Autore Topic: Il documentario che sto vedendo  (Letto 61660 volte)

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Offline Freshlem

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #345 il: 13 Gen 2022, 01:47 »
Ho visto La storia dei Beastie Boys (Apple TV+), uno spettacolo-documentario su una band rap di New York di cui ora non ricordo il nome.



"Spettacolo" perché sono proprio i due reduci del gruppo, Ad-Rock e Mike D, a salire sul palco e a raccontare in prima persona la loro storia, in una sequenza di monologhi, video e foto diretta dall'amico Spike Jonze.

Funziona? All'inizio può essere straniante vedere questi due quasi-sessantenni raccontare un mondo ormai biodegradato, quello di Fight for your right (to party). Ma poi cresce, insieme alla storia di loro tre che diventano grandi, e veri musicisti. Fino al magnifico finale in cui Mike D parla dell'ultimo concerto.

Quanti spettacoli-documentario simili si contano? Al momento, mi viene in mente solo Mike Tyson: Undisputed Truth, diretto da Spike Lee. La formula è rischiosa, ovvio, ma in questo caso ci sono due vecchi che sanno tenere il palco, e il risultato è di livello.

E comunque, Sabotage è uno dei pezzi più assurdi degli ultimi trent'anni.

TFP Link :: https://www.youtube.com/watch?v=z5rRZdiu1UE

Ti quoto, mi è piaciuto molto. E lo scorrere del tempo è una puttana.
Aggiungo che di Sabotage non solo la canzone è una figata, ma il video stesso è genio puro.
Voto quattro dosi e mezzo di molly su cinque.
« Ultima modifica: 13 Gen 2022, 01:51 da Freshlem »
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Offline Giobbi

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #346 il: 15 Gen 2022, 14:10 »
Una breve serie molto carina è watch the sound su Apple tv +

Ogni puntata approfondisce con musicisti noti vari da McCartney a Rhodes etc alcuni aspetti della produzione musicale:
Autotune, reverb, drums machine, distorsione, synths, campionamenti

Sono 6 episodi da 35 min l’uno, molto adatta a chi volesse avvicinarsi a capire in modo abbastanza frizzante i termini e tecniche in questione

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #347 il: 15 Gen 2022, 14:20 »
Una breve serie molto carina è watch the sound su Apple tv +

Ogni puntata approfondisce con musicisti noti vari da McCartney a Rhodes etc alcuni aspetti della produzione musicale:
Autotune, reverb, drums machine, distorsione, synths, campionamenti

Sono 6 episodi da 35 min l’uno, molto adatta a chi volesse avvicinarsi a capire in modo abbastanza frizzante i termini e tecniche in questione

Ma com'è che non l'avevo mai individuata?
Eppure non è che ci siano millemila contenuti su Apple TV+.

Boh!

Comunque grazie @Giobbi, messa in watchlist!
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Offline fiordocanadese

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #348 il: 16 Gen 2022, 22:24 »
LA 92 su Disney Plus.
Partiamo dal finale.
Che si ricollega all'inizio.
In pratica fa il paragone tra la rivolta di Los Angeles del 65 e quella del 1992.
I fatti simili sono i seguenti
1) Abuso di potere da parte della polizia durante un controllo
2) Verdetto del giudice che potremmo definire "controverso".
3) sdegno da parte della comunità nera
4) proteste da parte della comunità nera
5) prime violenze durante le proteste
6) le proteste si spargono per tutto il Paese
7) intensificarsi delle proteste con anche incendi appiccati nella città
8 ) saccheggi indisturbati e intensificarsi delle violenze e incendi
9) interviene la guarda nazionale e/o esercito.
10) il Presidente dichiara che le violenze dei precedenti giorni siano inaccettabili (senza dire niente di esplicito sulla violenza che ha fatto scattare tutto questo ed è questo che è vergognoso)
11) il paese scende in piazza per chiedere stop alla violenza.
12) fine.

1965 e 1992 a Los Angeles.
Ora togliete il punto 2 e andate nel Minnesota nel 2020.
Ta dà.
Aspetta aspetta.
Andate a Detroit nel 67 togliendo il punto 2 ancora (nel farlo vi ricordo che la Bigelow c'ha fatto un film della madonna su stò fatto).
Ta dà.
E fatelo per un'altra decina di volte per tutto il '900 e un pò si capisce che la questione nera negli Stati Uniti è un problema, sicuramente complicato, ma che non si vuole risolvere.

Perchè siamo tutti d'accordo sullo stop alle violenze incitato alla fine del film e fa davvero male al cuore vedere nel film come i coreani difendono le loro attività saccheggiate e si disperano nel perderle, suoniamo persino il clacson per la pace ma poi ciclicamente accade di nuovo e tutto quello che cambia è un televisore nuovo in ogni casa preso gratis da un altro poveraccio come te.

Alla fine i 4 poliziotti di stà storia sono rimasti liberi e se continui a tenere una parte della popolazione sotto pressione
 io considero normale il verificarsi di saccheggi e un climax di violenze appena scatta la miccia.

Basta cadere dal pero e dire che brutto approfittare di una protesta per rubare.

Ma scusate, chi vuole che i saccheggi finiscono, non stanno appunto protestando per il fatto che la gente, a volte, in certi contesti e con certe mentalità compie atti orribili come dei poliziotti quando si confrontano con un afroamericano?

Cmq bellissimo documentario, grazie ad un lavoro certosino di ricerca dei video dell'epoca, viene da ringraziare i giornalisti che esistono anche per documentarci la storia.
Le immagine di questo tipo aiutano molto ad appassionarsi a una visione del genere, naturalmente.
Agghiacciante come c'erano i segnali premonitori dell'ingiustizia che stava per accadere
Spoiler (click to show/hide)
Ah tra l'altro è del 2017, non c'entra nulla con Black Lives Matters, è solo fredda e potentissima memoria storica
« Ultima modifica: 07 Feb 2022, 12:27 da fiordocanadese »

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #349 il: 17 Gen 2022, 00:24 »
Anche questo è in watchlist da qualche tempo!
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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #350 il: 21 Gen 2022, 07:41 »
Avevo già citato Film della nostra infanzia?

TFP Link :: https://www.netflix.com/it/title/80990849?s=a&trkid=13747225&t=cp&vlang=it&clip=81498019

Molto carino, chiaramente, più che sui classiconi stranoti (che qua dentro credo sappiamo tutti vita, morte e miracoli dei making of di Back ti the Future, Die Hard, Ghostbusters), la parte più interessante riguarda la lavorazione dei piccoli/grandi capisaldi dell'horror, girati davvero con due soldi e con le pezze in ogni dove (vedi Venerdì 13)! :)

E maledetti i canali di streaming, 5 abbonamenti attivi e non trovo da nessuna parte Halloween e Venerdì 13, gli originali! :no:
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Offline nodisco

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #351 il: 22 Gen 2022, 14:58 »
Ho finito l'altra sera di vedere The Beatles: Get back di Peter Jackson, documentario in tre parti per una durata complessiva di quasi otto ore derivanti da una selezione del girato (circa 60 h) durante le sessioni di registrazione che terminarono con lo storico concerto sul tetto e finirono poi nell'album "Let it be" un anno dopo.
Alla fine avevo i goccioloni e ne avrei voluto ancora. Non so, forse io mio giudizio è un po' di parte perché da bambino sono cresciuto con la musica dei Beatles e ricordo ancora il mio shock quel giorno di dicembre dell'80 quando tornando a casa da scuola mi dissero che avevano sparato a Lennon, ma l'ho trovato un film-documentario meraviglioso, imperdibile per chi come me ama loro e la loro musica.

Sono sostanzialmente spezzoni di loro che nel gennaio 1969 arrivano ogni mattina in studio e suonano, improvvisano, compongono e creano musica, con qualche battibecco, momenti di tensione, chiacchiere, battute, cazzeggi, scherzi, qualche amico che passa a fare un saluto, fidanzate, mogli, bambini, eccetera. Il loro manager Brian Epstein era morto da diversi mesi ed il gruppo si trovava un po' allo sbando, con McCartney che tentava di prendere le redini della situazione in maniera forse un po' autoritaria, Lennon un po' perso dietro a Yoko Ono e alle droghe (anche se queste non vengono mai menzionate), Harrison che già pensava alla sua carriera solista e Ringo Starr un po' sullo sfondo, in attesa di girare un film di lì a poco.
Nonostante questo, comunque, fra i quattro sono ancora palpabili la profonda intesa, l'amicizia ed il senso di unità che li ha mantenuti assieme per quasi un decennio.

L'idea di partenza era quella di fare un concerto in un anfiteatro romano in Libia, un po' come fecero i Pink Floyd due anni dopo a Pompei, ma alla fine non si riuscì ad organizzare nulla e fecero invece, inizialmente senza nemmeno troppa convinzione, quel concertino sul tetto che nella sua semplicità e spontaneità è meritatamente passato alla storia. Impagabili le riprese con telecamera nascosta dei poliziotti che durante il concerto chiedono quasi imbarazzati di spegnere o almeno abbassare la musica perché avevano ricevuto numerose proteste per il rumore, e le tante reazioni della gente in strada che si era fermata ad ascoltare, fra cui un signore al quale chiedono "You wouldn't mind your daughter going out with a Beatle?" e lui risponde "I wouldn't mind, no, because they've got money!"

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #352 il: 26 Gen 2022, 02:21 »
Fantastico post e fantastico documentario.

Per quanto mi riguarda, sono circa a metà del secondo episodio e non posso che concordare in tutto e per tutto.

Solo per far intendere di cosa parliamo: nel primo episodio, Lennon non è ancora arrivato in studio e McCartney, chitarra alla mano, sta facendo ascoltare a Harrison e Starr degli accordi, e un ritmo, che aveva in testa, mentre ci canticchia sopra. E qui e lì si riconosce Get Back. Lui continua con i vocalizzi, e tu sei lì che pensi "No, non così, come stavi intonando prima, su che ti stai avvicinando!".

Nasce un pezzo di storia della musica e tu stai assistendo, l'hanno filmato, sta succedendo.

Per me, scena pazzesca.
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Offline nodisco

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #353 il: 26 Gen 2022, 18:10 »
Lui continua con i vocalizzi, e tu sei lì che pensi "No, non così, come stavi intonando prima, su che ti stai avvicinando!".
LOL! Esattamente quel che facevo io! "Dai dai, ci sei quasi!"  :D
Fantastico quando cercano una città con un nome che ci stia bene e quando finalmente scelgono "Tucson, Arizona" Lennon chiede "Tucson è in Arizona, vero?"

Offline fiordocanadese

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #354 il: 26 Gen 2022, 22:36 »
Mission to the sun (Disney+)
Che sarebbe potuto essere una figata atomica.
In quanto racconta della sonda Parker, partita nel 2018 per studiare il sole.
Peccato che è il tipico documentario che deve renderti interessante tutto quello di cui tratta nella maniera piú sbagliata possibile, ovvero concentrarsi sui pericoli, sugli ostacoli della missione e tutto in maniera parecchio costruita.
Per esempio, ad in certo punto raccontano di una violenta tempesta solare dell'800 che sconvolse anche le comunicazioni sulla terra. Il telegrafo insomma. E dicono che oggi potrebbe accadere uguale.
Cioè, si paragona i mezzi di comunicazione di oggi al telegrafo.
Pur di far spaventare lo spettatore stè puttanate, spettatore che mi immagino di 130 kl con il collo bruciato, naturalmente.

La meglio scena è quella dove per spiegare l'allineamento del percorso della capsula con quello di Venere, appare uno che arriva in jeep in mezzo ad un prato e si mette a sparare ad un bersaglio in movimento. Giuro!
Esiste qualcosa di piú americano? Non credo.
La versione italiana può essere dei finanzieri che cercano di beccare pulcinella per una brutta storia di cambiali e sarebbe comunque meno didascalica.
Insomma, apparte i dettagli tecnici in sè, come costruzione mondezza vera.

Dopo visto, un pò di appetito spaziale è rimasto e ho scoperto sto bel sito qui.
https://www.astronautinews.it/

« Ultima modifica: 26 Gen 2022, 22:42 da fiordocanadese »

Offline MaxxLegend

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #355 il: 28 Gen 2022, 15:29 »
Una persona (che non so se vuole esser citata) mi ha segnalato il documentario ROL - Un Mondo Dietro al Mondo di History Channel e mi ha chiesto un parere in merito.

Il mediometraggio (circa un'ora) parla della figura ambigua di Gustavo Adolfo Rol, personaggio di cui ho sentito spesso parlare e di cui avevo visto dei servizi giornalistici ma mai un documentario. In larga parte vengono dette cose che già sapevo, ma c'è un dettaglio che mi sfuggiva, e sul quale torneremo tra poco.

Cosa ne pensavo prima di vedere il documentario: Ho sempre pensato che la persona in questione fosse un uomo estremamente intelligente e carismatico ma privo di basi nozionistiche solide. Le conclusioni a cui giunse furono basate quasi esclusivamente su osservazioni empiriche ed elucubrazioni personalissime. In questi due aspetti un po’ mi riconosco, ma so anche che io sono una persona di un'ignoranza (e forse di una supponenza) esagerate, quindi non mi permetto di imporre la mia visione agli altri. Inoltre Rol era estremamente facoltoso, quindi non stupisce il fatto che potesse avere amicizie altolocate e che tentasse di diffondere le sue teorie a tali persone mediante l'utilizzo di giochi, numeri di illusionismo e scherzetti vari che impressionavano enormemente tali persone totalmente avulse a tali tecniche. Le intenzioni di Rol erano positive: promuovere un pensiero positivo, elevare l'essere umano, spingere gli altri a credere in altre forme di esistenza (anche in ottica di condurre un'esistenza terrena più virtuosa). Insomma alcuni degli scopi che si prefiggono le religioni, ma in maniera totalmente laica. Anche io credo in questi valori, ma non credo che un modo valido sia farlo tramite l'inganno, e soprattutto non ho amicizie altolocate, non sono ricco e non cerco di fuggire alla noia di una vita agiata che non ho.

Cosa penso del documentario: Discutibile e fazioso, anche nella fase in cui parla dei detrattori, alterna le loro testimonianze a quelli che li contraddicono. Evita di menzionare i test e le analisi fatte da illusionisti su Rol. Si avventura poi nella fisica quantistica come giustificazione scientifica delle teorie di Rol, cosa abbastanza ridicola.

Cosa ne penso dopo aver visto il documentario: Tutto già noto, l'unica parte che mi mancava era quella in cui si parla della teoria che riguarda l'aldilà come semplice esistenza parallela in una "frequenza" non rilevabile dai sensi umani (una sorta di dimensione spettrale sovrapposta alla nostra). Ebbene, nella mia ignoranza avevo esposto una teoria estremamente simile (se non identica) intorno al 2011 quando stavo ad un passo dal suicidarmi. Chiamandola "teoria dell'uncinetto". Il post è ancora da qualche parte qui su TFP. Immaginavo ogni esistenza come un filo su un enorme tombolo in cui la parte superiore è la nostra dimensione materiale e la parte inferiore è quella invisibile a noi. Filo che prima o poi sarebbe tornato nella dimensione materiale.
Inutile dire che si tratta di una teoria completamente campata in aria, ma non confutabile ovviamente, quindi con uno sforzo immaginativo potrebbe essere anche vicino alla verità. Teoria pensata da una persona prossima alla morte che voleva credere in un'esistenza alternativa e in una possibilità di reincarnazione (anche in altri mondi). Stessa teoria pensata molti anni prima da un sedicente occultista che voleva sfuggire non alla morte ma alla noia della sua condizione, e tentare di elevare la condizione umana in uno slancio di amore per il prossimo ed altruismo, spesso non compreso.
Come sono non compreso io stesso.
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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #356 il: 28 Gen 2022, 16:51 »
Una persona (che non so se vuole esser citata) mi ha segnalato il documentario ROL - Un Mondo Dietro al Mondo di History Channel e mi ha chiesto un parere in merito.

Il mediometraggio (circa un'ora) parla della figura ambigua di Gustavo Adolfo Rol, personaggio di cui ho sentito spesso parlare e di cui avevo visto dei servizi giornalistici ma mai un documentario. In larga parte vengono dette cose che già sapevo, ma c'è un dettaglio che mi sfuggiva, e sul quale torneremo tra poco.

Cosa ne pensavo prima di vedere il documentario: Ho sempre pensato che la persona in questione fosse un uomo estremamente intelligente e carismatico ma privo di basi nozionistiche solide. Le conclusioni a cui giunse furono basate quasi esclusivamente su osservazioni empiriche ed elucubrazioni personalissime. In questi due aspetti un po’ mi riconosco, ma so anche che io sono una persona di un'ignoranza (e forse di una supponenza) esagerate, quindi non mi permetto di imporre la mia visione agli altri. Inoltre Rol era estremamente facoltoso, quindi non stupisce il fatto che potesse avere amicizie altolocate e che tentasse di diffondere le sue teorie a tali persone mediante l'utilizzo di giochi, numeri di illusionismo e scherzetti vari che impressionavano enormemente tali persone totalmente avulse a tali tecniche...

Sono arrivato fin qui e ancora non hai detto di quale tema si occupava questa persona, e quindi il documentario.

Inoltre, nelle parti in corsivo, si capisce che stai parlando di te che hai guardato il documentario, prima ancora del documentario. Quindi non stai prestando un servizio al lettore, ma è in primis un resoconto su base onanistica.

Al corso di giornalismo ti avrebbero bocciato.


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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #357 il: 28 Gen 2022, 17:38 »
Ivan, so come si scrive un articolo o una recensione (e tu sai che lo so). Questa è un'altra cosa.
Come sai generalmente nelle mie esposizioni sono sempre eccessivamente didascalico, perché uno scrittore/giornalista deve "far finta che gli altri non sanno di cosa si parli". Anche quando sai che lo sanno. Anche quando poi ti prendono per il culo perché credono che tu non sai che lo sanno.

In questo caso la situazione è diversa.
Mi è stata chiesta una mia personalissima opinione sull'argomento e mi è stato segnalato quel documentario, altrimenti non l'avrei nemmeno mai visto.
Do per scontato che chi legge sa chi era la persona in questione e sa (per sommi capi) chi sono io.
Invece di fare un PM ho pensato di condividere sta cosa con tutti, per quanto possa sembrare brutta, inutile, scomoda, autocelebrativa (più che altro autocritica), ecc.

Ma d'altronde io non è che sto qui per esser compreso o apprezzato. E va benissimo così.


« Ultima modifica: 28 Gen 2022, 17:55 da MaxxLegend »
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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #358 il: 28 Gen 2022, 21:09 »
Comunque chiarisco: Rol era un "occultista" di Torino, immaginatelo come una sorta di Crowley buono che invece di inventarsi cazzate per fare le orge con le belle ragazze (cosa che fanno di solito i santoni) preferiva fare magie e prodigi vari a una cerchia di vip ed amici altolocati tra cui scrittori, giornalisti, nobili, come chiave per diffondere le sue teorie positive.

Ho risposto poco fa in PM a chi mi ha chiesto un parere sulla faccenda:
Guarda mi spiace se ti ho dato una delusione (anche se credo di no, e mi hai confermato che te lo aspettavi) ma non mi sono soffermato sulla veridicità dei fenomeni perché mi pare che non ci sia molto di cui discutere. E' più interessante il personaggio, la sua psicologia e le sue intenzioni.
Il documentario ha solo confermato le mie impressioni: chiunque ha letto qualche manuale di illusionismo "classico" e sente quelle testimonianze non può avere nessun dubbio sulla natura dei fenomeni.
Se lui stesso li chiamava "giochini" c'è un motivo: lo erano.

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Re: Il documentario che sto vedendo
« Risposta #359 il: 28 Gen 2022, 21:44 »
Ivan, so come si scrive un articolo o una recensione (e tu sai che lo so). Questa è un'altra cosa.

Io non so niente.
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