Dopo circa 105 ore, l'ho finito, e dire che sono arrivato stanco alla fine sarebbe un colossale eufemismo. Negli ultimi capitoli non ho avuto alcuna remora ad abbassare la difficoltà e cercare di arrivare alla conclusione il prima possibile, per capirci.
Ma partiamo dalle cose che mi sono piacute. Innanzitutto, per quel poco che conta, continuo a trovarlo un gioco molto bello esteticamente e graficamente. Gli ambienti sono dettagliati e l'interfaccia in stile manuale di gioco è splendida, così come lo sono gli artwork dei personaggi. A proposito di personaggi, devo dire che funzionano praticamente tutti, e che le loro sottotrame sono in genere ben scritte. Tutto il gioco lo è, nel complesso. Mi è piaciuta anche l'impostazione che ricalca una vera campagna di GdR, con eventi che si svolgono nel corso di mesi, e un regno da gestire che deve affrontare una serie di "crisi" consecutive.
E fino a 3/4 circa mi stava pure piacendo molto, nonostante alcuni picchi di difficoltà abbastanza assurdi (a livello Challenging, cioè quello sopra Normal). Poi, alla seconda volta di fila in cui pensavo di essere alla fine e il gioco invece mi ha tirato fuori un altro capitolo, ho iniziato a percepire le prime avvisaglie di stanchezza, e a quel punto i difetti che fino ad allora forse avevo un po' ignorato hanno cominciato a pesare sempre di più.
Innanzitutto, dura troppo, come forse si è intuito. E non tutti i contenuti sono interessanti o divertenti da giocare, anzi. In più, da un certo punto in poi tutta la parte di gestione del regno diventa sempre più invadente, e ti ritrovi a passare ore ad assegnare progetti e gestire eventi, nell'attesa che si "attivi" la prossima crisi. E questa componente, purtroppo, non solo non mi è parsa particolarmente divertente, ma con poche eccezioni "scriptate" non mi ha mai lasciato la sensazione di avere un impatto qualsiasi sullo svolgimento del gioco, a parte far salire dei numeretti. Nell'ultimo terzo di gioco, poi, i combattimenti fastidiosi iniziano a moltiplicarsi, tra nemici che paralizzano , nemici invulnerabili a praticamente tutto, nemici che si curano in continuazione e così via. L'impressione è che spesso l'unica soluzione sia disporre di quella magia o quella abilità chiave per avere la meglio, e in un gioco che riproduce così fedelmente il regolamento originale (con le sue decine e decine di incantesimi, abilità, talenti e quant'altro), non è così immediato ritrovarsi con i mezzi giusti al momento giusto. Sono certo che gli esperti di Pathfinder, soprattutto quelli più portati al power gaming e al "min-maxing", possano tirarci fuori diverse soddisfazioni, ma non è mai stato il mio aspetto preferito dei GdR. E comunque, quando i tuoi personaggi di livello 18, adeguatamente equipaggiati, non riescono a eliminare un miniboss nemmeno impostando la difficoltà a Story (sotto Easy, per capirci), il dubbio che il bilanciamento non sia il massimo ti viene lo stesso. L'ultimo capitolo, poi, nonostante le premesse narrative interessanti, è solo l'ennesima serie di combattimenti con nemici tutti uguali o quasi. Ora, non pretendo un altro Tides of Numenera, in cui avrò combattuto tre volte in 60 ore di gioco, ma se devo scegliere tra due eccessi scelgo di corsa Torment.
Eppure, a leggere l'immancabile resoconto "post finale" con gli esiti di tutte le sottotrame affrontate nel corso del gioco, la sensazione di aver vissuto un'avventura interessante l'ho sentita lo stesso. Ma troppo lunga, e spesso anche più faticosa del necessario, onestamente.