Visto che avete già citato la maggior parte dei miei titoli preferiti per Megadrive (tra cui Gynough, che è stato amore a prima vista sin da quando ho posato gli occhi sugli screen della recensione apparsa su C+VG), cerco di aggiungere qualcosa alla discussione inserendomi in chiave storico-emozionale.
Rielaborando il ricordo e il 'feeling' della mia passata esperienza Megadrive con la consapevolezza data dalla prospettiva storica, il settore dove il 16-bit Sega asfaltava il più balsonato SNES a mani basse era sui character action, con una selezione di titoli così avanti che a rigiocarli oggi non sono solo invecchiati bene, sono incredibilmente MODERNI.
Il trimurti per me era (ed è) Strider, Super Shinobi II e Alien Solider, il che, ai tempi, era come dire di avere Devil May Cry, Ninja Gaiden e Vanquish da una parte, mentre dall'altra, quella Nintendo, titoli da sala giochi in stile fine anni Ottanta.
Per quanto giocassi comunque un botto (e dilapidassi paghette a gogo) anche su cartucce analoghe per SNES, l'offerta Megadrive era fottutamente avanguardista, stilosa, complessa, tecnicissima e VELOCE nel gameplay, nonché, valore aggiunto non da poco, anche weirda nelle soluzioni estetiche. Più ci ripenso e più sono convinto che le basi character action stylish moderno siano nate principalmente da lì.
Forse era proprio una 'regola non scritta' o un trend iniziato quasi per caso e poi divenuto testo, ma una larga fetta dell'offerta action di questo tipo su Megadrive si impostava su binari più sperimentali e arditi rispetto al classicismo arcade diffuso nella corrispettiva offerta Nintendo (pur con notevoli eccezioni, vedasi Hagane). Ciò è particolarmente visibile nelle diverse declinazioni della stessa IP: da una parte lo scoppiettante ed eclettico Contra Hard Corps, dall'altra il pulitissimo ma ben più classico Super Contra; da una parte lo sperimentale e multiforme Castlevania Bloodlines, dall'altra il sontuoso ma un filo ingessato Super Castlevania. Tutti e quattro bellissimi titoli, ma, pad alla mano, dal feeling e dalla 'visione' di game design diversissimi.
Finché non vidi Super SCIV, che causò notti insonni e sudate «Devo trovare un Super Nintendo»
Per me il megadrive ha sempre spiccato sul snes, complice il fatto che con un Pro-Fighter32X, in tempi assai poco sospetti giocai (circa) all'intera libreria, finora uscita.
L'ho già raccontato da qualche parte sul tfp, ma all'offerta tentatrice, accettai il patto e in meno di due settimane, complice il noleggio, il prestito, e gli internet point, avevo tutti i giochi snes. Ciò causò anche la Santa Processione a casa mia, con mia nonna che ospitava ondate di 10 sudati ragazzini e faceva caffellatte a nastro con biscotti baiocchi.
Se si escludono pochi giochi del snes, sui quali impazzì, letteralmente (Ogre Battle - Alchest - Rascal - Jenny la Tennista - Lupin - Metal Warriors e altro )il megadrive era la console "seria".
I giochi li selezionavo attentamente, MegaConsole e Consolemania mi guidavano all'acquisto, ma nelle splendide cartucce "Sega" trovavo sempre luoghi oscuri, narrazioni piuttosto mature, caverne ed anfratti.
Quando penso al Megadrive penso a Golden Axe 2, oppure a Street of Rage, o ancora a Splatterhouse.
Se penso al SNES, complice il fatto (lo ripeto) di aver giocato a tutto, o quasi (il pro-fighter permetteva di "copiare" la cartuccia su un floppy 3.5 e conseguentemente, infilare e giocare, volendo abilitando i trucchi)
Il megadrive era vergine di queste cinesate di HK.
Ogni gioco era spolpato, non importa se si trattasse di QuackShot o Contra Hard Corps, dozzine di ore, e ricordi indelebili, con gli anni poi ho cercato anche i giochi jap del megadrive, ed è stata una nuova fioritura di gioie incredibili (penso solo a Hokuto no Ken > The Last battle)