Visto, filmone incredibile per me.
A questo punto immagino che la faccenda Thomas Wayne padre di Joker resti ambigua.
Anche se nel film ci sono parecchi indizi che lasciano intendere che... possa essere davvero il padre, con insabbiamento,menzogne ed ambiguità a corredo che ti lasviano il dubbio.
Nei vari comics, che si sappia, non ci sono mai riferimenti a riguardo? Ho il sospetto di no, potrebbe tranquillamente una 'rilettura' di questo film slegata dall'ufficialità insomma, fermo restando che tecnicamente resta l'ambiguità (ma per me troppi indizi, tipo la dedica sulla foto, lasciano pensare che sia stato per davvero il padre di Joker... comunque getta ulteriore 'ombra' sulla figura di Wayne che in effetti nel film non è dipintain maniera propriamente positiva)
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Comunque interpretazione di Phoenix magistrale.
Credo non sia un aspetto minimamente importante
Spiego.
L'ho visto di recente, al fianco di un inossidabile super fan DC, che è rimasto a dir poco schifato.
Dopo 4 ore di discussione, e dopo essermi sentito per 3 ore e mezza la frase
"Ma questo film si chiama Joker !!!!" ho capito che cercava le origini del Joker da un film che si chiama Joker.
Ergo, delusione. Il film è bellissimo. Poco da dire. Non un capolavoro, mica è Casino. Ma è bello.
Il film e il personaggio di questo Joker, va interpretato in un modo totalmente simbolico. Anche
il fatto che Thomas Wayne “potrebbe” non è, ma potrebbe, forse, non importa, essere anche suo padre e che lui e Batman siano forse fratellastri, come Phantomas e Judd, non ha molta importanza stabilirlo o meno.
Alla fine del film, quando i coniugi Wayne vengono uccisi davanti al piccolo Bruce, stabilire con la livella, che quel vicolo sia lo stesso dello spaccamento del cartello, non è che faccia tanta differenza perché anche questo è una cosa fortemente allegorica e si ferma in quello.
Il concetto base, si fa per dire, è che loro (Joker e Batman) sono figli della stessa città, sono stati generati dalla stessa situazione di degrado, di uno stesso strapotere borghese ipocrita che fa il bello e il cattivo tempo a Gotham. Il film ci riesce e in che misura, ne possiamo discutere. Ha un altro intento.
Non quello di essere un prequel o legato all'universo DC.
Un'idea pessima fare un sequel a sproposito, se lo fanno, perché per il messaggio che mi ha fatto arrivare questo film potente e simbolico, è un film concluso e così dovrebbe rimanere.
La sua parabola la dice, e il concetto è semplice. C'è questo degrado che produce in un modo o nell'altro dei mostri e da qualunque punto li guardi, sono mostri. E mostro lo sarà, a suo modo, anche Batman perché l'ombra lunga di Batman, che è proiettata nel futuro da questo film a prescindere che film abbia un seguito o non ce l'abbia, non ne esce in maniera tanto lusinghiera. Perché ci fa intravedere un Batman del futuro che potrebbe essere più che un eroe, più che un paladino della giustizia, un guardiano dello status-quo, prodotto da questo stesso atto di violenza o, per come lo sono stati, gli atti di violenza quelli che hanno prodotto lo stesso Joker.
Un guardiano fatto per rimettere al loro posto altre persone che sono altri poveri disgraziati, figli in qualche modo di una stessa situazione di degrado aberrante, a dir poco.
Quindi il personaggio di Batman e i personaggi/supereroi in generale, ne escono un pochino con le ossa rotte da questo film, again. È una critica al concetto stesso di supereroe, come è presente nel The Boys di Garth Ennis, perché è facile amare supereroi cari miei.
Perché i supereroi ti rendono tutto facile e qualunque problema è risolvibile. Trasformano tutti i problemi delle persone, in cose che posso essere prese a pugni. Non è così. Non c'è bisogno di supereroi. Non c'è bisogno di questi “super gatti per dare la caccia a questi super ratti”, battuta che viene fatta nel film che non è una battuta e basta, ma si riferisce allo stesso concetto di super-criminali.
È superiore ai supereroi di là da venire.
Così come il finale dove secondo
me lui semplicemente incarna la barzelletta e non ha scampo.
Perché o divento dio o divento qualcuno che sarà un mostro come me, in una maniera diversa e l'unica cosa che io posso fare per sentirmi vivo in questo momento è farti fuori nel modo più cruento possibile. Non ce lo fanno vedere ma ti fanno vedere che il suo percorso è fatto di orme di sangue e che la sua vita da quel momento sarà quella di scappare sempre, lottare sempre, con qualcuno che puntualmente lo inseguirà e lo riporterà dentro ad Arkham, dove scapperà ancora.
Non c'è bisogno dunque di supereroi, ci vorrebbe, bisognerebbe prevenire la nascita di questi mostri, agendo in modo preventivo su questa società malata. Questo è quello che vorrebbe dire il film, che ci riesca in parte e che soffra di un forte aspetto didascalico. Non si può negare che non sia didascalico.
È volutamente didascalico, ma anche Breckt nelle sue commedie-tragedie quando voleva descrivere un un'idea, era didascalico.
Per me non è un film sull'origine del joker e proprio per questo, l'ho adorato. È un film veramente consapevole di non essere Joker e di esserlo.