Del resto, visto quello che ti chiedi, dubito basti una legge.
Io abbraccio il pensiero espresso dal pupo, anche se non ci sono arrivato dallo "stimolo" di Salems. Molte leggi sono fatte per propaganda, per presentarsi agli elettori dicendo di aver contrastato il femminicidio, ma di fatto non cambiano nulla. Trovo anche che sia miope chi crede che con nuove leggi si facciano passi avanti significativi nel combattere le battaglie di civiltà, vale per la violenza sulle donne, quanto per il razzismo e l'omofobia. Io infatti mi sto sempre più avvicinando ad idee anarchiche, intendendolo dal punto di vista filosofico e non certo del supporto a quelli che fanno gli attentati, intendiamoci!
Chiaro che le leggi spesso rilevano e seguono una necessità.
Sì concordo con la lettura di Wis, ma infatti la domanda sottintesa di Salems secondo me è: "la violenza sulle donne è un fenomeno che ha davvero le caratteristiche di un'emergenza?"
Moralmente direi di sì, perché anche se ci fosse una sola donna all'anno che viene uccisa dall'ex-fidanzato per gelosia, sarebbe comunque inaccettabile per una società civile.
In maniera più fredda, l'attributo emergenziale lo riserverei a fenomeni che sono in rapida ascesa, o che possono innescare reazioni a catena che farebbero presto raggiungere al fenomeno delle proporzioni enormi. In questo senso capisco che si parli di emergenza climatica, o negli ultimi anni di emergenza sanitaria.
Però per la violenza sulle donne non ho mai visto dati a riguardo, non so se i casi stanno aumentando o diminuendo, se le numerose iniziative (legislative ma anche di sensibilizzazione) fatte negli ultimi anni stiano dando frutto oppure no. Mi viene il dubbio che sia un tema che i giornalisti mettono in risalto perché fa fare i click, e che i politici trattano perché porta voti. Spero che la volontà di contrastare il problema sia genuina, ovviamente, ma sospetto che sia l'ennesima ondata da cavalcare per averne un tornaconto.