Quando ero piccola io il gioco era costruito con l'immaginazione. Oggi i bambini non possono aspettare. Il gioco deve cominciare subito. E dev'essere bello e pronto. Da soli non sanno più inventare granchè. Sono gli effetti della Playstation"
Vediamo di sfruttare questa frase detta da una persona interessata per trarne qualcosa che possa avere un minimo di interesse.
Depuriamo innanzitutto il puerile confronto tv-videogames visto che non ci interessa e vediamo di analizzare il piu' diffuso "ai mei tempi...ecc".
Le persone spesso tendono ad estremizzare i ricordi della loro infanzia e nel contempo a mancare di aggiornamento sull'attuale. Di fatto molti vivono in una personale nicchia temporale che spesso blocca il loro aggiornamento nell'eta' dai 20 ai 30 anni. Lo vediamo nel modo di vestire, nelle posture e in tanto altro. Esiste poi l'interesse che chiamiamo "principale" in cui la persona della tipologia di qui sopra rimarra' sempre aggiornata fino al perdere interesse per noia e a non essere piu' in grado di applicarsi ad altro a causa dell'eccessivo gap accumulatosi. Una volta morti gli esponenti conosciuti della loro generazione terminano la loro vita in un limbo nel ricordo della loro piccola nicchia temporale. "Ai miei tempi"...a volte e' tutto quello che rimane.
Detto questo rimane il problema di capire quanto sia dovuto alla prospettiva dell'eta' dello sviluppo e quanto sia effettivamente relativo alla qualita' di cio' che prendiamo in esame. Questo perche' la storia e' piena di alti e bassi e si rischia di passare da un "era meglio prima" perentorio a un "tanto e' sempre tutto uguale" altrettanto irrealistico che deforma ugualmente la nostra prospettiva.
Per il resto per quanto se ne parli male il mercato dei videogiochi e' un grande business, fatto che lo rende intoccabile nel senso largo del termine e che lo rende soggetto a rating system, occasionali censure e altro.
Nulla che sia realmente pericoloso per il nucleo stesso del mercato insomma.