Mi fareste un favore a spiegarmi il tipo di difficoltà di Sekiro, in base al quale potrò valutare il periodo in cui giocarlo. Ad esempio, se un boss ti ammazza da che distanza si riparte? La difficoltà su cosa si basa? Non amo (eufemismo) dover memorizzare pattern, subire output di danno esagerati e soprattutto il trial and error. Per contro, amo il gioco che chiede di essere capito, prima di lasciarsi sconfiggere. Discriminante è che sia divertente l'apprendimento per sè, e non solo liberatoria la vittoria finale.
In quanto a difficoltà siamo dalle parti di Dark Souls.
Anche il modo di giocare, in via generale, è simile ossia: esplori una certa porzione di mappa popolata da gente affrontabile ma temibile se ti fai mettere a giro.
La porzione di mappa può snodarsi in bivi, è ricca di roba da raccogliere messa in punti che "devi andarteli a cercare" guardandoti bene intorno.
Ogni tot puoi incontrare qualche nemico più tosto (miniboss, che se le cose si mettono male puoi dartela a gambe e dopo un certo tempo che non ti vedono perdono lo stato di "alert" ma si ricaricano di energia) oppure boss veri e propri a cui non puoi sottrarti perché le vie d'uscita si chiudono.
In entrambi i casi (finora eh), in caso di morte ricominci davvero vicino, cioè scordati le sfacchinate che ti dovevi fare in DS.
Non solo si è vicini, ma quel fazzoletto di terra da attraversare è ricco di soldati utili in caso dovessi farmare un po' di spiriti (che servono ad usare i poteri speciali del braccio meccanico e che perdi ogni volta che muori).
Poi sta a te. Se pensi di poter bastonare il boss solo con la spada in 3-4 salti di rampino e qualche metro di corsa sei di nuovo da lui, altrimenti te la prendi comoda e farmi.
Il boss richiede studio dei pattern in puro stile Souls.
Il combat è molto snello ma ci sono molte tecniche che danno molta soddisfazione. Per usare le tecniche è necessario avere i riflessi pronti per interpretare quello che accade a schermo e agire di conseguenza.