Gli entusiasmi sono esagerati, anche se la serie è interessante.
I primi 4 episodi sono semplicemente soporiferi, la non-storia di un Paul McCartney pezzotto nell’East End. Brilla solo Skarsgård, di gran lunga il miglior attore di tutto lo show. Il resto sono dialoghi da cattivo fumetto e interminabili inquadrature di gente che si guarda attorno.
Dal quinto episodio i personaggi cominciano a prendere forma, specialmente (e finalmente) il protagonista. Il sesto episodio è ottimo. Dopodiché devono inventarsi un escamotage troppo conveniente per evitare che Andor esca di scena. Ma almeno da qui scaturiscono gli episodi 9 e 10, belli, con Luna che dà il suo meglio nei battibecchi con un formidabile Andy Serkis. L’11 vale la visione solo per la scena di combattimento spaziale. Il 12 è buono, ma ampiamente prevedibile.
Di certo uno show più credibile del ridicolo Obi-Wan, ma i trucchetti con cui viene diluito il tempo per raggiungere il quorum necessario a ogni episodio diventano presto insopportabili. Davvero non si contano le lunghe inquadrature di un personaggio che fa la faccia contrita, o gira gli occhi a destra e a sinistra. Il 30% dello screen time di Mon Mothma è fatto di sospiri ed espressioni deluse. Ogni singola donna è incazzata col mondo. I “buoni” sono così sgangherati che, per buona parte della serie, gli imperiali ti stanno seriamente simpatici. I flashback si potevano tagliare senza perdere nulla, a meno che non sfocino in rivelazioni sensazionali nella stagione 2.
Insomma, 7/10. The Mandalorian stagione 1 (non ho visto la 2) resta migliore e più riconoscibile come Star Wars.