Allora, completata la prima espansione,
L'Ira dei Druidi, in circa una ventina di ore.

Il giudizio finale è un po' sospeso tra due diverse prospettive.
Da un punto di vista storico, culturale e paesaggistico questa è espansione prosegue il buon lavoro fatto con il gioco base. La storia (reale) di Flan Sinna, il re che provò a fondere le diverse anime religiose dell'isola attraverso un sincretismo possibile, è davvero quella, pur con le dovute licenze poetiche del caso, come ad esempio il personaggio di Barid. La tematica dello scontro tra gli antichi Dèi e il nuovo Dio cristiano è una argomento già affrontato nel gioco, però qui rappresenta davvero un motivo di fondo molto forte e sempre avvincente. E un plauso anche per l'ottimo personaggio di Ciara, poetessa divisa tra due mondi e pietra dello scandalo. L'isola stessa, poco civilizzata e molto selvaggia soprattutto nella parte settentrionale, è fonte di scorci meravigliosi e immagini di rara potenza pagana (diciamo così) ma le qualità di Valhalla le conosciamo e qui non si smentiscono. Puro spettacolo e open world estetizzante.
Insomma dal punto di vista ambientale e contestuale solito, accurato lavoro.
Quello che non mi ha convinto è la focalizzazione sulla meccanica dell'avamposto economico e della ricerca di risorse come piatto principale dell'espansione. Trovare oggetti per creare spazi commerciali che a loro volta forniscono risorse per nuovi insediamenti...Ok, è un aspetto presente in molti AC ma non il suo motivo d'essere. Anche dal punto di vista degli scontri e della conquista del territorio è un more of the same di un same che già durava 150 ore, con pochi nemici nuovi e scarsa varietà comportamentale. Poi, se come me lo si affronta con le armi ricavate dal 100% della main (due armi in particolare provenienti dal mondo norreno e quello arturiano) allora la sfida si riduce a zero. E che dire dell'ennesima setta da debellare? La setta comincia a essere, per AC, quello che le tombe sono per Tomb Raider: non è importante il perché, l'importante è che ci siano. E invece no, il processo deve essere ribaltato altrimenti quello che si sperimenta è la scontata ripetizione dell'ovvio senza motivo apparente. Interessante per un paio di nuove armi e per alcuni costumi molto belli, però il titolo si avvale troppo di quelle meccaniche di AC che fanno numero e non sostanza, vedi anche le missioni reali e le secondarie a mo' di vicenda, qui del tutto scomparse. Se devi fare un'espansione devi cambiare paradigma e prospettiva, ecco perché quelle di Origins e Odyssey funzionano meglio. Vedremo Parigi.
In definitiva, più interessante sul piano concettuale che pratico. E anche in quel senso, un piccolo rammarico: con la mitologia e la cultura celtica di AC se ne possono fare 3-4, infatti, nel corso degli anni pensavo ne uscisse fuori uno a tema, prima o poi. Ridurre i Tuatha De Danann e tutta la narrativa celtica a questa piccola espansione è davvero un crimine.
Vabbè, evitabile, da considerare solo se si voglia sperimentare proprio tutto di AC.