Capire dove andare è parte dell'esperienza, senza bisogno di essere puristi. il "divertimento" è la risoluzione del problema, altrimenti non si capisce come centinaia di migliaia di persone si divertano con la Settimana Enigmistica. Non esiste solo il divertimento tattile, esplosivo, fragorosamente ludico, c'è anche quello di venire a capo di qualcosa. Che è il quid di quel gioco, così come la penuria di nemici, l'atmosfera sospesa e l'enigmistica ambientale. In Gran Turismo si gareggia, in Super Mario si salta e in TR si esplora.
Se voglio uno sparatutto compro uno sparatutto.
Se voglio un'esperienza lineare mi rivolgo altrove, a giochi diversi.
Ma forzare una meccanica peculiare e riconoscibile in altre esperienze secondo un principio di omologazione commerciale e semplificazione strutturale a me appare come un crimine indicibile verso uno dei punti di forza di questo medium, ossia la diversificazione di genere.
Purtroppo questo processo è anche educativo ma comanda il mercato e facciamo le nozze coi fichi secchi.