Mi sono finalmente letto tutto il thread nell’arco di due/tre giorni per digerirlo al meglio, essendo un argomento al quale sono molto legato.
Ho inizialmente esitato nel rispondere trattandosi perlopiù di interventi di più di due anni fa, ma ringrazio Il Gladiatore e Laxus per averlo ritirato in auge.
Premetto che mi identifico abbastanza come SJW. Non perché ci tenga particolarmente ad incasellarmi, soprattutto in una categoria spesso vista con sprezzo anche qua dentro, ma perché non ho francamente vergogna delle mie posizioni, e tanto vale che sia io stesso a definirmi così, piuttosto che qualcun altro.
Non volendo dare al mio post l’impostazione di un lungo soliloquio (anche se alla fine quello sarà), preferisco andare per determinati punti “generali”, tratti prendendo qualche breve appunto durante la lettura. Mi si scuserà se suonerà come un ribattere ad un interlocutore fantasma, anche perché sostanzialmente è così’. Ho cercato di cogliere alcune problematiche che sono venute più volte a galla, cercando di dare il mio punto di vista sulle stesse.
Quindi nessuno si senta personalmente tirato in ballo, anche se accolgo naturalmente con favore ogni risposta.
Bayonetta è una creazione spontanea. Ellie no
Molte critiche che leggo qui ed ovunque sembrano premere sul fatto che l’introduzione di personaggi che non sono esattamente come quelli che abbiamo sempre avuto rappresentino una forzatura, un tradimento dell’arte, una decisione calata dall’alto, le oscure manovre della lobby gay o femminista, censura staliniana, il perseguire qualche oscura trama sociopolitica.
Secondo questo modo di pensare Bayonetta (solo un esempio) è la Venere di Botticelli, che sgorga dalla mente di Kamiya e di Mari Shimazaki in un puro impeto creativo, scevro da ogni possibile considerazione estranea.
Ellie invece è stata realizzata in laboratorio da Druckmann e soci per portare avanti le istanze della lobby gay e per infliggere un mortale colpo all'eterosessualità.
E’ ridicolo. Entrambi, e con loro tutti i personaggi che conosciamo nascono dopo confronti tra creatori, artisti, produttori, e spesso reparto marketing. Tutti questi personaggi sono nati con lo scopo di rappresentare e trasmettere qualcosa, riuscito o meno che sia questo intento. Una delle richieste di Kamiya nel realizzare Bayonetta era “Deve avere 4 pistole”. Cosa c’è di più artificioso di ciò?
In questo modo di pensare, ci si chiede perché la protagonista di Returnal debba sembrare “normale, non giovanissima, forse bruttina”, e lo si ascrive a qualche oscura trama. Naturalmente la medesima persona non si chiede perché Bayonetta abbia gambe 2 chilometri, sia vestita con i proprio capelli, e scopi con la telecamera. Bayonetta è così perché i suoi creatori volevano fosse così e non c’è dietro nessun motivo recondito.
Perché non accordare ad altri creatori lo stesso beneficio del dubbio?
Se accettiamo che Bayonetta è fatta com’è perché l’intento era avere una “figura femminile forte, conscia della propria sessualità”, perché non accettare che Ellie esiste perché l’intento era avere una “figura femminile forte, conscia della propria sessualità”?
E prima che lo si venga a dire, anche se spererei che la precisazione sia inutile, adoro Bayonetta. Ho giocato il primo fino a platinarlo, e solo il non possedere il relativo hardware mi ha impedito di giocare gli altri.
E al suo posto potreste mettere Quiet, le protagoniste di Dead or Alive, quel che volete.
Questo ragionamento si ripercuote su qualsiasi cosa si distacchi dalla norma.
Il protagonista è eterosessuale? Perfettamente normale, scontato, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, c’est la vie. Certo nessuno si chiede come mai Nathan Drake, Marcus Fenix, Master Chief, Link e via dicendo siano eterosessuali. Si da per scontato che lo siano. Nessuno si chiede se la lobby etero sia coinvolta.
Ellie è omosessuale? Perchè? Come mai hanno fatto questa scelta? Stanno forse cercando di tenersi buoni quegli SJW di Resetera? Dove andremo finire? E’ Sony che li ha obbligati dopo aver visto le indagini di mercato?
Il prossimo protagonista di Gioco Tripla A 2022 è uomo? Mi sembra una scelta perfettamente naturale.
Il prossimo protagonista di Gioco Tripla A 2022 è donna? Aridaje con la lobby femminista. Le quote rosa hanno rotto.
E via dicendo.
E’ onestamente un po' deprimente.
Censura e forconi
Ho l’impressione che il termine censura venga utilizzato con un po' troppa disinvoltura.
“Kotaku ha criticato Quiet, vogliono censurare Kojima”. “Resetera sta facendo il diavolo a quattro per il design di gioco X, stanno censurando Creatore Y”.
Uno stato che sbatte in galera o altrimenti punisce un creatore per una sua opera, quella è censura. L’Arabia Saudita che banna The Last of Us Part 2, quella è censura.
Kotaku, Resetera, milioni di gente che strilla su Twitter ecc non possono censurare letteralmente nulla. Non hanno il potere di impedire a tale o tale altro creatore di inserire nella sua opera quel che vuole. Non detengono il monopolio della forza che permetterebbe loro di farlo.
Possono invece criticare, ed anche aspramente. Hanno tutto il diritto di farlo.
Posso criticare Kojima quanto voglio per Quiet, e nessuno può impedirmelo, così come nessuno gli impedisce di prendere la mia critica e pulircisi il culo. Certo non lo sto censurando.
E’ un atteggiamento che trovo francamente incomprensibile.
Diecimila persone che nel twitter feed del creatore del caso che deridono il suo ultimo gioco in cui un’eroina vestita di filo interdentale combatte armate e filosofeggia sui massimi sistemi non lo stanno censurando, non più di quanto diecimila persone nel twitter feed di EA che si lamentano delle microtransazioni nell’ultimo FIFA stiano censurando EA.
E’ possibile non condividere tale critica, ma è irrilevante.
E se succede che un creatore di fronte al numero di critiche ricevute decide di apportare delle modifiche alla sua opera, non è stato costretto dalla folla con torce e forconi. Ha semplicemente reagito al feedback, giusto o sbagliato che sia.
“Ma l’artista deve essere libero di presentare la sua visione originale senza pressioni e senza modifiche” mi si ribatterà. Cazzate. L’artista che desidera vivere della sua arte adatta la sua opera al pubblico a cui la propone.
I maggiori artisti del rinascimento che oggi ammiriamo realizzavano le proprie opere per il committente di turno, fosse la Chiesa o qualche ricco magnate. E se l’opera non piaceva, andava rifatta, se necessario da capo.
Quando Bioware ha modificato il finale di Mass Effect 3 nessuno ha gridato alla censura. Eppure quel primo finale era la visione originale degli sviluppatori. A qualcuno piaceva, ad altri no, ma Bioware ha visto che la risposta era tale da meritare un sforzo di rimaneggiamento, e così hanno fatto.
Jordan Peele aveva in mente un finale diverso per Get Out, ma di fronte alle prime reazioni dei focus groups lo ha cambiato. Eppure nessuno strilla alla violazione della sacralità della visione dell’artista.
Insomma, se vi piacciono protagoniste callipigie con la settima che combattono eserciti vestite con perizoma ed un cerotto sui capezzoli, va più che bene. Ma c’è posto anche per protagoniste che fanno lo stesso mestiere vestite con una pesante armatura realmente protettiva ed un elmo. Affermare che il primo esempio è arte libera dai vincoli della censura ed il secondo è imposizione dei poteri forti o salcazzo è pura ipocrisia.
Entrambe sono state realizzate perlopiù in tandem da un team di artisti e sviluppatori, che hanno studiato il mercato e stanno cercando di vendere ad un determinato segmento dello stesso.
De-sessualizzazione
Una risposta che ho letto sovente nel thread è che si sta cercando di “de-sessualizzare” i videogiochi. Coprire Quiet sarebbe negare che il sesso esiste, ed un elemento naturale della vita. Chiunque voglia fare ciò è apparentemente un bigotto asessuale.
Quanti videogiochi potete citare, non pornografici, in cui si fa esplicitamente intendere che i personaggi fanno sesso?
Bayonetta è una donna liberata, fiera della propria sessualità. Ma in tutto il corso del primo gioco, non c’è un momento che io ricordi in cui esprima questa sessualità, se non a beneficio del giocatore. Non ha apparentemente legami sessuo-affettivi, non dimostra interesse sessuale nei confronti di nessuno. Per quanto ne sappiamo, da un punto di vista puramente narrativo, è una suora che ha fatto voto di celibato.
E lo stesso si può dire di molti di questi personaggi femminili. Il loro essere erotiche si esprime quasi solo a favore di telecamera e del giocatore. Ci sono eccezioni, ma sono francamente una ristretta minoranza. A quel punto mi viene spontanea una domanda. Se questi personaggi che dovrebbero inneggiare alle gioie del sesso e della sensualità sono sostanzialmente caste dal punto di visto affettivo, non viene il dubbio che supposto manifesto sia poco più che strumentale?
Magari far intendere che Bayonetta scopa spezzerebbe il cuoricino di molti suoi fans, che vogliono solo la bambola e non la donna che realmente sarebbe?
Se veramente i videogiochi vogliono portare avanti il sacrosanto messaggio che il sesso è una cosa bella, naturale, desiderabile, forse dovrebbero farlo in un modo più naturale e meno feticistico e superficiale?
O forse non ce ne frega in realtà nulla e vogliamo solo sante vestite da puttane.
Il videogioco e la sua maturità
A differenza di molti penso che il videogioco non possa cristallizzarsi in un solo aspetto, e ritenere la sua evoluzione completata.
Piaccia o meno, è un medium come la letteratura ed il cinema, ed al suo interno racchiude tutto ed il suo contrario. E come essi, subisce una continua evoluzione frutto di forze ineluttabili.
Se la donna intesa nella sua forma puramente plastica di bel corpo, eye candy, poteva un tempo essere la norma, così non è più, e aspettarsi o sperare che lo rimanga è secondo me miope e sopratutto paradossalmente diminutivo di quelle che sono le potenzialità di questo mezzo che tutti amiamo.
Immaginate Shadow of the Colossus con Wanda che se ne va in giro in perizoma, The Last of Us con Joel in costume da bagno, Doom con il Doom Slayer nudo.
Veramente volete dirmi che questa rappresentazione dei personaggi non impatterebbe sul tenore complessivo del gioco?
E allora perché dovrebbe apparire così bizzarra l’idea che in molti videogiochi (ma non dico tutti) forse la protagonista femminile che se ne va in giro con minigonna inguinale ed una striscia di stoffa sui seni non è forse il massimo dal punto di vista anche solo della coerenza stilistica e narrativa?
Quiet vestita com’è vestita, che fa finta di fare yoga a pecorina sul sedile di un elicottero mentre Miller ciancia del costo della guerra e del dolore per la perdita dei nostri compagni, che ci perseguita come un arto fantasma, e Snake che con l’aria da cane bastonato guarda fuori dal finestrino vi sembra veramente il massimo a cui il videogioco può aspirare in termini di rappresentazione dei personaggi femminili?
Eppure per molti la risposta sembra si.
I videogiochi si stanno evolvendo da decenni. Stanno cercando di raccontare storie diverse in maniera sempre più profonda. E farlo richiede se necessario archetipi femminili e non diversi.
Possiamo disquisire sul loro non riuscirci o meno, ma pretendere che non ci provino nemmeno è una posizione che non posso capire.
Andate su Google, cercate il roster del picchaduro medio. Tra gli uomini vedrete spesso una varietà impressionante in termini di fisici, altezza, età.
Tra le donne, credo non sia esagerato dire che il 99% sia sostanzialmente fatto con lo stampino. Ovvero ragazzi giovane, molto avvenenti, seno prosperoso.
Davvero ci accontentiamo di questo stato di cose? Davvero pensiamo che un medium dove l’idea che una donna sia muscolosa (vedi Abby in TLOU2) solleva un polverone sia maturato abbastanza?
Quote rosa
E questo mi porta al mio penultimo punto. Come detto su, ogni videogioco nasce dalla mente di una o più persone, sulla base di molte più spinte di quante possiamo immaginare.
Ma quello che sicuramente non c’è, è una specie di governo mondiale che prescrive che il 50% dei protagonisti di videogiochi debbano essere donne.
Se il numero di donne protagoniste sta aumentando, non è è il disegno di oscure cabale, ma perché la società si sta evolvendo, le storie che raccontiamo si stanno diversificando, e soprattutto, è stato sfatato il mito che una protagonista femminile danneggi le vendite. Appurato che possono funzionare anche loro commercialmente parlando, c’è una naturale spinta, per tutte le ragioni che volete immaginare, al raccontare storie che abbiano al loro centro più del 50% della popolazione mondiale.
Questa tendenza non si invertirà, credo sia ormai chiaro a tutti. E se posso essere un po' perfido, ho l’impressione che a chi si lamenta delle quote rose in ambito videoludico, forse tutto sommato non dispiacerebbe una quota azzurra, magari fissata al 90% o giù di lì. Il perché sinceramente mi sfugge totalmente.
Mi piace videogiocare perché voglio vivere esperienze diverse, e quindi ben vengano protagonisti femminili, omosessuali, asessuali, disabili, neri, asiatici salcazzo.
Di protagonisti maschi (tutto in maiuscolo) caucasici tutti simili e modelle appena scese dalla passerella ne ho visti a bizzeffe, ben venga qualcosa di un pochino più vario.
Almeno personalmente, non ci tengo a passare la vita a videogiocare solo con protagonisti che mi somigliano.
E questo era il mio post sugli aspetti "negativi" dell'argomento.
Più avanti ben volentieri risponderò al suggerimento di Laxus di indicare alcuni protagonisti femminili che ho particolarmente apprezzato.