Dopo 11 ore e il 100%, mi sento come se avessi giocato il miglior Metroidvania che non si chiama Metroid o Castlevania.
Faccio fatica a trovare un difetto oggettivo, perché Guacamelee, e specialmente il 2, trova proprio quello sweet spot tra gli elementi di questo genere di VG che rendono l’esperienza complessiva divertente e senza rimpianti.
La mappa è ampia e con svariati segreti, ma non troppi e non troppo oscuri da recuperare. A differenza del primo Guac, non c’è quella manciata di segretucci che richiedono acrobazie pixel-perfect da eseguirsi tra 2-3 schermate attigue in stile Metroid. Il design delle aree è stato ulteriormente migliorato, e se nel primo episodio mi ricordo qualche pezzo non proprio ispirato, soprattutto a inizio gioco, qui si carbura in un attimo.
Tornare indietro a ripulire gli anfratti per il 100% ridhiede forse più tempo di quanto sarebbe piacevole, però, ed è quindi raccomandato di frugare subito dappertutto e di non lasciarsi niente alle spalle perché poi a tornarci ci vuole un po’.
Finendo il gioco su Xbox ho visto che gli achievement per le sezioni più avanzate sono stati raggiunti da meno del 5% dei giocatori. Questo può voler dire due cose: o su Xbox non ci ha giocato nessuno, o il gioco, nonostante le lamentele di facilità espresse su un TFP a caso, è effettivamente ostico per chi non mastica questa roba dagli anni Novanta. Ci sono alcune sezioni obbligatorie, diciamocelo, proprio difficili, e se ne trovano anche abbastanza precocemente, come nel Tempio di Giada quando si comincia a dover gestire diverse meccaniche (balzi dimensionali, agganci a mezz’aria) nella stessa schermata. E anche alcuni combattimenti ci propongono condizioni indubbiamente complesse da gestire: mi viene in mente una lucha dove la pare superiore dello schermo ha un flusso d’aria in mezzo a due pareti di spine, e cambiando dimensione il flusso inverte la direzione, e siamo costretti ogni tanto a saltare nel flusso e rischiare di schiantarci sulle spine perché sotto di noi ci sono dei mostri che effettuano attacchi non schivabili. Non ho dubbi che la mente e la coordinazione occhio-mano del povero AAA gamer, in situazioni del genere, fondano i fusibili in pochi secondi.
Non parliamo poi di alcune schermate e sezioni bonus, che pur non raggiungendo i picchi di un Super Meat Boy o di un VVVVVV richiedono comunque tempismo, coordinazione e pazienza in quantità non comuni.
Il combat system è fantastico, anche se faccio fatica a distinguere Juan nelle lotte più concitate. Per fortuna il gioco è piuttosto permissivo a modalità normale, e capisco che i Sekiri del pad lo trovino anche troppo facile, ma credo che sia stata una scelta giusta. Ricordo di aver letto i commenti di molti che mollarono il primo Guac perché trovavano troppo difficili alcuni boss che a me non diedero problemi particolari, perciò nulla di male nel rendere meno punitivo il combat. I cambi di prospettiva a volte sono un po’ estremi, ma anche in questo c’è stato un netto miglioramento rispetto al primo gioco.
Sia platforming che combat hanno comunque alla base una responsività dei comandi maestosa, a mio parere quasi perfetta, meno “isterica” rispetto per esempio a Hollow Knight o al recentissimo Gato Roboto ma comunque precisa e puntuale, e non “fluttuante” come altri esponenti del genere. L’unico elemento che mi ha dato ripetute frustrazioni sono quei maledetti “ganci” a mezz’aria, il cui range di azione a volte sembra arbitrario e mi ha fatto dannare soprattutto in una certa sezione bonus.
E poi, che stile, signori! Colori a profusione, musiche perfette, effetti sonori azzeccatissimi, un design complessivo che trova un equilibrio incredibile tra il cartoonesco e lo stilizzato. Troppe volte questo genere di giochi punta a stili grafici troppo plasticosi, troppo sofisticati, troppo “artistici”, e troppo cupi/moody/fromsoftwariani. No, basta; datemi i colori. Colori veri, accesi, contrastati, non le infinite sfumature del blu e del grigio e tutte le tonalità dell’arancio e del verde ma solo nel range tra lo scuro e lo sporco per far risaltare i tuoi fighissimi effetti di luce di cui sei molto fiero. Forse anche per questo mi è piaciuto così tanto Guacamelee: non fa nessuno sforzo per farmi sentire depresso e ansioso, al contrario del 98% dei Metroidvania e degli indie in generale.
Lo humour può essere hit and miss ma per me è quasi sempre un hit. I cartelloni con i meme e le parodie dei VG a me fanno ridere (gotta go FIST
), le citazioni più o meno velate si sprecano, dialoghi e personaggi non rinunciano mai alla battuta. La traduzione italiana è quel che è ma almeno non raggiunge mai livelli di vera infamia, e comunque non può sminuire l’effetto comico di vecchi rinsecchiti che si aggiustano il perizoma in continuazione e degli adorabili polli che costellano tutto il gioco.
Maledizione, ho di nuovo scritto un papiro.
TLDR: giocateci che fa bene alla salute.