Completato in poco più di 50 ore...
Quello che più mi ricorderò delle ore spese a Tsushima sarà la profondità dei panorami, i colori delle stagioni, la luce attraverso le foreste di bambù. La delicatezza della direzione artistica ha un tocco giapponese che coglie la sensibilità del minimalismo nipponico.
La combinazione di colori, luminosità e saturazione dipingono scenari memorabili. Per lunga parte dell’avventura la voglia di venderne ancora, ma anche la sfida di trovare qualcosa di brutto, è la vera forza propulsiva.
Lo sono meno le storie di Tsushima, che spesso partono da presupposti prevedibili e si lasciano scorrere con poco pathos. Anche la Storia di Jin ricalca senza grossi brividi i binari della caduta e ascesa dell’eroe, con qualche momento emozionante ma con la pecca di raggiungere l’apice a due terzi del gioco. Le ultime 10/15 ore della storia principale scivolano stanche, in una lenta discesa che mi ha spinto a premere sull’acceleratore per chiudere la storyline principale.
Purtroppo anche l’ispirazione ambientale segue la stessa traiettoria calante. Nelle lande nevose, senza i colori del sud dell’isola, anche il resto delle attività perde freschezza: ci sono pochissime variazioni sul tema e anche le side quests non riescono ad arricchire l’esperienza di gioco.
Complessivamente GoT è molto piacevole, purtroppo risente dei limiti strutturali di questo tipo di open world: se entri in piena sintonia con il mondo di gioco ti ci perderesti per centinaia di ore, altrimenti ad un certo punto cerchi la pillola blu per uscirne... fino al prossimo.
Menzione d’onore al photomode che mi tenta per qualche altra ora con la NG+.
Modalità Legedes on going... vediamo per quanto.