Io intanto, dopo circa 135 ore di gioco e dopo aver raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato, l'ho riposto sullo scaffale.
Ciò che volevo fare, in pratica, era avere tutte le relazioni con tutti i personaggi completamente sviluppate e battere il boss finale nella sua incarnazione più forte.
Nel fare questo ho finito il gioco a "Calore 13".
Che dire su questo gioco straordinario? Sicuramente ciò che mi ha colpito di più sono scrittura, controlli e direzione artistica.
La scrittura è pazzesca sia per qualità ma, soprattutto per mole di dialoghi. Archivio il gioco sapendo che se continuassi a giocarci mi troverei davanti ancora ad altri dialoghi mai letti, il che è semplicemente incredibile.
I controlli sono fluidissimi e il gioco è un piacere continuo da giocare, complici le armi tutte divertenti da usare e le innumerevoli possibili build realizzabili durante le fughe.
La direzione artistica, poco da dire, è davvero carismatica, complici i vibranti ritratti dei personaggi della vicenda e il barocco stile degli ambienti.
Ecco, alla fine, se dovessi trovare dei difetti a questo gioco direi:
1) Il piacere di scoprire nuove ambientazioni e di esplorare questo mondo si esaurisce dopo pochissime ore rispetto alla durata complessiva del titolo. E' inevitabile, ma per uno come me a cui piace immergersi nei mondi di finzione questo è risultato come un difetto.
2) Lo stile grafico è davvero a tratti troppo barocco e il gioco non è gentile con la vista, ecco. In ogni istante i tuoi occhi e il tuo cervello devono lottare per discernere gli elementi del fondale, i proiettili dei nemici, gli effetti luce, particellari. Insomma un gioco visivamente faticoso e profondamente occidentale: proprio l'opposto di quella filosofia orientale miyamotiana (o "toru-iwataniana"
) di design chiaro e immediatamente leggibile.