world come questo per me è ridondante e appallante. E considerando che le ricompense per esplorazione, combattimento e risoluzione di missioni secondarie hanno quasi sempre a che fare con oggetti legati al potenziamento\crescita\miglioramento (e solo più raramente con l'estensione del dominio dell'esplorazione), il risultato è che sono poco stimolato a setacciare le mappe alla ricerca di cose da fare.
4)ecco, le "cose da fare". Che si esplicano quasi sempre nel combattimento, visto che altri tipi di interazione sono praticamente inesistenti. Ed il combattimento è quasi identico a Dark Souls, cosa che, dopo Sekiro, mi ha lasciato davvero deluso (anche perché collisioni e ritardo nei comandi mi sembrano peggio del solito).
5)la direzione artistica. Ci sono tanti bei scorci ma nel complesso, fra asset ripetuti allo sfinimento e poca originalità del soggetto, non trovo quei panorami evocativi e quell'atmosfera che cerco in questo tipo di esperienze.
6)la costruzione della mappa: i punti di riferimento naturali non sono ben implementati e non sono utili, ci si orienta lo stesso, per carità, ma mi pare che l'inesperienza di From nel genere si faccia sentire.
7)i boss: ne ho seccati una quindicina ma fin'ora nessuno mi ha particolarmente impressionato per creatività, spettacolarità, epicità. Mi sono sembrati tutti abbastanza anonimi. Ad esempio l'altra sera ho mazzuolato il barcarolo fantasma. Appena scoperto mi aspettavo uno scontro ultra suggestivo ed onirico che andava a citare Castlevania ed il relativo traghettatore sul fiume Stige, invece mi sono ritrovato un nemico banale che appare e scompare fra le pozze di fango evocando qualche scheletro... Sekiro da questo punto di vista è proprio in un'altra galassia.
Nel complesso mi aspettavo qualcosa di diverso da Dark Souls open world, invece è proprio Dark Souls open world e la cosa mi lascia l'amaro in bocca.
Intendiamoci, è un videogioco magnifico, che porta a compimento quella formidabile operazione di rielaborazione e modernizzazione dei vecchi RPG per computer giapponesi (Dragon Slayer, Ys, Hydlyde, il primo Zelda, ecc...) iniziata da From con Demon Souls e che va giocato da chiunque apprezzi anche solo minimamente il genere, ma se avessero avuto il coraggio di uscire dalla loro zona di conforto, poteva davvero uscirne fuori l'action RPG a mondo aperto definitivo.
Aggiungo come al solito qualche foto ricordo del viaggio: