The Bleeding Edge (2018) di
Kirby DickLink Letterboxd
“Big Pharma, non sei nessuno!”, spiega in apertura
The Bleeding Edge. Perché più potente dell’industria farmaceutica, sorpresa!, c’è quella dei “dispositivi medici”. Protesi, peacemaker, sarcazzi. Un mercato stimato di 2,5 barche di soldi. Ma c’è un problema...
Se i farmaci, per ottenere l’approvazione della FDA, devono superare fino a tre fasi di verifica (per diversi anni e su centinaia di persone), per i dispositivi medici c’è tana libera tutti. Perché? Beh, quello ve lo spiega il documentario. Ok, ma quindi?
Quindi tutto
The Bleeding Edge mostra casi di quello che non ha funzionato. Dispositivi contraccettivi che “viaggiano” dove non dovrebbero. Protesi metalliche che si sfaldano e diventi cretino. E molti pazienti che raccontano i loro guai, supportati da medici e avvocati.
Ok, tutto molto giusto, credo. Ma in 100 minuti di denuncia, almeno 45 secondi di contraddittorio? Non ci sono, perché le controparti non vogliono comparire. E qualche caso ulteriore? No, si parla perlopiù di un solo prodotto, con incursioni in altri due o tre. E sempre con i ritmi e i toni della denuncia velatamente indignata, aggressiva, cinquestellica.
Mah, più che un documentario, un post di Facebook.
Bottom line: Se sei real news ma racconti da fake news, perdi uguale.
Voto: una palla e mezza (l’altra mezza mi è caduta) su cinque