Non ho mai apprezzato le libertà di Jackson di cambiare e spostare ma alcune attenzioni specifiche di rimando diretto al libro mi hanno sempre confermato che era di fatto un Tolkeniano doc.
Non trovo il senso di aggiungere un Elfo nero semplicemente perché in quell'universo non può esistere un Elfo nero. Punto. E lo metto sullo stesso piano dell'ideazione di Tauriel, per dirne una. Non esiste una Tauriel in quell'universo.
Ma che questo prodotto non nasca sotto una buona stella sono convinto anch'io. Quella di Jackson era un'operazione di cuore, un progetto che nessuno pensava potesse essere affrontato al cinema e la realizzazione del sogno di una vita, un po' come gli Spiderman di Raimi. Poi si può entrare nel merito quanto si vuole, ma partiva proprio con una visione diversa.
Questa mi sembra l'ennesima operazione di milking di un brand storico, come lo erano anche gli stessi Lo Hobbit appioppiati all'ultimo ad un Jackson chiaramente senza volontà alcuna di realizzarli. Ma non sono di certo gli elfi neri a farmelo pensare.
Posso dire che mi sembra abbastanza incoerente che si inizi a farlo adesso?
Forse si fa spesso adesso, perchè la questione solo adesso è diventata endemica in un senso che ha del ridicolo più che del deteriore.
Se mi produci un film in un periodo buio dal punto di vista sociale, e usi attori bianchi per interpretare neri e asiatici, caricaturandoli e mettendoli alla berlina, stai facendo una cosa esecrabile, ma probabilmente lo stai facendo perchè la pensi esattamente così anche tu, non perchè una manciata di bianchi razzisti ti chieda di farlo perchè li fa ridere, e sei costretto perchè te lo dicono i dati di vendita e il marketing a priori.
Oggi, invece, assistiamo a cose surreali come la critica di Peter Dinklage alla rappresentazione dei nani in Biancaneve, nani che sono nè più nè meno le creature magiche che troviamo anche in Tolkien, non esseri umani affetti da una patologia.
Però, siccome si è levata la critica, allora la produzione, per qualche oscuro motivo che non ha di certo a che vedere con la densità demografica della popolazione di affetti da nanismo che eventualmente boicotterebbe il film, e quindi di certo non per interesse di botteghino, ma per, chiamiamolo "image washing", ha deciso di sostituire delle creature magiche, spacciate erroneamente per antenati e cugini di Peter Dinklage, da Peter Dinklage, con, indovina?
Delle creature magiche.
Ed è un continuo assistere a manovre di questo tipo, che sono insulti all'intelligenza, non alla sensibilità di bianchi del mississippi burning, visto che, sempre in tempi moderni, e quindi senza scomodare la hollywood che si è fatta costruire le ferrovie dai cinesi, e poi li ha sfottuti in mondovisione (ma ha anche dato la possibilità a Bruce Lee, che, per inciso, se l'è presa, non l'ha frignata come un diritto d'ufficio senza metterci arte e parte, di spaccare il culo persino alla bald eagle Chuck Norris), cose letterariamente scorrette, come un Heimdall, che è "Il più bianco di tutti gli dei" (Edda in prosa), e magistralmente interpretato da un nero, o Nick Fury, sempre da un altro nero, non ci hanno triggerato affatto, abbiamo preso atto della scelta filologicamente scorretta, non ci cambiava un cazzo, anzi è stata azzeccata, e adesso Nick Fury, al cinema e per il mondo intero, è nero, con buona pace dei fanatici Marvel.
Il problema non è la sensibilità, il problema è la stupidità di certe manovre.
E i miei illeggibili post che sembrano equazioni...
Il punto è che le grandi aziende dall'alba dei tempi hanno sempre cercato di allinearsi con una visione che cercasse di non farle sembrare "il nemico" di turno. Che significa mettersi al servizio con una visione sociale dominante minimizzando però gli elementi di attrito con l'esterno. Che in questi ultimi anni, con il dilagare dei social e il peso che vengono date a notizie insignificanti, si traduce in aziende che per mantenere la faccia pulita assecondano ogni tendenza della rete, come quella che tu hai citato. Minoranze rumorose influenzano le azioni di società, numerose delle azioni ridicole degli ultimi anni (es. il disclaimer prima di via col vento) derivano da un singolo articolo o magari dal tweet di una persona che assume una rilevanza mediatica fuori dal comune a causa del pessimo giornalismo online. Quindi posso capire il punto del discorso, ma bisogna sempre ricordare che certe cose avvengono per decisioni prese dall'alto, spesso senza veri benefici per chi protesta in basso. E pensare che in ogni caso se certe cose ci infastidiscono solo adesso è perché stiamo vivendo cose che altrove vengono sofferte da anni.
Ps: Per inciso, nella mia idea di cinema o arte in senso generale, tu autore hai il diritto di scegliere chiunque contribuisca a dare forma alla tua visione. Ma deve, appunto, essere tua, ed essere una visione, non una strategia di vendita...
Ma questo è ovvio, infatti ripeto non vuole essere una difesa della serie in sé quanto far capire che il discorso viene spesso focalizzato sugli elementi sbagliati del problema. Anche perché quando qualcosa deriva da una visione autoriale forte in buona parte dei casi viene seguito da poche persone e/o non genera assolutamente alcuna forma di discussione (si riveda l'esempio del Macbeth nero passato sottobanco).