Non mi aspetto di trovare una diagnosi dettagliata che risolva il problema su Cosmopolitan.
Allora torniamo al tuo "leggiamoli gli articoli", che cozza col successivo "saranno cazzi suoi".
Condivide o non condivide la sua esperienza?
Di lotte per superarsi non se ne parla, nell' articolo, si parla solo di superare lo scoglio del giudizio altrui, dal quale, parrebbe, passa l'accettazione di sè, e lo ottieni non lavorando sul tuo problema personale, ma sul tuo problema con gli altri e il loro giudizio.
Vogliamo leggere gli altri esempi?
La seconda, e così altre citate nell' articolo, sono atlete che si fanno un culo così, sia in allenamento che nel piano nutrizionale, e i cui problemi spaziano dall'accettazione dei "capelli ricci quando tutti li hanno lisci"(!) al non avere il six pack quando tutti lo sfoggiano su instagram.
Be', effettivamente leggerli gli articoli mi ha illuminato su quali siano i problemi che ha dovuto affrontare questa gente, e il doloroso percorso per addivenire ad un compromesso con se stessi.
Poi c'è la tipa obesa che fa yoga, la quale non ha risolto nessun problema, fa semplicemente yoga, una disciplina tradizionalmente praticata da gente che persegue il digiuno come pratica di perfezionamento fisico estremo verso il divino, la quale si scontra, ancora oggi, con commenti "grassofobici".
Il commento grassofobico citato ad esempio di "fobia" sarebbe:"Sul serio ti piace il tuo corpo?Se io avessi un corpo come il tuo non mi piacerei".
Invece di ringraziare questa persona, per aver espresso pubblicamente la sua opinione ad una tua esposizione pubblica, senza insulti nè spregi, semplicemente si è immaginata nei tuoi panni, ed ha detto che non si piacerebbe, la infiliamo nella categoria degli haters.
Dunque, mi chiedo, la lettura degli articoli quale finestra avrebbe spalancato sulla discussione, visto che chi fa un enorme lavoro su se stesso, ha problemi che risalgono alla prima elementare, e superati, immagino eh, come tutti, al raggiungimento della maggiore età (i capelli ricci), mentre gli altri, a parte i disabili, risolve il suo problema semplicemente non affrontandolo, ma semplicemente accettando che esista, e con esso persone spiacevoli, crudeli ed insulse, che invece di essere sfruttate come carburante per ribellarsi a cosa non ci piaccia di noi, e farlo a pezzi, diventano il bersaglio facile, più facile che mirare a noi stessi, da combattere con una indifferenza che non è pace e consapevolezza, ma tapparsi le orecchie, mentre dall'altra parte si chiede al mondo, con leggi e gogne mediatiche continue, di smetterla di ricordarti che problemi hai?
Il vero problema, che oggi si cerca di superare con tutti i mezzi possibili, è proprio il fuggire il problema, come ci ricorda Battiato in una delle sue interviste:
"Cambiare idea è un dovere e una necessità, e non un capriccio o una debolezza; è una crescita
evolutiva. Un uomo DEVE cambiare idea, se non è contento di quello che è. Spesso ci sono persone contente di quello che sono perché non si sono affatto analizzate: magari uno è uno stronzo e continuerà a restare tale. È quando entra in campo la consapevolezza che subentra anche la crisi".
Il problema della gente oggi è non avere crisi, con tutto quello che questo comporta, e spacciare la fuga da essa, per raggiungimento del nirvana con se stessi.
Accettandosi pur non piacendosi, e accettando di non piacere, si commette un duplice crimine, perchè invece di alimentare la sussistenza di un solo stronzo, quello a cui non piaci, e che dal tuo cambiamento potrebbe anche imparare l'ispirazione e la stima, che fa cambiare lui stesso, se ne alimentano due.
E l'altro sei tu (riflessivo).