Ho visto gli otto episodi di Juventus: All or Nothing, una serie su una squadra che doveva fare dieci e invece gli hanno fatto “Credici!”.
Diversamente dalla serie Netflix sulla Juventus, della quale non smetterò mai di parlare male, questa è molto buona su tutti i livelli, come poteva sospettare chi ha visto almeno uno degli altri eccellenti All or Nothing.
Le telecamere sono sempre dietro le quinte, si vedono le dinamiche interne che altrimenti non vedresti, le interviste sono un milione, il ritmo è misurato e non si lascia mai andare a scene da film d’azione come Drive to Survive.
Tra i limiti, citerei il fatto che tutto ruota intorno a un numero ridotto di protagonisti: Bonucci, Chiellini, Buffon, Pirlo, Nedved, più Pippaldo e Chiesa. Diversi altri giocatori rimangono sempre sullo sfondo, con gente tipo Rabiot, Bentancur, la Bernarda o Ramsey che si vedono poco e niente. Insomma, come dovrebbe essere nella squadra vera.
L’episodio in cui usciamo contro il Porto mi si è fratturato il cuore e nemmeno una doppia dose di Oreo è riuscita a sanare la ferita riaperta.
A meno che sentir pronunciare “Juventus” non vi causi emorroidi, io dico #vedevatevelo.