Messa in archivio anche la stagione 2 e niente: io li amo, li adoro, li venero.
Non esiste stile di scrittura, così asciutto e realista eppure così dannatamente efficace, che sappia farmi amare allo stesso modo dei personaggi che di particolare non hanno proprio niente, se non la loro stessa normalità.
Non sono belli, né bravi, né particolarmente intelligenti ma forse furbi, non hanno superpoteri e non vengono da Krypton, non scovano malattie improbabili né pigiano sequenze di numeri su dei computer, non cacciano fantasmi né vanno intrepidi nel sottosopra. Sono solo dei poveri cristi come molti di noi, che si arrabbattano per vivere, che si incazzano e fregano, che scopano e si prostituiscono, che si drogano e rubano. Eppure li ami proprio per questo, per la loro capacità di tramutare la normalità, quella peggiore, quella che speri non sia mai la tua, quella della miseria, della precarietà, della sopraffazione, in una spinta continua alla vita. Migliore, si spera, ma non necessariamente.
In questo senso, il personaggio di Eileen è sintomatico e riassume perfettamente la parabola amara eppure sempre tesa alla ricerca di un riscatto, che contraddistingue molti dei personaggi di The Deuce. In fuga dal presente fatto di prostituzione, da una madre che la umilia anche di fronte al figlio inconsapevole, vede nel cinema porno la sua possibilità di emancipazione. E nonostante le rimostranze, i dubbi, la misoginia, gli scherni, le avversità, riesce sempre a essere fiera e propositiva, speranzosa a modo suo, dimostrandosi vincente nonostante tutto.
Attendo ora la terza e ultima stagione, già sentendo la mancanza per questo fantastico show che ha dimostrato, ancora una volta, quanto la cura nelle storie e la scrittura dei personaggi possa fare la differenza.
Personalmente è una cosa di cui non mi stanco mai.