Autore Topic: [Cinema] Once Upon a Time in Hollywood: Tarantino, Sharon Tate e Charles Manson  (Letto 20923 volte)

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Offline jamp82

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Umano immaturo, sì.

immaturo perchè non fa i film che vuoi tu?
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Offline Dr. Benway

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Si intravede una qualche maturazione umana del regista...?
Se ho capito bene quello che intendi, direi di no.

Secondo me, Tarantino è un regista che ha veramente poco da dire. E lo dico da fan sfegatato. La sua maturità stilistica è incontestabile, ma la visione del mondo proposta dalle sue opere è spesso infatile. I suoi film sono tecnicamente eccellenti, trasudano passione per il cinema, e usano il medium in modo sopraffino, ma restano puro intrattenimento. Non che questo sia un male, ma se si cercano contenuti di spessore, penso sia meglio rivolgersi altrove.
Inglouriuos Basterds, per esempio, ha la trovata brillante di mostare una storia alternativa in cui Hitler e i gerarchi nazisti vengono annientati dal cinema (in senso letterale e metaforico). Alcune scene sono magistrali (quella iniziale, ovviamente, ma anche quella alla taverna) e certi personaggi memorabili (Shosanna, Landa), ma stringi stringi il film è la solita fantasia di vendetta tarantiniana; riguardo all'esperienza storica che è stata il nazismo (o alla condizione umana di fronte a questo tipo di esperienza, se è per quello) non ha veramente nulla da dire. Per non parlare della solita ultraviolenza, che rischia sempre di suscitare un vago disagio morale.
Ora, non vorrei essere frainteso e far passare l'idea che il valore di un'opera dipenda dal suo messaggio. Ripeto, a me Tarantino piace molto. Il suo è cinema ai massimi livelli e il modo in cui riesce a reinventare generi cinematografici a volte stantii è geniale. Secondo me, però, i suoi film non propongono alcuna riflessione significativa sul mondo. Quindi la critica di immaturità, se limitata a questo aspetto delle sue opere, è giustificata.

Quanto a Once Upon a Time in Hollywood faccio fatica a giudicarlo, perché al cinema ho fatto l'errore madornale di sedermi troppo vicino allo schermo (purtroppo, non c'erano altri posti disponibili), quindi la visione è stata compromessa. Posso dire che mi è piaciuto, ma non ai livelli di altre opere di Tarantino. Il film è una dichiarazione d'amore nei confronti del cinema hollywoodiano degli anni 'sessanta e se, come me, non si ha che una vaghissima idea di quel periodo, si fatica ad apprezzare il senso di nostagia di cui è soffusa tutta la pellicola. Ad esempio, tutta la parde di Margo Robbie ha avuto un effetto pressoché nullo su di me. Fra l'altro, io conoscevo poco anche
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Detto questo, i film di Tarantino non mi annoiano mai, neanche quando sono di lunghezza invereconda, quindi sarò felice di rivederlo da una distanza adeguata (e magari dopo essermi informato un po' di più sulle persone reali a cui i personaggi del film sono ispirati).
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Offline MaxxLegend

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E' ovvio che Tarantino sia infantile:
Il suo scopo è quello di ricreare l'atmosfera di quando andava al cinema da ragazzino e si sparava i peggio film exploitation. Il focus è il divertimento e la figaggine estrema, non un qualche tipo di messaggio o morale, semmai l'opposto.
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Offline Darkamon

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Il problema è che "il messaggio" ha cominciato a mettercelo. La prima volta, con Inglorious Basterds, è andata benissimo. Le altre proprio no, tutti i suoi limiti sono usciti fuori. Mi auguro che questo once upon sia cazzone e basta.

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Adepto della chiesa di Fand.

Offline MaxxLegend

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Basterds quale messaggio avrebbe? Che i nazi sò cattivi?  :whistle:
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Offline Darkamon

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Il cinema come espressione vera di libertà. Oh, non è difficile da capire eh.

Niente di particolarmente complesso comunque, ma andava benissimo così. Tra l'altro ti ricordo che l'unico personaggio (minore) che dimostra un po' di "attaccamento alla causa" è proprio il nazista che si fa spaccare la testa per non rivelare la posizione dei suoi camerati :D
« Ultima modifica: 29 Ago 2019, 19:07 da Darkamon »
Adepto della chiesa di Fand.

Offline MaxxLegend

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Ma veramente il cinema..
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:D
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Offline Darkamon

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C'avevamo Martufello sul forum e non me ne ero mai accorto  :D :D :D
Adepto della chiesa di Fand.

Offline MaxxLegend

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Veramente fa più ridere chi cerca messaggi profondi nei film di Quentin.
Sono puro, cazzuto, intrattenimento. Kubrick è n'altra cosa.
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Offline Darkamon

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Anche tu fai molto ridere nel non voler ammettere che negli ultimi film di "Quentin" (che è, amico tuo?) c'è stato un tentativo (goffo) di inserire tematiche e chiavi di lettura meno terra terra. Se non lo hai notato è un problema tuo. Ché Tarantino non sarà Kubrick ma neanche Andreas Schnaas.

Su una cosa concordo, finché fa puro intrattenimento è il top. È un po' la mia speranza per questo suo ultimo lavoro.

« Ultima modifica: 29 Ago 2019, 22:24 da Darkamon »
Adepto della chiesa di Fand.

Offline Cryu

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Si intravede una qualche maturazione umana del regista...?
Se ho capito bene quello che intendi, direi di no.

Secondo me, Tarantino [cut]
Gran bel post :clapclap:

Per maturità intendo già almeno uniformità di registro, senza per forza volermi spiegare il senso della vita.
Prendi Miller e Mad Max: non è mica cinema impegnato, ma è perfettamente coerente e consapevole, dall'inizio alla fine. Tanto che guardando le scene tagliate, che pure brutte non sono, capisci subito perché siano state escluse.

Ora, prendi Bastardi (che puro ammiro e possiedo) e Django: ti passano da un registro cazzonissimo a uno drammatico in modo insensato e stridente. La sensazione è di un regista che proceda in base a quello che si è fumato nella mezzora precedente, senza una visione unitaria, ma seguendo l'umore, l'idea che trova spassosa in quel momento, la trovata sopra le righe maturata da uno scambio di battute sul set.

Per me è uno spreco, perché il suo è un talento puro, ma che appunto non sembra mai tradursi in una visione rotonda e compiuta. E poi sì, ecco, dopo una certa età io mi aspetterei anche qualcosa di più rispetto alla solita storia in cui alla fine si ammazzano tutti in un modo splatter che ti fa ridere.
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Offline Brothers Killer

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Io sono abbastanza in disaccordo con quanto espresso da Cryu, anzi penso che una delle capacità maggiori di Tarantino sia proprio quella di sapersi giostrare con i generi senza creare stridii o attriti eccessivi. Lo si vede soprattutto guardando ai suoi emuli o ad altri registi che cercano di fare qualcosa del genere senza avvicinarsi (mi viene in mente Guy Ritchie).
Sono anche in disaccordo con questa visione di Tarantino che si fa i filmetti a misura di sé stesso tredicenne che si diverte a citare e mettere insieme pezzi di cinema con puro scopo intrattenitivo, anzi la sua grandezza per me sta nella capacità di prendere quei pezzi e metterli insieme creando qualcosa di più elevato. Poi un sostrato riflessivo più metacinematografico e politico negli ultimi film mi sembra avercelo messo eccome, TH8 non mi sembra affatto un film indulgente sulle radici dell'America (e quella lettera di Lincoln non è inserita affatto solamente per creare un espediente narrativo...).
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Offline Freshlem

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Cryu, leggendo il tuo ultimo post, direi di no.
Secondo me lo bocci.
Ma di brutto proprio.
« Ultima modifica: 30 Ago 2019, 10:06 da Freshlem »
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Offline Xibal

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Ogni film di Tarantino ha un messaggio. Nessuno lo vede perchè te lo trasmette nello stesso modo in cui fa la vita,
e non è mai una spiegazione.
Come diceva il saggio "Lo scopo della vita è la vita. Il fine della vita è la fine".
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)