Cmq messa in scena CLAMOROSA, queste fasi finali.
Mi autoquoto per approfondire un po' perché da questo punto di vista Remedy ha fatto un lavoro straordinario.
Non sono arrivato alla fine, sto ancora purificando l'Hedron ma ci sono alcune cose che davvero segnano uno spartiacque nel modo non tanto di narrare (che è abbastanza convenzionale) quanto in quello, appunto, di mettere in scena il videogioco.
Il labirinto è chiaramente un momento iper-esaltante, costruito in maniera magistrale, visionario come pochissime altre cose ed in grado di mettere insieme alla grande Lynch, Kubrick e l'elemento cafone action adolescenziale del videogioco occidentale moderno ma forse è un po' furbo e più terra terra rispetto al resto del gioco, visto che utilizza gli escamotage più comodi per centrare il bersaglio (il connubio musica+azione+ritmo di gioco).
Ma ciò che viene prima e cioè il Tango finlandese è forse uno dei vertici, dal punto di vista della costruzione estetica.
Non so se siete pratici degli usi e costumi nazional popolari moderni nordici, diciamo da oltre Brennero in su. Beh, ecco, la cosa che mi ha sempre fatto impazzire è questa loro capacità di mettere insieme cafonate assurde (tipo la Schlagen, cioè una sorta di liscio crucco spesso declinato con basi Dance, potete immaginarvi che robba) ed una malinconia devastante, intrisa di un romanticismo drammatico eppure serenamente rassegnato.
E' una cosa che si riflette anche nei loro momenti più "alti" (c'è in tanto krautrock, c'è nel teatro, nel cinema da Herzog in giù) rimanendo lì, sotto traccia, come una sorta di nervo sottopelle.
Ecco, nella missione all'inseguimento di Ahti, con quella musica, quelle sue parole, quegli ambienti, quei colori, quel Motel Oceanview (che la visione di America profonda che può avere un europeo, cioè di rimando, ed è bellissima), questa romantica idea/immagine di cafonaggine nazional popolare è proprio quel nervo, che muove i muscoli (tutto il contesto della missione) con una consapevolezza, una maestria ed un'efficacia mostruose.
Uno dei momenti in cui Control osa davvero e va fino in fondo in un discorso estetico che, purtroppo, per ampie parti del gioco è introdotto, usato bene ma non al massimo delle sue possibilità. Forse i Remedy si saranno detti "se facciamo tutto il gioco così chi ce lo compra?" ed hanno tirato il freno a mano, ma tanto il gioco non s'è l'è comprato nessuno lo stesso a parte noi quattro stronzi che a Sam Lake e soci ci vogliamo bene come fossero quei nostri cugini lontani emigrati al nord tanti anni fa e che sentiamo per telefono di rado (nel loro caso appena cinque volte dal 2001 ad oggi...) ma sempre con la lacrimuccia ed il groppo in gola.