Side Pocket (1993, Iguana Entertainment/Data East, Sportivo)
Là, nel punto dove s'incontrano la finezza e la fortuna, a metà strada fra la corte del re e la bettola di periferia, c'è il biliardo. Un gioco impareggiabile sul grande schermo, con le sue mille varianti, tutte parimenti oppresse da un presente che fa rima con videopoker.
Il primo Side Pocket fu un successo per Data East perché racchiuse il gioco della stecca, nella sua veste americana, in un cabinato. Le donnine da spogliare sarebbero arrivate in un secondo momento: prima c'era da mettere in piedi un'estetica simpatica quanto leziosa, una buona fisica, che già nell'Ottantasei vi chiedeva d'impratichirvi con gli effetti della palla, e soprattutto decidere come spillarvi i sudati gettoni.
La giocabilità si paga, e quella buona si paga più volentieri: ecco la soluzione, concedere al giocatore un monte tiri iniziale con cui affrontare i cinque tavoli in sequenza, dittatori con esigenze crescenti di punteggio. Per rimpinguare punti e tiri, alla fine di ogni tavolo si affrontano prove di abilità.
Dopo un paio di seguiti che puntavano soprattutto sull'erotismo, si arriva su Megadrive in versione riveduta e corretta. I texani di Iguana la portano quindi su SNES, dove finalmente si può calibrare al millimetro il tiro grazie ai dorsali.
Se siete da soli, potete tentare la fortuna sui cinque suddetti tavoli, oppure gettarvi contro le diciannove prove di abilità, prese una per una. Sembra un gioco corto? Lo è, ma è talmente duro che promette di durare, e per giunta nessuno v'insegnerà a giocare, manuale a parte. Almeno hanno tolto il conto alla rovescia.
Le cose migliorano se avete un'infarinatura di biliardo vero e proprio, e soprattutto se vi rimangiate l'orgoglio per iniziare a sperimentare i tiri a effetto: andare in buca è bene, andare in buca e poi avere la bianca in posizione è meglio.
Se volete prendervela con un amico invece che con il processore, e lo consiglio, potete farlo a Palla Otto e Palla Nove, rivivendo le gesta di Cruise e Newman ne Il Colore dei soldi. Purtroppo, per imperdonabile miopia culturale, sono assenti Francesco Nuti e lo Scuro, così come la goriziana e le specialità italiane.
Merita oggi? Side Pocket è un gioco povero, impietoso, lento... ma con un fascino tutto suo e soprattutto basi solide, a metà strada fra la sala giochi e quella del biliardo. Solo per professionisti audaci, astuti.