Alla fine non ho resistito (complice anche il fatto che in Astral Chain ho trovato alcuni picchi di difficoltà un po' sproporzionati e cmq ci ho fatto quasi 120 ore, un po' di saturazione c'è...) e ci ho giocato un altro paio d'ore abbondanti prima del rientro della moglie che mi ha giustamente blastato perché mi ha trovato spaparanzato sul divano con i due joy-con in mano.
E niente, è una roba che, come messa in scena, cura dei dettagli e taglio evolutivo (per la saga), da letteralmente le pizze in faccia a tutti.
Esteticamente è un gioiellino, quelle animazioni, quell'illuminazione, quel look&feel sono degni finalmente di una produzione da peso massimo. Già con Odyssey ne avevo avuto il sospetto, ma questo Luigi (che, però, ritorna all'estetica classica mariesca, non utilizza quella nuova, realistica SEGA-style, degli ultimi episodi dal mondo-idraulico) mi dimostra chiaramente che oramai, da questo punto di vista, Nintendo non va più confrontata con chi fa videogiochi, ma direttamente con robe tipo Pixar o Disney.
Attenzione, non parlo di tecnica (che pure è sorprendente, soprattutto illuminazione e fisica, su questa ci ritorno) ma di caratterizzazione, citazioni, look&feel, perimetro artistico. Siamo proprio oltre i limiti espressivi del videogioco classico: questi ultimi titoli Nintendo vogliono parlare al grande pubblico generalista e per farlo sono stati costretti ad un ulteriore salto di qualità, che può solo definirsi quantico per il livello pazzesco raggiunto.
In ogni espressione di Luigi, in ogni piccolo dettaglio dell'Hotel, nella parlata esilarante del prof. Strambic, nella fenomenale colonna sonora dinamica che reinterpreta quel tema portante in mille modi diversi e geniali, c'è tutta la devastante carica espressiva di un'idea estetica tardo-novecentesca, un desiderio di farsi classico immediato ed immediatamente riconoscibile non solo dal nerd con il pad in mano ma da praticamente chiunque, la brama di rimanere nell'immaginario collettivo, di entrare nella cultura popolare direttamente ai piani alti della stessa.
Per quanto riguarda il gioco è ancora troppo presto (ho appena preso Gommiluigi) ma qualcosa si intuisce, e cioè un level design che mi sembra bello intrigato ed efficacissimo e, soprattutto un'interazione pressoché totale con gli ambienti, sorretta da un motore fisico avanzatissimo. Interazione che è una droga perché costruita non solo sulla plausibilità della fisica ma anche e soprattutto dalla messe di piccole idee brillanti quando non proprio geniali di cui è disseminata ogni stanza, cosa che te le fa setacciare non tanto per completismo, ma per vedere "cosa si saranno inventati".
Altra cosa che posso dire è che risucchiare e sbatacchiare i fantasmi è una vera goduria (ancora più che nel capostipite) proprio per i comandi, il senso degli impatti, la pesantezza simulata.
Per ora promette davvero meraviglie, che bello che Nintendo abbia puntato su questa serie scucendo qualche soldo in più per il budget (del resto dopo le 5,5 milioni di copie del secondo episodio, non poteva fare altrimenti).