Si intravede una qualche maturazione umana del regista...?
Se ho capito bene quello che intendi, direi di no.
Secondo me, Tarantino è un regista che ha veramente poco da dire. E lo dico da fan sfegatato. La sua maturità stilistica è incontestabile, ma la visione del mondo proposta dalle sue opere è spesso infatile. I suoi film sono tecnicamente eccellenti, trasudano passione per il cinema, e usano il medium in modo sopraffino, ma restano puro intrattenimento. Non che questo sia un male, ma se si cercano contenuti di spessore, penso sia meglio rivolgersi altrove.
Inglouriuos Basterds, per esempio, ha la trovata brillante di mostare una storia alternativa in cui Hitler e i gerarchi nazisti vengono annientati dal cinema (in senso letterale e metaforico). Alcune scene sono magistrali (quella iniziale, ovviamente, ma anche quella alla taverna) e certi personaggi memorabili (Shosanna, Landa), ma stringi stringi il film è la solita fantasia di vendetta tarantiniana; riguardo all'esperienza storica che è stata il nazismo (o alla condizione umana di fronte a questo tipo di esperienza, se è per quello) non ha veramente nulla da dire. Per non parlare della solita ultraviolenza, che rischia sempre di suscitare un vago disagio morale.
Ora, non vorrei essere frainteso e far passare l'idea che il valore di un'opera dipenda dal suo messaggio. Ripeto, a me Tarantino piace molto. Il suo è cinema ai massimi livelli e il modo in cui riesce a reinventare generi cinematografici a volte stantii è geniale. Secondo me, però, i suoi film non propongono alcuna riflessione significativa sul mondo. Quindi la critica di immaturità, se limitata a questo aspetto delle sue opere, è giustificata.
Quanto a
Once Upon a Time in Hollywood faccio fatica a giudicarlo, perché al cinema ho fatto l'errore madornale di sedermi troppo vicino allo schermo (purtroppo, non c'erano altri posti disponibili), quindi la visione è stata compromessa. Posso dire che mi è piaciuto, ma non ai livelli di altre opere di Tarantino. Il film è una dichiarazione d'amore nei confronti del cinema hollywoodiano degli anni 'sessanta e se, come me, non si ha che una vaghissima idea di quel periodo, si fatica ad apprezzare il senso di nostagia di cui è soffusa tutta la pellicola. Ad esempio, tutta la parde di Margo Robbie ha avuto un effetto pressoché nullo su di me. Fra l'altro, io conoscevo poco anche
gli omicidi della Manson Family, quindi non sapevo neanche in che direzione mi stesse portando il film, col risultato che le mie aspttative non sono state rovesciate, perché proprio non ne avevo.
Detto questo, i film di Tarantino non mi annoiano mai, neanche quando sono di lunghezza invereconda, quindi sarò felice di rivederlo da una distanza adeguata (e magari dopo essermi informato un po' di più sulle persone reali a cui i personaggi del film sono ispirati).