come mirabilmente detto dal Maestro.
Che, a prescindere dalla piattaforma, ho proprio ritrovato anche nella mia esperienza: la risposta dei comandi è questa, i nemici sono duri ma sostanzialmente corretti e le risorse sono queste. Dopo aver patito un po' come tutti ho trovato che il gioco rispondesse magnificamente, quasi analiticamente, al genere di strategia che mi sono trovato a impostare. Oltre, appunto, a tutti quei problemi che sporadicamente possono presentarsi.
Permettimi però di puntualizzare.
Quello secondo me vale nel combattimento: su quel fronte il gioco è davvero preciso e puntuale.
Però ci sono una serie di criticità riguardo cui continuo a ritenere responsabile From Software: lock che talvolta ti sceglie un nemico a 15 metri, dietro a un muro, anziché quello a 1,5 da te. Lock facilmente equivocabile con il comando di centrare la camera [sebbene, come osservavo, la distanza tra te e il nemico in cui ciò comincia a succedere sia aumentata rispetto a un Bloodborne, dov'è veramente uno scandalo]. Nemici 'veloci' che ti portano a spasso la telecamera, facendola vorticare [anche qui meno che in Bloodborne o Dark Souls]. Nemici che possono colpirti attraverso le geometrie. Colpi tuoi che vanno a farfalle sebbene ci fossero tutti i presupposti arrivare a segno. Frecce, proiettili e altri colpi ranged dei nemici che passano attraverso gli altri [che dopo N produzioni a questo punto si potrebbe anche ritenere una scelta, ma io trovo che sia una porcata che deve crepare male].
Imparare a giocare a Sekiro, così come Bloodborne e i Dark Souls vuol dire imparare anche a tenere conto di questi problemi e a relazionarcisi. Se non si abbandonano dopo qualche ora, ci si appassiona e ci si skilla è anche un processo che viene naturale. Io poi tendenzialmente mi taro su tutto, pure al frame-rate e al frame pacing di cazzo e all'input lag.
Eppoi...
Ma quale gioco non ne ha?
...assolutamente.
Penso ad esempio al mejo action game per me, Ninja Gaiden, che aveva una telecamera dimmerda vera.
E idem Rising, che mi piacque una cifra.
Però... nope, in Sekiro quei problemi che si possono presentare sporadicamente per me rappresentano ancora troppa rumenta. Troppe cose che per quanto tu possa conoscere come le tue tasche mantengono il potenziale di farti incazzare o risultare ingiuste. Troppe storture per permettersi poi il lusso di voler essere così esigente. E non ne faccio una faccenda di difficoltà. Ci son giochi nettamente più brutalizzanti [Devil Daggers, Super Meat Boy, Thumper, un arena in cui vieni buttato nella mischia] a cui non gli puoi dire assolutamente niente. È una questione di equilibrio del rapporto tra te e lui: pretendere TOT e poi scricchiolare, risultare inaffidabile quando non addirittura ingiusto è uno scambio iniquo, da miserabili. Ma, soprattutto, ne faccio una questione di qualità dell'esperienza: perché ci son frangenti in cui ci si ritrova alle prese con un gioco di varie sfumature di bruttezza, che possono assumere varie sfumature di schifo, toccando abissi in cui ti chiedi che cacchio stai buttando a fare il tuo tempo e le tue energie con porcherie simili.
Personalmente, trovo che succeda meno che in passato, ma per mio gusto From Software c'ha ancora da lavorare.
E ci sono ancora tutti i margini per lamentarsene.
Per me è proprio un gioco della madonna.
Ma tanto proprio, una cosa mai vista e giocata.
Peraltro anch'io qualche giorno fa riflettevo sulla questione del level design affrontata da te ed Elma.
Stavo constatando che sì, non ci sono [non dove fin dove sono arrivato, quantomeno] aree paragonabili alle cose più complesse dei Souls. Però ero ancora nel mezzo di un percorso mentale praticamente sputato
al tuo, 1:1, a partire dall'amaro in bocca per non poter rampinare dove mi pare. Ieri mentre mi spolpavo di gran gusto il Monte Kongo ha preso definitivamente corpo la sensazione che quanto messo sul piatto sia un'ottima soluzione per coniugare mobilità, versatilità di approcci e progressione, sia bellica che esplorativa. Si sente ancora tantissimo la forte caratterizzazione, sia in termini strutturali che situazionali, che contraddistinguono i titoli From Software. Ma a pacchi proprio.
Poi eventualmente in futuro riuscirà a migliorare, facendo fiorire ulteriormente ciascuno degli ingredienti della ricetta, fino a presentare aree intricatissime e dalla progettazione ardita.
O forse scopriremo che a Sekiro non interessa.
E quanto ci ritroviamo per le mani, nel frattempo, a me sta bastando abbondantemente.
E, poi, cazzarola com'è potente la sensazione del viaggio. Lo fanno molti titoli From, con l'esplorazione quasi sempre continua e i luoghi stagliati all'orizzonte verso cui andrai o in cui eri stato TOT ore fa. Ma qui, personalmente, la sto trovando nettamente più pervasiva.